Il volume narra vita morte e miracoli (soprattutto al botteghino) di quella commedia cinematografica in costume che tra il 1965 e il 1976, rifacendosi principalmente alla novellistica del XIV-XVI secolo, ottenne uno straordinario successo popolare. Ma non di critica. Fu un filone polimorfo e onnivoro, a vocazione trash, che ebbe la spavalderia di mettere in competizione accreditati registi come Lattuada, Scola e Monicelli, e onesti artigiani di lungo corso come Festa Campanile, Amendola e Corbucci; fuoriclasse instabilmente talentuosi del cinema bis come Aristide Massaccesi, Antonio Margheriti e Mariano Laurenti, e malestrosi travèt della celluloide come Luigi Batzella, Enrico Bomba e Marino Girolami (per citarne alcuni). A non dire delle schegge impazzite. Nella faccenda, inoltre, finirono coinvolti intellettuali come Pasolini (con l’intera sua Trilogia della vita) e lo scrittore Luigi Malerba; nonché gente di teatro come Zeffirelli, Garinei & Giovannini, Gianfranco De Bosio. Nomi illustri o spregevoli che vollero trascinare in platea le vecchie storie di Machiavelli e Boccaccio, di Ruzante e Aretino, assieme a quelle di Bandello, Masuccio, Bibbiena, Sacchetti, Vasari e tanti altri. Con in più un’eccentrica considerazione per Le mille e una notte, Chaucer e il Kamasutra, il marchese de Sade, Cenerentola e Balzac. A un certo punto si volle denominare tutto ciò “decamerotico”, più nel male che nel bene. Col senno di poi, è suggerito qui di ribattezzarlo “cinema medievaloide”.
Il cinema medievaloide 1965-1976
Marco Bardini
2023-01-01
Abstract
Il volume narra vita morte e miracoli (soprattutto al botteghino) di quella commedia cinematografica in costume che tra il 1965 e il 1976, rifacendosi principalmente alla novellistica del XIV-XVI secolo, ottenne uno straordinario successo popolare. Ma non di critica. Fu un filone polimorfo e onnivoro, a vocazione trash, che ebbe la spavalderia di mettere in competizione accreditati registi come Lattuada, Scola e Monicelli, e onesti artigiani di lungo corso come Festa Campanile, Amendola e Corbucci; fuoriclasse instabilmente talentuosi del cinema bis come Aristide Massaccesi, Antonio Margheriti e Mariano Laurenti, e malestrosi travèt della celluloide come Luigi Batzella, Enrico Bomba e Marino Girolami (per citarne alcuni). A non dire delle schegge impazzite. Nella faccenda, inoltre, finirono coinvolti intellettuali come Pasolini (con l’intera sua Trilogia della vita) e lo scrittore Luigi Malerba; nonché gente di teatro come Zeffirelli, Garinei & Giovannini, Gianfranco De Bosio. Nomi illustri o spregevoli che vollero trascinare in platea le vecchie storie di Machiavelli e Boccaccio, di Ruzante e Aretino, assieme a quelle di Bandello, Masuccio, Bibbiena, Sacchetti, Vasari e tanti altri. Con in più un’eccentrica considerazione per Le mille e una notte, Chaucer e il Kamasutra, il marchese de Sade, Cenerentola e Balzac. A un certo punto si volle denominare tutto ciò “decamerotico”, più nel male che nel bene. Col senno di poi, è suggerito qui di ribattezzarlo “cinema medievaloide”.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Bardini-Cinema Medievaloide.pdf
non disponibili
Tipologia:
Versione finale editoriale
Licenza:
NON PUBBLICO - accesso privato/ristretto
Dimensione
6.62 MB
Formato
Adobe PDF
|
6.62 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.