Introduzione. L’associazione tra esposizione a Biossido di Azoto (NO2) e mortalità è ben documentata in letteratura, mentre sono scarse le evidenze circa i fattori che individuano gruppi di popolazione più sensibili agli effetti degli inquinanti. Obiettivo. Esaminare il ruolo di alcune condizioni cliniche come potenziali modificatori dell’associazione tra l’esposizione a breve termine a NO2 e mortalità. Metodi: Lo studio ha incluso 271.111 soggetti di 35 anni o più residenti in 9 città italiane (Bologna, Firenze, Mestre-Venezia, Milano, Palermo, Pisa, Roma, Taranto e Torino) e deceduti per cause naturali nel comune di residenza tra il 2001 e il 2005. Per ogni soggetto sono state acquisite informazioni sulla causa di morte e sui ricoveri occorsi nei due anni precedenti la morte. L’analisi statistica è stata effettuata con un approccio case-crossover stratificato per tempo. I risultati sono espressi come incrementi percentuali di rischio (intervalli di confidenza al 95%) per variazioni di 10 µg/m3 di NO2. Risultati. Si è osservata una associazione significativa tra l’esposizione a NO2 e mortalità per cause naturali (2,03%; 0,87%-3,21%). L’avere avuto almeno un ricovero in ospedale nei due anni precedenti il decesso è risultato un significativo modificatore d’effetto dell’associazione tra NO2 e mortalità (2,86%; 1,39%-4,35%). Una chiara modificazione d’effetto si è osservata anche per i soggetti con 3 o più malattie croniche (3.62%; 2,04%-5,22%) rispetto ai soggetti senza malattie croniche (1.54%; 0,275-2,82), con un tendenziale aumento del rischio in relazione al numero di malattie croniche. Rischi più elevati si sono osservati in presenza di specifiche patologie croniche quali le malattie del circolo polmonare, i disturbi della conduzione, il diabete, lo scompenso cardiaco e le malattie ischemiche del miocardio. Conclusioni. Preesistenti patologie croniche modificano l’associazione tra l’esposizione a breve termine a NO2 e mortalità.
Biossido di azoto e mortalità giornaliera: ruolo delle condizioni cliniche pre-esistenti. lo studio collaborativo Epiair
VIGOTTI, MARIA ANGELA;
2010-01-01
Abstract
Introduzione. L’associazione tra esposizione a Biossido di Azoto (NO2) e mortalità è ben documentata in letteratura, mentre sono scarse le evidenze circa i fattori che individuano gruppi di popolazione più sensibili agli effetti degli inquinanti. Obiettivo. Esaminare il ruolo di alcune condizioni cliniche come potenziali modificatori dell’associazione tra l’esposizione a breve termine a NO2 e mortalità. Metodi: Lo studio ha incluso 271.111 soggetti di 35 anni o più residenti in 9 città italiane (Bologna, Firenze, Mestre-Venezia, Milano, Palermo, Pisa, Roma, Taranto e Torino) e deceduti per cause naturali nel comune di residenza tra il 2001 e il 2005. Per ogni soggetto sono state acquisite informazioni sulla causa di morte e sui ricoveri occorsi nei due anni precedenti la morte. L’analisi statistica è stata effettuata con un approccio case-crossover stratificato per tempo. I risultati sono espressi come incrementi percentuali di rischio (intervalli di confidenza al 95%) per variazioni di 10 µg/m3 di NO2. Risultati. Si è osservata una associazione significativa tra l’esposizione a NO2 e mortalità per cause naturali (2,03%; 0,87%-3,21%). L’avere avuto almeno un ricovero in ospedale nei due anni precedenti il decesso è risultato un significativo modificatore d’effetto dell’associazione tra NO2 e mortalità (2,86%; 1,39%-4,35%). Una chiara modificazione d’effetto si è osservata anche per i soggetti con 3 o più malattie croniche (3.62%; 2,04%-5,22%) rispetto ai soggetti senza malattie croniche (1.54%; 0,275-2,82), con un tendenziale aumento del rischio in relazione al numero di malattie croniche. Rischi più elevati si sono osservati in presenza di specifiche patologie croniche quali le malattie del circolo polmonare, i disturbi della conduzione, il diabete, lo scompenso cardiaco e le malattie ischemiche del miocardio. Conclusioni. Preesistenti patologie croniche modificano l’associazione tra l’esposizione a breve termine a NO2 e mortalità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.