Esiste una crescente consapevolezza delle potenzialità dell’approccio archeologico al presente. Siamo in grado di cogliere l’invisibile e valorizzare i dettagli marginali, attribuendo importanza alle tracce materiali e lavorando con la memoria, le storie delle persone e dei luoghi, in un intreccio di relazioni tra paesaggi e comunità, tangibili e intangibili. L’archeologia del presente è chiamata a fare uno sforzo di restituzione collettiva, in particolare nei contesti critici, dove contro-narrare diventa un atto politico essenziale per contrastare immaginari precostituiti, dove gli oggetti si trasformano in elementi probatori e i territori diventano parlanti. A Lampedusa le persone migranti sono quasi invisibili. A raccontare i loro viaggi disperati attraverso il Mediterraneo e il rapporto con l’isola e le sue comunità sono le tracce che si stratificano lungo le coste, sui muri, nelle manifestazioni pubbliche e nel cimitero. Una ricerca archeologica che, attraverso i dati raccolti sul campo, racconta incroci, trasformazioni, ricontestualizzazioni e nuove attribuzioni di valore alle cose, provando a opporre resistenza alla condizione silenziata nella quale viene mantenuta la memoria di tuttə coloro che sono in movimento.

Tracce in movimento. Archeologia delle migrazioni contemporanee a Lampedusa.

Francesca Anichini
2024-01-01

Abstract

Esiste una crescente consapevolezza delle potenzialità dell’approccio archeologico al presente. Siamo in grado di cogliere l’invisibile e valorizzare i dettagli marginali, attribuendo importanza alle tracce materiali e lavorando con la memoria, le storie delle persone e dei luoghi, in un intreccio di relazioni tra paesaggi e comunità, tangibili e intangibili. L’archeologia del presente è chiamata a fare uno sforzo di restituzione collettiva, in particolare nei contesti critici, dove contro-narrare diventa un atto politico essenziale per contrastare immaginari precostituiti, dove gli oggetti si trasformano in elementi probatori e i territori diventano parlanti. A Lampedusa le persone migranti sono quasi invisibili. A raccontare i loro viaggi disperati attraverso il Mediterraneo e il rapporto con l’isola e le sue comunità sono le tracce che si stratificano lungo le coste, sui muri, nelle manifestazioni pubbliche e nel cimitero. Una ricerca archeologica che, attraverso i dati raccolti sul campo, racconta incroci, trasformazioni, ricontestualizzazioni e nuove attribuzioni di valore alle cose, provando a opporre resistenza alla condizione silenziata nella quale viene mantenuta la memoria di tuttə coloro che sono in movimento.
2024
Anichini, Francesca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1273430
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