Il lavoro si inserisce nell’ambito degli studi sulle componenti paesaggistiche, e loro evoluzione, delle aree di cava abbandonate, contesti fortemente compromessi dal punto di vista ambientale per un eccessivo sfruttamento del suolo a cui spesso non è corrisposta nessuna forma di ripristino attualmente imposta per legge. In particolare è stato analizzato l’assetto floristico-vegetazionale della cava di calcare “Del Punta Cristiani” (PI) facente parte del complesso del “Monte Pisano”, un rilievo di modeste altitudini che emerge a separare la pianura di Pisa a sud e la piana di Lucca a nord, tra la valle del Serchio e l’Arno. Ad eccezione della cava tutta la zona è divenuta Area Naturale Protetta di Interesse Locale in base alla Legge Regione Toscana n.49/95. Nello specifico l’area di studio si localizza tra le pendici del Monte Castellare (253 m s.l.m.), per un’estensione di 25ha e comprende tutta la cava, più alcuni versanti del monte immediatamente attigui alla stessa. Per quanto riguarda la componente floristica il sito, nonostante le sue limitate dimensioni, è caratterizzato da una discreta biodiversità in termini di numero complessivo di specie censite (168) e di emergenze floristiche meritevoli di tutela (9); tra queste ultime si ricordano Anacamptis pyramidalis (L.) Rich, Anemone coronaria L., Biscutella cichorifolia Loisel, Euphorbia dendroides L., Lactuca perennis L., Lunaria rediviva L. e Scabiosa uniseta Savi inserite nell’allegato A della Legge Regionale 56/2000. Questo dato contribuisce a rendere l’area particolarmente interessante e quindi degna di un’attenzione maggiore a livello gestionale. Dal punto di vista vegetazionale il paesaggio circostante la cava, rispecchia quanto riportato in letteratura per il Monte Pisano (Bertacchi et al, 2004), ed è rappresentato da un mosaico di boscaglie di sclerofille sempreverdi (Fraxino orni-Quercetum ilicis Horvatic (1956) 1958 con le subass. myrtetosum Horvatic 1958 e subass. quercetosum suberi Selvi et Viciani 1999 e var. a Cupressus sempervirens), con macchie e garighe (Erico arboreae-Arbutetum unedi subass. phillyretosum latifoliae Allier et Lacoste 1980, Cephalario leucanthae-Saturejetum montanae subass. euphorbietosum spinosae Allegrezza et al., 1997. Ai fini della gestione e di un eventuale recupero dell’area, è tuttavia da rilevare la presenza di diverse micro realtà correlate alle profonde differenze geomorfologiche originali o indotte dall’estrazione dei materiali lapidei dei vari settori individuati. Qui si evidenziano serie di vegetazione estremamente differenziate che vanno da tipologie rupicole con coperture estremamente rarefatte, determinate dalla eccessiva pendenza e scarsità di substrato, a tipologie mesoigrofile ove la coltivazione della cava ha causato avallamenti e/o accumuli di sedimenti fini. Da evidenziare, lungo le pareti rocciose, l’estrema capacità di insediamento e di diffusione spontanea di Cupressus sempervivens L. che può raggiungere densità di 0,3 individui/mq

ANALISI FLORISTICO-VEGETAZIONALE IN AREE ESTRATTIVE ABBANDONATE LA CAVA DEL PUNTA-CRISTIANI SUL MONTE PISANO (Toscana, PI)

LOMBARDI, TIZIANA;
2012-01-01

Abstract

Il lavoro si inserisce nell’ambito degli studi sulle componenti paesaggistiche, e loro evoluzione, delle aree di cava abbandonate, contesti fortemente compromessi dal punto di vista ambientale per un eccessivo sfruttamento del suolo a cui spesso non è corrisposta nessuna forma di ripristino attualmente imposta per legge. In particolare è stato analizzato l’assetto floristico-vegetazionale della cava di calcare “Del Punta Cristiani” (PI) facente parte del complesso del “Monte Pisano”, un rilievo di modeste altitudini che emerge a separare la pianura di Pisa a sud e la piana di Lucca a nord, tra la valle del Serchio e l’Arno. Ad eccezione della cava tutta la zona è divenuta Area Naturale Protetta di Interesse Locale in base alla Legge Regione Toscana n.49/95. Nello specifico l’area di studio si localizza tra le pendici del Monte Castellare (253 m s.l.m.), per un’estensione di 25ha e comprende tutta la cava, più alcuni versanti del monte immediatamente attigui alla stessa. Per quanto riguarda la componente floristica il sito, nonostante le sue limitate dimensioni, è caratterizzato da una discreta biodiversità in termini di numero complessivo di specie censite (168) e di emergenze floristiche meritevoli di tutela (9); tra queste ultime si ricordano Anacamptis pyramidalis (L.) Rich, Anemone coronaria L., Biscutella cichorifolia Loisel, Euphorbia dendroides L., Lactuca perennis L., Lunaria rediviva L. e Scabiosa uniseta Savi inserite nell’allegato A della Legge Regionale 56/2000. Questo dato contribuisce a rendere l’area particolarmente interessante e quindi degna di un’attenzione maggiore a livello gestionale. Dal punto di vista vegetazionale il paesaggio circostante la cava, rispecchia quanto riportato in letteratura per il Monte Pisano (Bertacchi et al, 2004), ed è rappresentato da un mosaico di boscaglie di sclerofille sempreverdi (Fraxino orni-Quercetum ilicis Horvatic (1956) 1958 con le subass. myrtetosum Horvatic 1958 e subass. quercetosum suberi Selvi et Viciani 1999 e var. a Cupressus sempervirens), con macchie e garighe (Erico arboreae-Arbutetum unedi subass. phillyretosum latifoliae Allier et Lacoste 1980, Cephalario leucanthae-Saturejetum montanae subass. euphorbietosum spinosae Allegrezza et al., 1997. Ai fini della gestione e di un eventuale recupero dell’area, è tuttavia da rilevare la presenza di diverse micro realtà correlate alle profonde differenze geomorfologiche originali o indotte dall’estrazione dei materiali lapidei dei vari settori individuati. Qui si evidenziano serie di vegetazione estremamente differenziate che vanno da tipologie rupicole con coperture estremamente rarefatte, determinate dalla eccessiva pendenza e scarsità di substrato, a tipologie mesoigrofile ove la coltivazione della cava ha causato avallamenti e/o accumuli di sedimenti fini. Da evidenziare, lungo le pareti rocciose, l’estrema capacità di insediamento e di diffusione spontanea di Cupressus sempervivens L. che può raggiungere densità di 0,3 individui/mq
2012
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/154450
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