Il volume ricostruisce la vicenda professionale e politica di un gruppo di lavoratrici, le postelegrafoniche, tra le prime donne a entrare negli uffici, e tra le prime alle dipendenze dello stato. La storia del rapporto tra donne e amministrazione di poste e telegrafi è caratterizzata dal tentativo delle lavoratrici di vedere riconosciuto il loro ruolo all’interno del servizio, e il loro contributo al buon funzionamento della macchina statale, di fronte a uno Stato restio a privarsi della possibilità di gestire il rapporto con loro in maniera più elastica di quello maschile. Parte di una categoria sindacale tra le più vivaci tra i dipendenti statali, le lavoratrici più attive seppero coltivare, tra fine Ottocento e i primi due decenni del Novecento, intensi legami col movimento femminista. Raggiunta finalmente l’equiparazione normativa con i loro colleghi maschi all’indomani del primo conflitto mondiale, le postelegrafoniche si videro togliere dal fascismo qualsiasi possibilità di carriera oltre i ruoli del personale esecutivo. I governi della Repubblica ristabilivano formalmente questa possibilità, ma, di fatto, il paternalismo democristiano, e lo scarso interesse della sinistra, consolidavano la realtà e l’immagine delle postelegrafoniche “tutte lavoro e bambini”, e le donne hanno stazionato,
Autonomia femminile e dignità del lavoro. Le postelegrafoniche
SAVELLI, LAURA
2012-01-01
Abstract
Il volume ricostruisce la vicenda professionale e politica di un gruppo di lavoratrici, le postelegrafoniche, tra le prime donne a entrare negli uffici, e tra le prime alle dipendenze dello stato. La storia del rapporto tra donne e amministrazione di poste e telegrafi è caratterizzata dal tentativo delle lavoratrici di vedere riconosciuto il loro ruolo all’interno del servizio, e il loro contributo al buon funzionamento della macchina statale, di fronte a uno Stato restio a privarsi della possibilità di gestire il rapporto con loro in maniera più elastica di quello maschile. Parte di una categoria sindacale tra le più vivaci tra i dipendenti statali, le lavoratrici più attive seppero coltivare, tra fine Ottocento e i primi due decenni del Novecento, intensi legami col movimento femminista. Raggiunta finalmente l’equiparazione normativa con i loro colleghi maschi all’indomani del primo conflitto mondiale, le postelegrafoniche si videro togliere dal fascismo qualsiasi possibilità di carriera oltre i ruoli del personale esecutivo. I governi della Repubblica ristabilivano formalmente questa possibilità, ma, di fatto, il paternalismo democristiano, e lo scarso interesse della sinistra, consolidavano la realtà e l’immagine delle postelegrafoniche “tutte lavoro e bambini”, e le donne hanno stazionato,I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.