Il 20 luglio 1969 una bandiera a stelle e strisce fu piantata sulla superficie lunare del Mare della Tranquillità da Neil A. Armstrong e Edwin E. “Buzz” Aldrin. Il rito segnò il culmine spettacolare dell’ambizioso progetto lanciato dal presidente John F. Kennedy nel maggio 1961. Il messaggio era chiaro, un messaggio di successo e orgoglio nazionale inviato a tutto il mondo che volesse guardare. Eppure dietro quell’alzabandiera c’erano inquietudini e controversie, che possono essere comprese facendo riferimento a tre parametri interpretativi. Il primo, piuttosto ovvio, è quello della Guerra fredda, del conflitto e della competizione globale (militare ed economica, ideologica, culturale, e, in questo caso, anche simbolica) con l’Unione Sovietica - che già dieci anni prima aveva mandato sulla Luna la propria bandiera con la sonda Lunik 2. Il secondo paradigma è quello del rapporto fra esplorazione e sovranità. Benché l’Outer Space Treaty (1967) promosso dall’ONU già vietasse l’appropriazione nazionale dei corpi celesti, ci furono discussioni sulla estensioni delle leggi nazionali – e delle garanzie costituzionali – su eventuali “colonie” spaziali sotto bandiera statunitense. Il terzo paradigma riguarda la sensibilità che il discorso pubblico americano degli anni Sessanta aveva sviluppato a proposito di temi come il colonialismo e la bandiera nazionale. La bandiera impugnata dagli astronauti evocava con troppa evidenza l’iconografia di un Cristoforo Colombo che prende possesso di terre altrui in nome di un monarca lontano. E ci furono discussioni anche all’interno della NASA sulla opportunità di una simile cerimonia.
Titolo: | Stelle e strisce sulla luna: indagine preliminare su una controversia |
Autori interni: | |
Anno del prodotto: | 2008 |
Abstract: | Il 20 luglio 1969 una bandiera a stelle e strisce fu piantata sulla superficie lunare del Mare della Tranquillità da Neil A. Armstrong e Edwin E. “Buzz” Aldrin. Il rito segnò il culmine spettacolare dell’ambizioso progetto lanciato dal presidente John F. Kennedy nel maggio 1961. Il messaggio era chiaro, un messaggio di successo e orgoglio nazionale inviato a tutto il mondo che volesse guardare. Eppure dietro quell’alzabandiera c’erano inquietudini e controversie, che possono essere comprese facendo riferimento a tre parametri interpretativi. Il primo, piuttosto ovvio, è quello della Guerra fredda, del conflitto e della competizione globale (militare ed economica, ideologica, culturale, e, in questo caso, anche simbolica) con l’Unione Sovietica - che già dieci anni prima aveva mandato sulla Luna la propria bandiera con la sonda Lunik 2. Il secondo paradigma è quello del rapporto fra esplorazione e sovranità. Benché l’Outer Space Treaty (1967) promosso dall’ONU già vietasse l’appropriazione nazionale dei corpi celesti, ci furono discussioni sulla estensioni delle leggi nazionali – e delle garanzie costituzionali – su eventuali “colonie” spaziali sotto bandiera statunitense. Il terzo paradigma riguarda la sensibilità che il discorso pubblico americano degli anni Sessanta aveva sviluppato a proposito di temi come il colonialismo e la bandiera nazionale. La bandiera impugnata dagli astronauti evocava con troppa evidenza l’iconografia di un Cristoforo Colombo che prende possesso di terre altrui in nome di un monarca lontano. E ci furono discussioni anche all’interno della NASA sulla opportunità di una simile cerimonia. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11568/123178 |
ISBN: | 9788884925213 |
Appare nelle tipologie: | 4.1 Contributo in Atti di convegno |