L'indagine costituisce il primo segmento – una sorta di progetto pilota – di un percorso di approfondimento e riflessione promosso dall'Università di Pisa e dall'Universidad del Salvador di Buenos Aires in ordine a una categoria particolarmente rilevante di enti internazionali, rappresentata dalle organizzazioni regionali (o sub-regionali). Muovendo da un’ottica che combina la visione europea e latinoamericana, è apparso interessante studiare due esempi significativi di organizzazione regionale: l’Unione europea, connotata da una struttura istituzionale molto forte e tale da imporre in vari campi l'interesse generale sulla volontà dei singoli Stati membri; il Mercosur, caratterizzato da procedimenti decisionali più flessibili e duttili, basati sul principio di consensualità di tutti gli Stati membri. produzione di risultati apprezzabili ha richiesto una continua sinergia tra gli esperti di entrambe le aree geografiche interessate. Gli argomenti studiati sono stati generalmente oggetto di una lettura in parallelo, con costanti scambi di opinioni tra i ricercatori, e riflessioni circa la possibilità di cross-fertilization. Gli elementi raccolti e analizzati hanno permesso di sviluppare una comparazione tra due processi di integrazione, senza limitarsi ad un confronto statico delle soluzioni normative o dei risultati: quello che è apparso maggiormente utile per la ricerca è stato analizzare i percorsi che hanno condotto a determinati esiti e discutere le lezioni apprese nei passaggi da una fase all'altra del processo di integrazione. Lo spirito che ha animato il confronto è stato quello di considerare che in questa materia non esistono esperienze paradigmatiche o di imprescindibile riferimento: in altri termini, il processo comunitario europeo è uno fra i molti modelli, non necessariamente il principale o il migliore. È del tutto evidente che la tipologia ottimale è sempre quella più rispondente alla situazione sociale, politica ed economica degli Stati che intendono cooperare istituzionalmente in un dato momento storico. Tuttavia, esiste anche una dimensione tecnica (cioè, di coerenza e adeguatezza del sistema giuridico ideato), che non può prescindere da dati obiettivamente validi. Sotto quest'ultimo profilo, la comparazione ha evidenziato la sua maggiore utilità: la riflessione sulle esperienze acquisite, sugli errori ancor prima che sui risultati, sui condizionamenti connessi all'operare di certi modelli normativi, appare difficilmente rinunciabile.
ORGANIZZAZIONI REGIONALI, MODELLO SOVRANAZIONALE E METODO INTERGOVERNATIVO: I CASI DELL’UNIONE EUROPEA E DEL MERCOSUR - ORGANIZACIONES REGIONALES, MODELO SUPRANACIONAL Y METODO INTERGUBERNAMENTAL: LOS CASOS DEL MERCOSUR Y DE LA UNIÓN EUROPEA
DI FILIPPO, MARCELLO
2012-01-01
Abstract
L'indagine costituisce il primo segmento – una sorta di progetto pilota – di un percorso di approfondimento e riflessione promosso dall'Università di Pisa e dall'Universidad del Salvador di Buenos Aires in ordine a una categoria particolarmente rilevante di enti internazionali, rappresentata dalle organizzazioni regionali (o sub-regionali). Muovendo da un’ottica che combina la visione europea e latinoamericana, è apparso interessante studiare due esempi significativi di organizzazione regionale: l’Unione europea, connotata da una struttura istituzionale molto forte e tale da imporre in vari campi l'interesse generale sulla volontà dei singoli Stati membri; il Mercosur, caratterizzato da procedimenti decisionali più flessibili e duttili, basati sul principio di consensualità di tutti gli Stati membri. produzione di risultati apprezzabili ha richiesto una continua sinergia tra gli esperti di entrambe le aree geografiche interessate. Gli argomenti studiati sono stati generalmente oggetto di una lettura in parallelo, con costanti scambi di opinioni tra i ricercatori, e riflessioni circa la possibilità di cross-fertilization. Gli elementi raccolti e analizzati hanno permesso di sviluppare una comparazione tra due processi di integrazione, senza limitarsi ad un confronto statico delle soluzioni normative o dei risultati: quello che è apparso maggiormente utile per la ricerca è stato analizzare i percorsi che hanno condotto a determinati esiti e discutere le lezioni apprese nei passaggi da una fase all'altra del processo di integrazione. Lo spirito che ha animato il confronto è stato quello di considerare che in questa materia non esistono esperienze paradigmatiche o di imprescindibile riferimento: in altri termini, il processo comunitario europeo è uno fra i molti modelli, non necessariamente il principale o il migliore. È del tutto evidente che la tipologia ottimale è sempre quella più rispondente alla situazione sociale, politica ed economica degli Stati che intendono cooperare istituzionalmente in un dato momento storico. Tuttavia, esiste anche una dimensione tecnica (cioè, di coerenza e adeguatezza del sistema giuridico ideato), che non può prescindere da dati obiettivamente validi. Sotto quest'ultimo profilo, la comparazione ha evidenziato la sua maggiore utilità: la riflessione sulle esperienze acquisite, sugli errori ancor prima che sui risultati, sui condizionamenti connessi all'operare di certi modelli normativi, appare difficilmente rinunciabile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.