Cosa significa affermare che il linguaggio è autonomo? Un primo modo di interpretare questa domanda è nel senso dell’esistenza di una “facoltà del linguaggio” intesa come un insieme di principi deputati a regolare l’organizzazione delle sue strutture rappresentazionali e le dinamiche del loro apprendimento, principi che sono “linguaggio-specifici” e qualitativamente diversi rispetto a quelli che ritroviamo in altri moduli cognitivi. Potremmo definire questo il senso “classico” e “forte” di autonomia, che ritroviamo secondo modulazioni diverse nei vari percorsi della linguistica di ispirazione chomskiana. In tale prospettiva, la facoltà del linguaggio è autonoma in quanto “speciale” rispetto ad altri moduli della cognizione, ad esempio in quanto fondata sulla capacità di generare e manipolare strutture simboliche ricorsive. La “narrow syntax” di Hauser et al. (2002) sembra puntare esattamente in questa direzione, ovvero verso l’esistenza di un nucleo autonomamente “linguistico” della cognizione che, pur interfacciandosi con i moduli cognitivi deputati all’organizzazione concettuale o all’elaborazione dell’informazione sensomotoria, ad essi non è comunque riducibile, poiché obbedisce a vincoli che le sono propri. Questi non sono interpretabili in senso puramente funzionalistico, in quanto sono virtualmente non spiegabili (ontogeneticamente e filogeneticamente) con le funzioni comunicative per le quali le strutture sono usate (Jackendoff e Pinker (2005) ad esempio criticano Hauser et al. (2002) proprio su questo punto, ovvero per il loro rifiuto di concepire il linguaggio come un prodotto dell’adattamento in funzione della comunicazione). Secondo l’accezione chomskiana di autonomia, i meccanismi stessi di apprendimento del linguaggio sono speciali e comunque non riducibili a principi generali di astrazione induttiva dal dato fattuale: la facoltà del linguaggio contiene invece elementi a priori che le sono propri e che guidano la maturazione delle strutture che essa si trova a governare nella competenza linguistica del parlante adulto.

L'autonomia del linguistico

LENCI, ALESSANDRO
2008-01-01

Abstract

Cosa significa affermare che il linguaggio è autonomo? Un primo modo di interpretare questa domanda è nel senso dell’esistenza di una “facoltà del linguaggio” intesa come un insieme di principi deputati a regolare l’organizzazione delle sue strutture rappresentazionali e le dinamiche del loro apprendimento, principi che sono “linguaggio-specifici” e qualitativamente diversi rispetto a quelli che ritroviamo in altri moduli cognitivi. Potremmo definire questo il senso “classico” e “forte” di autonomia, che ritroviamo secondo modulazioni diverse nei vari percorsi della linguistica di ispirazione chomskiana. In tale prospettiva, la facoltà del linguaggio è autonoma in quanto “speciale” rispetto ad altri moduli della cognizione, ad esempio in quanto fondata sulla capacità di generare e manipolare strutture simboliche ricorsive. La “narrow syntax” di Hauser et al. (2002) sembra puntare esattamente in questa direzione, ovvero verso l’esistenza di un nucleo autonomamente “linguistico” della cognizione che, pur interfacciandosi con i moduli cognitivi deputati all’organizzazione concettuale o all’elaborazione dell’informazione sensomotoria, ad essi non è comunque riducibile, poiché obbedisce a vincoli che le sono propri. Questi non sono interpretabili in senso puramente funzionalistico, in quanto sono virtualmente non spiegabili (ontogeneticamente e filogeneticamente) con le funzioni comunicative per le quali le strutture sono usate (Jackendoff e Pinker (2005) ad esempio criticano Hauser et al. (2002) proprio su questo punto, ovvero per il loro rifiuto di concepire il linguaggio come un prodotto dell’adattamento in funzione della comunicazione). Secondo l’accezione chomskiana di autonomia, i meccanismi stessi di apprendimento del linguaggio sono speciali e comunque non riducibili a principi generali di astrazione induttiva dal dato fattuale: la facoltà del linguaggio contiene invece elementi a priori che le sono propri e che guidano la maturazione delle strutture che essa si trova a governare nella competenza linguistica del parlante adulto.
2008
9788888325156
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