La carica di governatore di Livorno non è stata finora oggetto di una ricostruzione complessiva. Un vuoto dovuto anche al fatto che tale ufficio non ha eguali nel sistema istituzionale del granducato di Toscana. Il ruolo governatoriale non era pienamente formalizzato, ma era di volta in volta plasmato dal carisma della persona che lo rivestiva, dalle contingenze storiche della città e dai rapporti di forza con il principe. Solo il governatore, infatti, era in grado di comporre i mutevoli interessi dei diversi soggetti sociali e politici che convivevano in questo territorio di frontiera: i mercanti, la comunità ebraica, le élites dirigenti ed i ceti popolari, le rappresentanze estere e le «nazioni», i marinai e le truppe di guarnigione. E per questo poteva rivendicare un’autonomia tutta speciale rispetto alle regole in vigore nel resto del granducato. Avvalendosi di innumerevoli fonti, si restituisce per la prima volta l’evoluzione del Governo di Livorno dall’età medicea fino al suo epilogo, con l’Unità d’Italia. La prospettiva di lunga durata permette di cogliere l’unicità e, allo stesso tempo, il valore universale dei meccanismi di definizione ed esercizio del potere tipici della città labronica, quale modello di convivenza in una comunità complessa eppur non dissimile da quella degli altri porti del Mediterraneo.
I governatori di Livorno dai Medici all'Unità d'Italia. Gli uomini, le istituzioni, la città
AGLIETTI, MARCELLA
2009-01-01
Abstract
La carica di governatore di Livorno non è stata finora oggetto di una ricostruzione complessiva. Un vuoto dovuto anche al fatto che tale ufficio non ha eguali nel sistema istituzionale del granducato di Toscana. Il ruolo governatoriale non era pienamente formalizzato, ma era di volta in volta plasmato dal carisma della persona che lo rivestiva, dalle contingenze storiche della città e dai rapporti di forza con il principe. Solo il governatore, infatti, era in grado di comporre i mutevoli interessi dei diversi soggetti sociali e politici che convivevano in questo territorio di frontiera: i mercanti, la comunità ebraica, le élites dirigenti ed i ceti popolari, le rappresentanze estere e le «nazioni», i marinai e le truppe di guarnigione. E per questo poteva rivendicare un’autonomia tutta speciale rispetto alle regole in vigore nel resto del granducato. Avvalendosi di innumerevoli fonti, si restituisce per la prima volta l’evoluzione del Governo di Livorno dall’età medicea fino al suo epilogo, con l’Unità d’Italia. La prospettiva di lunga durata permette di cogliere l’unicità e, allo stesso tempo, il valore universale dei meccanismi di definizione ed esercizio del potere tipici della città labronica, quale modello di convivenza in una comunità complessa eppur non dissimile da quella degli altri porti del Mediterraneo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.