L’attuale crisi presenta caratteri nuovi e una natura strutturale. Costituisce infatti l’epilogo di una serie di contraddizioni emerse all’interno del capitalismo finanziario degli ultimi vent’anni: eccesso di liquidità, volontà di cancellare la nozione stessa di rischio, distribuendola su una miriade di soggetti, moltiplicazione degli strumenti speculativi. In questo senso è una crisi che contiene in sé più crisi diverse, dalla crisi immobiliare a quella finanziaria fino a quella industriale. È quindi la prima vera crisi globale che non parte dalle aree deboli dall’economia internazionale, ma dal cuore del sistema, muovendo dagli Stati Uniti all’Europa e di qui al resto del mondo. L’elemento decisivo per superare le attuali difficoltà sembra essere soprattutto l’azione dello Stato che dipende dalla sua capacità di indebitamento. In questo senso le aree deboli, come il continente africano, rischiano di non avere risorse disponibili, anche alla luce del rapido rientro dei capitali nelle economie di provenienza, trincerate in un crescente protezionismo.
Una crisi tante crisi.Il crollo della finanza e la malattia del mercato
VOLPI, ALESSANDRO
2009-01-01
Abstract
L’attuale crisi presenta caratteri nuovi e una natura strutturale. Costituisce infatti l’epilogo di una serie di contraddizioni emerse all’interno del capitalismo finanziario degli ultimi vent’anni: eccesso di liquidità, volontà di cancellare la nozione stessa di rischio, distribuendola su una miriade di soggetti, moltiplicazione degli strumenti speculativi. In questo senso è una crisi che contiene in sé più crisi diverse, dalla crisi immobiliare a quella finanziaria fino a quella industriale. È quindi la prima vera crisi globale che non parte dalle aree deboli dall’economia internazionale, ma dal cuore del sistema, muovendo dagli Stati Uniti all’Europa e di qui al resto del mondo. L’elemento decisivo per superare le attuali difficoltà sembra essere soprattutto l’azione dello Stato che dipende dalla sua capacità di indebitamento. In questo senso le aree deboli, come il continente africano, rischiano di non avere risorse disponibili, anche alla luce del rapido rientro dei capitali nelle economie di provenienza, trincerate in un crescente protezionismo.File | Dimensione | Formato | |
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