La propensione a «tentare la sorte» è sempre stata una caratteristica insopprimibile della natura umana. Il gioco d’azzardo viene considerato un fenomeno sociale ineliminabile e la sua proibizione ha spesso contribuito ad incrementare la proliferazione di analoghe attività gestite illegalmente. La forte espansione che il settore del gioco d’azzardo (ad esempio lotterie, scommesse sportive, slot machines, bingo, lotto, card room, blackjack, keno) ha conseguito negli ultimi decenni non è stata esente da pesanti critiche. Nonostante le molteplici ricerche svolte in merito, gli effetti socio-economici producibili da tale attività sono ancora molto controversi e spesso contrastanti, complici sia le motivazioni (ed i pregiudizi) di natura etica, morale e religiosa sia i forti interessi economici che ruotano attorno a tale business. La struttura del gioco d’azzardo può indurre a sostenere che lo stesso sia un’attività improduttiva, in quanto le vincite di una parte coincidono con le perdite della controparte (gioco a somma zero): il gioco potrebbe apparire un’attività che ridistribuisce il denaro (dai perdenti ai vincitori) distruggendo ricchezza (in termini di energie e tempo dei giocatori e di chi fornisce il servizio). Tale impostazione, però, viene fortemente criticata: il gioco d’azzardo appartiene al settore del «divertimento», pertanto il consumatore (in questo caso il giocatore) è disposto a spendere (perdere) del denaro per ottenere in cambio un determinato servizio, cioè la possibilità di «divertirsi». Tra le varie modalità con le quali possono essere offerti i giochi d’azzardo, le case da gioco rappresentano, sicuramente, la modalità più caratteristica e complessa. Possiamo osservare, soprattutto nei paesi caratterizzati da un maggiore grado di liberalizzazione delle case da gioco, come il management debba avvalersi sempre di più di figure professionali operanti in differenti campi (dal calcolo probabilistico alla psicologia) e come sia essenziale, quindi, il contributo di dipendenti con competenze altamente qualificate. Nei paesi caratterizzati da un maggior grado di competizione, istituti per la formazione professionale nonché enti universitari investono ingenti risorse nella ricerca e nella creazione di percorsi formativi per figure manageriali specializzate nella gestione del gioco, rendendo molto interessanti le opportunità di carriera all’interno di tale settore. Una forma di istruzione che ha contribuito anche a sensibilizzare le case da gioco verso una sorta di «responsabilità sociale», in grado di «ripulire» l’immagine dei casinò che in passato è sempre stata associata a gestioni reputate molto spregiudicate. Pertanto, l’obiettivo principale del presente lavoro è quello di dare un contributo allo studio degli aspetti economico- aziendali che coinvolgono la gestione, molto peculiare e complessa, dei casinò. In particolare, la ricerca analizza l’intera attività svolta dalle case da gioco in relazione alle quattro operazioni basilari della gestione aziendale - finanziamento, investimento, trasformazione e vendita - e focalizza l’attenzione su aspetti di natura strategico-gestionale nonché sugli indicatori di performance tipici delle case da gioco. Inoltre, a completamento dell’analisi, la monografia si pone come ulteriore obiettivo quello di approfondire la delicata questione delle rilevazioni contabili e delle problematiche di bilancio, che in questa tipologia di azienda assumono dei connotati del tutto particolari. Pertanto, la presente ricerca, analizzando i caratteri di aziendalità dell’organizzazione casinò vista nel suo insieme, tenta di fornire, allo stato dell’arte, un utile contributo sia accademico che, per certi versi, operativo. La gestione di una casa da gioco, infatti, non può essere lasciata all’intuito del personale più esperto, ma in modo attento, oculato e razionale deve essere guidata dai modelli, dalle logiche e dalle metodologie tipiche dell’economia aziendale; soltanto in questo modo possono essere superate le difficoltà organizzative e gestionali senza lasciare al «caso» il conseguimento di risultati economici positivi, consentendo quindi di guadagnare col gioco d’azzardo senza giocare d’azzardo. Per la redazione del presente lavoro, che è stato impostato seguendo una metodologia induttiva-deduttiva, si è dovuto ricorrere, in modo consistente, alla letteratura straniera in materia, data la pressoché totale assenza, nel panorama degli studi economico-aziendali italiani, di ricerche specifiche in tale ambito. Inoltre si è reso necessario procedere, per un ulteriore approfondimento, ad analisi empiriche effettuando dei riscontri operativi «sul campo». Tali indagini hanno permesso sia di verificare quanto i concreti comportamenti manageriali ed operativi, tenuti all’interno dei casinò, si possano discostare dai modelli teorizzati dalla dottrina straniera, sia di esplorare molti aspetti, soprattutto inerenti le peculiarità della rilevazione e del bilancio, non completamente indagati e descritti dalla letteratura.

L'azienda casinò. Problematiche gestionali e di bilancio (monografia referata)

VERONA, ROBERTO
2009-01-01

Abstract

La propensione a «tentare la sorte» è sempre stata una caratteristica insopprimibile della natura umana. Il gioco d’azzardo viene considerato un fenomeno sociale ineliminabile e la sua proibizione ha spesso contribuito ad incrementare la proliferazione di analoghe attività gestite illegalmente. La forte espansione che il settore del gioco d’azzardo (ad esempio lotterie, scommesse sportive, slot machines, bingo, lotto, card room, blackjack, keno) ha conseguito negli ultimi decenni non è stata esente da pesanti critiche. Nonostante le molteplici ricerche svolte in merito, gli effetti socio-economici producibili da tale attività sono ancora molto controversi e spesso contrastanti, complici sia le motivazioni (ed i pregiudizi) di natura etica, morale e religiosa sia i forti interessi economici che ruotano attorno a tale business. La struttura del gioco d’azzardo può indurre a sostenere che lo stesso sia un’attività improduttiva, in quanto le vincite di una parte coincidono con le perdite della controparte (gioco a somma zero): il gioco potrebbe apparire un’attività che ridistribuisce il denaro (dai perdenti ai vincitori) distruggendo ricchezza (in termini di energie e tempo dei giocatori e di chi fornisce il servizio). Tale impostazione, però, viene fortemente criticata: il gioco d’azzardo appartiene al settore del «divertimento», pertanto il consumatore (in questo caso il giocatore) è disposto a spendere (perdere) del denaro per ottenere in cambio un determinato servizio, cioè la possibilità di «divertirsi». Tra le varie modalità con le quali possono essere offerti i giochi d’azzardo, le case da gioco rappresentano, sicuramente, la modalità più caratteristica e complessa. Possiamo osservare, soprattutto nei paesi caratterizzati da un maggiore grado di liberalizzazione delle case da gioco, come il management debba avvalersi sempre di più di figure professionali operanti in differenti campi (dal calcolo probabilistico alla psicologia) e come sia essenziale, quindi, il contributo di dipendenti con competenze altamente qualificate. Nei paesi caratterizzati da un maggior grado di competizione, istituti per la formazione professionale nonché enti universitari investono ingenti risorse nella ricerca e nella creazione di percorsi formativi per figure manageriali specializzate nella gestione del gioco, rendendo molto interessanti le opportunità di carriera all’interno di tale settore. Una forma di istruzione che ha contribuito anche a sensibilizzare le case da gioco verso una sorta di «responsabilità sociale», in grado di «ripulire» l’immagine dei casinò che in passato è sempre stata associata a gestioni reputate molto spregiudicate. Pertanto, l’obiettivo principale del presente lavoro è quello di dare un contributo allo studio degli aspetti economico- aziendali che coinvolgono la gestione, molto peculiare e complessa, dei casinò. In particolare, la ricerca analizza l’intera attività svolta dalle case da gioco in relazione alle quattro operazioni basilari della gestione aziendale - finanziamento, investimento, trasformazione e vendita - e focalizza l’attenzione su aspetti di natura strategico-gestionale nonché sugli indicatori di performance tipici delle case da gioco. Inoltre, a completamento dell’analisi, la monografia si pone come ulteriore obiettivo quello di approfondire la delicata questione delle rilevazioni contabili e delle problematiche di bilancio, che in questa tipologia di azienda assumono dei connotati del tutto particolari. Pertanto, la presente ricerca, analizzando i caratteri di aziendalità dell’organizzazione casinò vista nel suo insieme, tenta di fornire, allo stato dell’arte, un utile contributo sia accademico che, per certi versi, operativo. La gestione di una casa da gioco, infatti, non può essere lasciata all’intuito del personale più esperto, ma in modo attento, oculato e razionale deve essere guidata dai modelli, dalle logiche e dalle metodologie tipiche dell’economia aziendale; soltanto in questo modo possono essere superate le difficoltà organizzative e gestionali senza lasciare al «caso» il conseguimento di risultati economici positivi, consentendo quindi di guadagnare col gioco d’azzardo senza giocare d’azzardo. Per la redazione del presente lavoro, che è stato impostato seguendo una metodologia induttiva-deduttiva, si è dovuto ricorrere, in modo consistente, alla letteratura straniera in materia, data la pressoché totale assenza, nel panorama degli studi economico-aziendali italiani, di ricerche specifiche in tale ambito. Inoltre si è reso necessario procedere, per un ulteriore approfondimento, ad analisi empiriche effettuando dei riscontri operativi «sul campo». Tali indagini hanno permesso sia di verificare quanto i concreti comportamenti manageriali ed operativi, tenuti all’interno dei casinò, si possano discostare dai modelli teorizzati dalla dottrina straniera, sia di esplorare molti aspetti, soprattutto inerenti le peculiarità della rilevazione e del bilancio, non completamente indagati e descritti dalla letteratura.
2009
Verona, Roberto
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