La Sala Rustica della villa Borbone di Conca di Sopra, situata nell’immediato entroterra di Viareggio (LU), venne dipinta nel 1839 dall’artista lucchese Francesco Bianchi detto “il Diavoletto” (1803-1880) su committenza di Carlo Ludovico di Borbone (1799- 1883), duca di Lucca. Nel dipinto a trompe-l’oeil che ricopre le pareti ed il soffitto della sala è raffigurato l’interno di un capanno di caccia, stipato di moltissimi oggetti, tra cui si contano 25 manufatti in ceramica classificabili con precisione grazie al dettagliato realismo della pittura. L’insieme offre l’istantanea di un contesto di oggetti, colti tra gli arredi di un ambiente del quarto decennio del XIX secolo. La presenza di pezzi ceramici risalenti ad epoca assai precedente alla data di realizzazione del dipinto offre spunti di riflessione sulla continuità d’uso dei manufatti, sul loro riuso, e, in alcuni casi, sulla scelta di utilizzare “oggetti desueti” con funzione ornamentale.

Le ceramiche della Sala Rustica nella villa borbonica di Conca di Sopra (Massarosa, Lucca). Rappresentazione di “oggetti desueti” in un dipinto della prima metà del XIX secolo

Antonio Fornaciari
2021-01-01

Abstract

La Sala Rustica della villa Borbone di Conca di Sopra, situata nell’immediato entroterra di Viareggio (LU), venne dipinta nel 1839 dall’artista lucchese Francesco Bianchi detto “il Diavoletto” (1803-1880) su committenza di Carlo Ludovico di Borbone (1799- 1883), duca di Lucca. Nel dipinto a trompe-l’oeil che ricopre le pareti ed il soffitto della sala è raffigurato l’interno di un capanno di caccia, stipato di moltissimi oggetti, tra cui si contano 25 manufatti in ceramica classificabili con precisione grazie al dettagliato realismo della pittura. L’insieme offre l’istantanea di un contesto di oggetti, colti tra gli arredi di un ambiente del quarto decennio del XIX secolo. La presenza di pezzi ceramici risalenti ad epoca assai precedente alla data di realizzazione del dipinto offre spunti di riflessione sulla continuità d’uso dei manufatti, sul loro riuso, e, in alcuni casi, sulla scelta di utilizzare “oggetti desueti” con funzione ornamentale.
2021
9788892851108
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1188247
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