Fra le molte forze centrifughe che tendono a rompere il «cerchio perfetto» dell’economia circolare figura anche la difficoltà di sostituire materie prime vergini, come pure semilavorati o prodotti, con residui di produzione (c.d. sottoprodotti) o con rifiuti recuperati mediante processi end of waste a causa di un sistema di regole palesemente non adeguate. Le ambiguità lessicali e le incertezze nozionali che affliggono la materia - sintomo evidente di una profonda crisi delle fonti, in particolare secondarie - generano incertezza e, a parità di fattispecie, possono dare la stura a decisioni difformi e ad un inevitabile aumento del contenzioso, con conseguenze a dir poco devastanti per un sistema produttivo che, viceversa, chiede certezze normative ed applicative. Ciò ha finito per aprire la strada ad una congerie di atti i più disparati (circolari, linee guida, interpelli, ecc.), talvolta anche di provenienza regionale, ascritti in genere al c.d. soft law oppure alle c.d. «fonti terziarie», che evocano questioni tuttora dibattute relativamente non solo alla loro eventuale prescrittività e vincolatività, ma anche, in alcuni casi, relativamente alla loro stessa ammissibilità e legittimità. Da qui, l’esigenza di ‘risalire la china’, ovvero di individuare meccanismi attraverso i quali conferire vincolatività ad un sistema di regole che ad oggi ne è privo.
Sottoprodotti e cessazione della qualifica di rifiuto. Incertezze nozionali e problemi applicativi: prima di tutto, una questione di fonti
Lolli I.
2024-01-01
Abstract
Fra le molte forze centrifughe che tendono a rompere il «cerchio perfetto» dell’economia circolare figura anche la difficoltà di sostituire materie prime vergini, come pure semilavorati o prodotti, con residui di produzione (c.d. sottoprodotti) o con rifiuti recuperati mediante processi end of waste a causa di un sistema di regole palesemente non adeguate. Le ambiguità lessicali e le incertezze nozionali che affliggono la materia - sintomo evidente di una profonda crisi delle fonti, in particolare secondarie - generano incertezza e, a parità di fattispecie, possono dare la stura a decisioni difformi e ad un inevitabile aumento del contenzioso, con conseguenze a dir poco devastanti per un sistema produttivo che, viceversa, chiede certezze normative ed applicative. Ciò ha finito per aprire la strada ad una congerie di atti i più disparati (circolari, linee guida, interpelli, ecc.), talvolta anche di provenienza regionale, ascritti in genere al c.d. soft law oppure alle c.d. «fonti terziarie», che evocano questioni tuttora dibattute relativamente non solo alla loro eventuale prescrittività e vincolatività, ma anche, in alcuni casi, relativamente alla loro stessa ammissibilità e legittimità. Da qui, l’esigenza di ‘risalire la china’, ovvero di individuare meccanismi attraverso i quali conferire vincolatività ad un sistema di regole che ad oggi ne è privo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.