La metropoli fra otto e novecento ha rappresentato per il pensiero sociale tedesco un modello in miniatura della civiltà occidentale, ovvero la formazione sociale dove la modernità si è manifestata nella maniera più evidente ed estrema. Questo libro ricostruisce criticamente il pensiero di Georg Simmel (1858-1918) e Walter Benjamin (1892-1940) sulla metropoli come forma sociale generale, concentrandosi soprattutto sul concetto di soggettività. Simmel e Benjamin infatti appartengono a due generazioni di intellettuali che si formano rispettivamente prima e all’interno di quello che è stato definito il «secolo breve». Le loro riflessioni rappresentano due momenti assai significativi della auto-coscienza del moderno che ha vissuto, al suo esordio, la speranza nella proliferazione dell’individualità e, successivamente, la «colonizzazione delle coscienze» operata dalla cultura di massa e dai totalitarismi. L’individuo metropolitano blasé di Simmel e il flâneur di Benjamin rappresentano i simboli di una riflessione sul rapporto tra individuo e società ancora ricca e attuale. Una attenta analisi di questa fase della modernità otto-novecentesca mostra come in essa si anticipino molti caratteri della (cosiddetta) «postmodernità» culturale.
Metropolis. Georg Simmel, Walter Benjamin e la modernità
MELE, VINCENZO
2011-01-01
Abstract
La metropoli fra otto e novecento ha rappresentato per il pensiero sociale tedesco un modello in miniatura della civiltà occidentale, ovvero la formazione sociale dove la modernità si è manifestata nella maniera più evidente ed estrema. Questo libro ricostruisce criticamente il pensiero di Georg Simmel (1858-1918) e Walter Benjamin (1892-1940) sulla metropoli come forma sociale generale, concentrandosi soprattutto sul concetto di soggettività. Simmel e Benjamin infatti appartengono a due generazioni di intellettuali che si formano rispettivamente prima e all’interno di quello che è stato definito il «secolo breve». Le loro riflessioni rappresentano due momenti assai significativi della auto-coscienza del moderno che ha vissuto, al suo esordio, la speranza nella proliferazione dell’individualità e, successivamente, la «colonizzazione delle coscienze» operata dalla cultura di massa e dai totalitarismi. L’individuo metropolitano blasé di Simmel e il flâneur di Benjamin rappresentano i simboli di una riflessione sul rapporto tra individuo e società ancora ricca e attuale. Una attenta analisi di questa fase della modernità otto-novecentesca mostra come in essa si anticipino molti caratteri della (cosiddetta) «postmodernità» culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.