Il volume nasce con l’obiettivo di indagare la rappresentazione di Charles Dickens come personaggio nelle letterature di lingua inglese durante gli ultimi cinquant’anni. Inserendosi nel dibattito contemporaneo sul rapporto tra fatto e finzione, biografia e biofiction, scrittura e riscrittura, lo studio delle “vite immaginarie” di Dickens vuole adottare un approccio culturale e semiotico per la lettura del personaggio autore. L’indagine dei fictional Dickens è orientata verso un duplice obiettivo: da un lato, sondare il possibile impatto della letteratura sulle dinamiche sottese alla memoria culturale di Dickens e alla lettura critica delle sue opere; dall’altro, esplorare l’“effetto Dickens” sulla poetica delle autrici e degli autori contemporanei che si sono confrontati con la sua figura e con la sua produzione per riflettere sulla storia, sul canone e sui concetti di verità e di identità. Se David Copperfield ammetteva l’incapacità della scrittura di cambiare il passato, “It is no worse, because I write of it. It would be no better, if I stopped my most unwilling hand. Nothing can undo it; nothing can make it otherwise than as it was”, il nostro studio apre con forza alla possibilità che la letteratura ci sappia guidare verso una migliore comprensione della realtà e di quelle disarmonie dickensiane che da sempre riecheggiano attraverso epoche e luoghi differenti.
Vite immaginarie. Charles Dickens, personaggio letterario
Valerie Tosi
Primo
2024-01-01
Abstract
Il volume nasce con l’obiettivo di indagare la rappresentazione di Charles Dickens come personaggio nelle letterature di lingua inglese durante gli ultimi cinquant’anni. Inserendosi nel dibattito contemporaneo sul rapporto tra fatto e finzione, biografia e biofiction, scrittura e riscrittura, lo studio delle “vite immaginarie” di Dickens vuole adottare un approccio culturale e semiotico per la lettura del personaggio autore. L’indagine dei fictional Dickens è orientata verso un duplice obiettivo: da un lato, sondare il possibile impatto della letteratura sulle dinamiche sottese alla memoria culturale di Dickens e alla lettura critica delle sue opere; dall’altro, esplorare l’“effetto Dickens” sulla poetica delle autrici e degli autori contemporanei che si sono confrontati con la sua figura e con la sua produzione per riflettere sulla storia, sul canone e sui concetti di verità e di identità. Se David Copperfield ammetteva l’incapacità della scrittura di cambiare il passato, “It is no worse, because I write of it. It would be no better, if I stopped my most unwilling hand. Nothing can undo it; nothing can make it otherwise than as it was”, il nostro studio apre con forza alla possibilità che la letteratura ci sappia guidare verso una migliore comprensione della realtà e di quelle disarmonie dickensiane che da sempre riecheggiano attraverso epoche e luoghi differenti.File | Dimensione | Formato | |
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