Presentazione critica di un poeta fiorentino vissuto tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento e morto a Parigi, esponente e cantore principe di quella particolare categoria di personaggi dediti al gioco, alla frequentazione di osterie e bordelli, alle truffe e ai piccoli furti, che si autodefinivano Scapigliati (due secoli prima di Cletto Arrighi): Curzio Marignolli, già apprezzato da Benedetto Croce, che però ignorava una gran parte dei suoi versi, in particolare quelli più crudamente osceni (viceversa celeberrimi alla sua epoca). In essi Marignolli conferma la sua spiccata perizia stilistica e la sua grande verve teatrale, con suggestivi accenti visionarî ed espressionistici e una notevole inventiva (avente il suo vertice nella lunghissima sonettessa intitolata Monneide). In quanto inediti, se ne fornisce una trascrizione integrale commentata in una lunga appendice al contributo critico.
«Gente scapigliatissima e bizzarra». La poesia libertina di Curzio Marignolli
MASI, GIORGIO
2010-01-01
Abstract
Presentazione critica di un poeta fiorentino vissuto tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento e morto a Parigi, esponente e cantore principe di quella particolare categoria di personaggi dediti al gioco, alla frequentazione di osterie e bordelli, alle truffe e ai piccoli furti, che si autodefinivano Scapigliati (due secoli prima di Cletto Arrighi): Curzio Marignolli, già apprezzato da Benedetto Croce, che però ignorava una gran parte dei suoi versi, in particolare quelli più crudamente osceni (viceversa celeberrimi alla sua epoca). In essi Marignolli conferma la sua spiccata perizia stilistica e la sua grande verve teatrale, con suggestivi accenti visionarî ed espressionistici e una notevole inventiva (avente il suo vertice nella lunghissima sonettessa intitolata Monneide). In quanto inediti, se ne fornisce una trascrizione integrale commentata in una lunga appendice al contributo critico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.