Tra i primi osservatori spagnoli del fascismo va senza dubbio annoverato il grande scrittore liberale José Ortega Y Gasset. La sua mutevole lettura del movimento mussoliniano, dal periodo che precede la presa del potere, all’instaurazione della dittatura, ed al consolidamento del regime però, non ha certo agevolato o reso univoci i giudizi che sono stati formulati su di lui e sul suo pensiero politico. L’interpretazione del fascismo di Ortega venne articolandosi in tre fasi diverse: nella prima, che riguardava gli anni che vanno dal 1922 al 1924, egli interpretò i fatti italiani, ma anche il colpo di stato militare di Primo de Rivera in Spagna nel 1923, quali reazioni al parlamentarismo ed alla crisi delle istituzioni liberali, nella speranza che, in entrambi i paesi, i sovvertimenti politici contribuissero ad affossare quella che aveva definito come «la vecchia politica», nel segno di un rafforzamento dei poteri del governo e dello Stato. Il fascismo certo non poteva riscuotere una grande simpatia da parte dello scrittore spagnolo, ma gli si poteva concedere un qualche credito purché la sua opera fosse di carattere provvisorio e destinata, come fine ultimo, proprio a risollevare le sorti del Parlamento stesso. La seconda fase, invece aveva visto Ortega pubblicare alcuni articoli, tra il 1925 ed il 1927, nei quali avrebbe cercato di inquadrare il fascismo, oramai conclamata dittatura, in una teoria più ampia sulla legittimità/illegittimità del potere, lettura che lo avvicinava all’interpretazione che lo storico italiano, Guglielmo Ferrero era andato elaborando proprio in quegli anni. La terza fase, infine, sarebbe stata quella che avrebbe portato alla redazione del suo capolavoro, La ribellione delle masse, pubblicato nel 1930.

José Ortega Y Gasset e il fascismo

Mauro Lenci
2024-01-01

Abstract

Tra i primi osservatori spagnoli del fascismo va senza dubbio annoverato il grande scrittore liberale José Ortega Y Gasset. La sua mutevole lettura del movimento mussoliniano, dal periodo che precede la presa del potere, all’instaurazione della dittatura, ed al consolidamento del regime però, non ha certo agevolato o reso univoci i giudizi che sono stati formulati su di lui e sul suo pensiero politico. L’interpretazione del fascismo di Ortega venne articolandosi in tre fasi diverse: nella prima, che riguardava gli anni che vanno dal 1922 al 1924, egli interpretò i fatti italiani, ma anche il colpo di stato militare di Primo de Rivera in Spagna nel 1923, quali reazioni al parlamentarismo ed alla crisi delle istituzioni liberali, nella speranza che, in entrambi i paesi, i sovvertimenti politici contribuissero ad affossare quella che aveva definito come «la vecchia politica», nel segno di un rafforzamento dei poteri del governo e dello Stato. Il fascismo certo non poteva riscuotere una grande simpatia da parte dello scrittore spagnolo, ma gli si poteva concedere un qualche credito purché la sua opera fosse di carattere provvisorio e destinata, come fine ultimo, proprio a risollevare le sorti del Parlamento stesso. La seconda fase, invece aveva visto Ortega pubblicare alcuni articoli, tra il 1925 ed il 1927, nei quali avrebbe cercato di inquadrare il fascismo, oramai conclamata dittatura, in una teoria più ampia sulla legittimità/illegittimità del potere, lettura che lo avvicinava all’interpretazione che lo storico italiano, Guglielmo Ferrero era andato elaborando proprio in quegli anni. La terza fase, infine, sarebbe stata quella che avrebbe portato alla redazione del suo capolavoro, La ribellione delle masse, pubblicato nel 1930.
2024
978-88-3339-946-1
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