Lo Stato Sociale nella veste contemporanea dello “Stato delle crisi” si trova a muoversi sul sentiero di una dimensione amministrativa sempre più condizionata dalla dimensione nazionale, europea e globale della finanza pubblica. Una dimensione dinamica segnata da processi di trasformazione che hanno caratterizzato le fasi politiche ed istituzionali e che trovano riscontro nei cambiamenti, talvolta strutturali, dell’assetto amministrativo, del riordino territoriale, dell’architettura costituzionale. Le ragioni vanno ritrovate nel fatto che la società moderna non è più così propensa al cambiamento, come se si fosse giunti prima ad uno stallo e poi ad un “arretramento” delle conquiste sociali, a causa dell’incapacità dei governanti e dei legislatori di intervenire per porre un freno a quel processo di progressiva erosione economica e finanziaria dello Stato sociale, che sembra aver portato ad una irreversibile crisi del modello di welfare State sia per le generazioni presenti che per quelle future. Infatti sotto la pressione della dimensione finanziaria il rapporto tra “welfare” e “State ha assunto sembianze diverse in relazione al periodo di riferimento. Il che ha suggerito di verificare, tra l’essere e il dover esser, quale sia il possibile punto di equilibrio della difficile conciliazione tra le regole (europee e nazionali) di finanza pubblica e il sistema di welfare. L’essere i diritti sociali sempre più diritti finanziariamente condizionati specie dopo l’entrata in vigore della legge costituzionale n.1 del 20 aprile 2012, che ha riaffermato il necessario e prioritario rispetto dei principi di equilibrio del bilancio e di sostenibilità del debito pubblico per tutte le amministrazioni pubbliche. Il dover essere l’Italia uno Stato sociale che si basa su una architettura costituzionale che ha posto al centro il principio di eguaglianza sostanziale, il principio personalista e il principio solidarista, e la tutela dei diritti sociali. Dunque un essere ed un dover essere che ha fatto intravedere uno scenario ben più complesso di quello che vedeva il “welfare” associato direttamente all’intervento pubblico e al ruolo dell’amministrazione, disvelando un quadro composito costituito da tanti modelli diversi, ove il pubblico e il privato si contemperano dando vita, nel prisma del paradigma sussidiario, ad un welfare in costante divenire. Con questo lavoro monografico si è dunque cercato di analizzare come le interconnessioni tra dimensione finanziaria e dimensione sussidiaria del welfare, consentano di individuare, nella stagione dello Stato delle crisi, un nuovo patto per la tenuta dello stato sociale.

LO STATO SOCIALE TRA REGOLE DI FINANZA PUBBLICA E NUOVI MODELLI DI WELFARE

Vanessa Manzetti
2024-01-01

Abstract

Lo Stato Sociale nella veste contemporanea dello “Stato delle crisi” si trova a muoversi sul sentiero di una dimensione amministrativa sempre più condizionata dalla dimensione nazionale, europea e globale della finanza pubblica. Una dimensione dinamica segnata da processi di trasformazione che hanno caratterizzato le fasi politiche ed istituzionali e che trovano riscontro nei cambiamenti, talvolta strutturali, dell’assetto amministrativo, del riordino territoriale, dell’architettura costituzionale. Le ragioni vanno ritrovate nel fatto che la società moderna non è più così propensa al cambiamento, come se si fosse giunti prima ad uno stallo e poi ad un “arretramento” delle conquiste sociali, a causa dell’incapacità dei governanti e dei legislatori di intervenire per porre un freno a quel processo di progressiva erosione economica e finanziaria dello Stato sociale, che sembra aver portato ad una irreversibile crisi del modello di welfare State sia per le generazioni presenti che per quelle future. Infatti sotto la pressione della dimensione finanziaria il rapporto tra “welfare” e “State ha assunto sembianze diverse in relazione al periodo di riferimento. Il che ha suggerito di verificare, tra l’essere e il dover esser, quale sia il possibile punto di equilibrio della difficile conciliazione tra le regole (europee e nazionali) di finanza pubblica e il sistema di welfare. L’essere i diritti sociali sempre più diritti finanziariamente condizionati specie dopo l’entrata in vigore della legge costituzionale n.1 del 20 aprile 2012, che ha riaffermato il necessario e prioritario rispetto dei principi di equilibrio del bilancio e di sostenibilità del debito pubblico per tutte le amministrazioni pubbliche. Il dover essere l’Italia uno Stato sociale che si basa su una architettura costituzionale che ha posto al centro il principio di eguaglianza sostanziale, il principio personalista e il principio solidarista, e la tutela dei diritti sociali. Dunque un essere ed un dover essere che ha fatto intravedere uno scenario ben più complesso di quello che vedeva il “welfare” associato direttamente all’intervento pubblico e al ruolo dell’amministrazione, disvelando un quadro composito costituito da tanti modelli diversi, ove il pubblico e il privato si contemperano dando vita, nel prisma del paradigma sussidiario, ad un welfare in costante divenire. Con questo lavoro monografico si è dunque cercato di analizzare come le interconnessioni tra dimensione finanziaria e dimensione sussidiaria del welfare, consentano di individuare, nella stagione dello Stato delle crisi, un nuovo patto per la tenuta dello stato sociale.
2024
Manzetti, Vanessa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1289788
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