Le due pièces di Matei Vișniec, riunite per la prima volta in traduzione italiana nella monografia "Vecchio clown cercasi. La storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha una ragazza a Francoforte", non sono soltanto testi teatrali fondamentali dell’autore romeno-francese — considerato uno dei più apprezzati drammaturghi del teatro europeo contemporaneo — ma anche due tra i drammi più frequentemente rappresentati sui palcoscenici francesi, romeni e internazionali. Ciò che accomuna in primo luogo i due testi è la loro appartenenza a una tematica di respiro europeo e universale, caratteristica del teatro contemporaneo. Vi si evidenzia un ampio ricorso a un immaginario intensamente poetico, che veicola significati profondi legati alla condizione generalmente umana, rivelando una drammaturgia fondata sulla centralità dell’individuo, colto nelle sue crisi e derive, ma ancora capace di sperimentare l’amore in una forma assoluta. L’analisi proposta nel saggio "Clown e artisti, «storie» fra marginalità e sublimazione. Un topos circense e una singolare ars amandi per declinare l’identità nello specchio del teatro in e sul teatro" mette in luce come, in entrambe le drammaturgie di Vișniec, assuma particolare rilievo la dimensione dell’identità e dell’alterità, che si declina non solo in queste trame, ma in tutta la sua produzione teatrale, come una continua e febbrile ricerca di sé. Una ricerca che spesso culmina nella constatazione dell’inadeguatezza alla realtà, traducendosi talvolta, nei personaggi, in uno spossessamento della propria identità. Ciò accade sia nei casi in cui lo «scioglimento» della vicenda sancisce lo scacco delle esistenze (come in "Vecchio clown cercasi"), sia quando, al contrario, lascia intravedere la promessa di una perfezione umana ancora possibile, sorprendente nella nostra condizione di esseri del terzo millennio (in "La storia degli orsi panda..."). Il volume, curato e corredato di commenti e apparati critici, nonché dal saggio critico della Prof.ssa E. David, menzionato in precedenza (pp. 11–38), include — oltre alla prefazione di Eva Marinai (Università di Pisa) —, un profilo bio-bibliografico dell’autore, e si conclude con una bibliografia ragionata (suddivisa in: bibliografia primaria dell’opera di Vișniec in romeno, francese e italiano, pp. 157–178; e bibliografia secondaria, pp. 178–199). Inoltre, ciascuna pièce è preceduta da una scheda bio-bibliografica (rispettivamente dalla p. 39 alla p. 49 e dalla p. 101 alla p. 108), in cui si ripercorre la ricezione del testo, nonché degli allestimenti più significativi messi in scena dal 1990 a oggi, in particolare in Francia, Romania e Italia. La traduzione italiana è frutto del lavoro di più studiosi: "Vecchio clown cercasi" (pp. 51–100) è stato tradotto dal romeno da E. David, mentre "La storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha una ragazza a Francoforte" (pp. 109–151) è stato reso in italiano dal francese da Pascale Aiguier, Giuseppa Salidu e Davide Piludu.

Matei Vișniec. Vecchio clown cercasi. La storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha una ragazza a Francoforte

Emilia David
Primo
2024-01-01

Abstract

Le due pièces di Matei Vișniec, riunite per la prima volta in traduzione italiana nella monografia "Vecchio clown cercasi. La storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha una ragazza a Francoforte", non sono soltanto testi teatrali fondamentali dell’autore romeno-francese — considerato uno dei più apprezzati drammaturghi del teatro europeo contemporaneo — ma anche due tra i drammi più frequentemente rappresentati sui palcoscenici francesi, romeni e internazionali. Ciò che accomuna in primo luogo i due testi è la loro appartenenza a una tematica di respiro europeo e universale, caratteristica del teatro contemporaneo. Vi si evidenzia un ampio ricorso a un immaginario intensamente poetico, che veicola significati profondi legati alla condizione generalmente umana, rivelando una drammaturgia fondata sulla centralità dell’individuo, colto nelle sue crisi e derive, ma ancora capace di sperimentare l’amore in una forma assoluta. L’analisi proposta nel saggio "Clown e artisti, «storie» fra marginalità e sublimazione. Un topos circense e una singolare ars amandi per declinare l’identità nello specchio del teatro in e sul teatro" mette in luce come, in entrambe le drammaturgie di Vișniec, assuma particolare rilievo la dimensione dell’identità e dell’alterità, che si declina non solo in queste trame, ma in tutta la sua produzione teatrale, come una continua e febbrile ricerca di sé. Una ricerca che spesso culmina nella constatazione dell’inadeguatezza alla realtà, traducendosi talvolta, nei personaggi, in uno spossessamento della propria identità. Ciò accade sia nei casi in cui lo «scioglimento» della vicenda sancisce lo scacco delle esistenze (come in "Vecchio clown cercasi"), sia quando, al contrario, lascia intravedere la promessa di una perfezione umana ancora possibile, sorprendente nella nostra condizione di esseri del terzo millennio (in "La storia degli orsi panda..."). Il volume, curato e corredato di commenti e apparati critici, nonché dal saggio critico della Prof.ssa E. David, menzionato in precedenza (pp. 11–38), include — oltre alla prefazione di Eva Marinai (Università di Pisa) —, un profilo bio-bibliografico dell’autore, e si conclude con una bibliografia ragionata (suddivisa in: bibliografia primaria dell’opera di Vișniec in romeno, francese e italiano, pp. 157–178; e bibliografia secondaria, pp. 178–199). Inoltre, ciascuna pièce è preceduta da una scheda bio-bibliografica (rispettivamente dalla p. 39 alla p. 49 e dalla p. 101 alla p. 108), in cui si ripercorre la ricezione del testo, nonché degli allestimenti più significativi messi in scena dal 1990 a oggi, in particolare in Francia, Romania e Italia. La traduzione italiana è frutto del lavoro di più studiosi: "Vecchio clown cercasi" (pp. 51–100) è stato tradotto dal romeno da E. David, mentre "La storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha una ragazza a Francoforte" (pp. 109–151) è stato reso in italiano dal francese da Pascale Aiguier, Giuseppa Salidu e Davide Piludu.
2024
David, Emilia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1289887
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