Nel corso di una battuta di caccia al cinghiale a postazioni fisse uno dei partecipanti veniva ferito mortalmente al tronco da un proiettile ad alta velocità esploso dal fucile, tipo carabina Heckler & Koch, di un cacciatore posizionato su di una altana situata ad una distanza di circa 60 metri dalla vittima. Gli accertamenti medico-legali sono consistiti nello svolgimento di due sopralluoghi, uno effettuato nelle immediatezze dell’evento ed uno a distanza di alcuni giorni, e nell’esame necroscopico, coadiuvato da indagini radiologiche. Infatti il cadavere, prima dell’autopsia, fu sottoposto ad indagine TC total body multislice con strumento a 16 corone di detettori con ricostruzioni 3D e multiplanari, al fine di ottenere una preliminare visualizzazione della lesività interna. L’esame TC ha documentato gravissima lesività a livello vertebrale con evidente proiezione in senso postero-anteriore dei frammenti ossei; nonchè la presenza di tre minuscoli corpi radiopachi di densità metallica a livello degli spazi intersomatici D5-D6, D6-D7 e di L1 mentre non è stato visualizzato il proiettile. L’autopsia ha evidenziato la presenza di due ferite d’arma da fuoco al tronco: la ferita d’entrata, localizzata in regione sottoscapolare sinistra, era di forma circolare, con piccolo orletto ecchimotico-escoriato e contornata da plurime lacerazioni radiali; la ferita d’uscita, situata al di sotto dell’appendice xifoidea, presentava forma irregolare e contorni svasati. L’attribuzione rispettiva di foro d’entrata e d’uscita alle due lesioni è stata resa possibile, oltre che dalle loro caratteristiche morfologiche, anche dall’aspetto delle lacerazioni prodotte sul giubbotto ed ha trovato ulteriore conferma dalle immagini radiologiche. Il proiettile, del tipo Winchester Silver-Tip cal. 30.06, ha inoltre determinato lo spappolamento del fegato (nel cui parenchima sono stati rinvenuti alcuni minuti frammenti metallici) ed una piccola lacerazione dell’aorta addominale. Il caso in oggetto, la cui dinamica presenta peraltro una agevole ricostruzione, è indicativo dell’utilità di uno studio combinato del cadavere che preveda l’associazione di indagine necroscopica e indagini radiologiche di nuova generazione, le quali forniscono un utile contributo nel documentare l’azione lesiva dei proiettili.

Incidente venatorio mortale da proiettile ad alta veolocità. Utilit della metodica TC multislice con ricostruzione 3D

PAPI, LUIGI;CARAMELLA, DAVIDE;
2012-01-01

Abstract

Nel corso di una battuta di caccia al cinghiale a postazioni fisse uno dei partecipanti veniva ferito mortalmente al tronco da un proiettile ad alta velocità esploso dal fucile, tipo carabina Heckler & Koch, di un cacciatore posizionato su di una altana situata ad una distanza di circa 60 metri dalla vittima. Gli accertamenti medico-legali sono consistiti nello svolgimento di due sopralluoghi, uno effettuato nelle immediatezze dell’evento ed uno a distanza di alcuni giorni, e nell’esame necroscopico, coadiuvato da indagini radiologiche. Infatti il cadavere, prima dell’autopsia, fu sottoposto ad indagine TC total body multislice con strumento a 16 corone di detettori con ricostruzioni 3D e multiplanari, al fine di ottenere una preliminare visualizzazione della lesività interna. L’esame TC ha documentato gravissima lesività a livello vertebrale con evidente proiezione in senso postero-anteriore dei frammenti ossei; nonchè la presenza di tre minuscoli corpi radiopachi di densità metallica a livello degli spazi intersomatici D5-D6, D6-D7 e di L1 mentre non è stato visualizzato il proiettile. L’autopsia ha evidenziato la presenza di due ferite d’arma da fuoco al tronco: la ferita d’entrata, localizzata in regione sottoscapolare sinistra, era di forma circolare, con piccolo orletto ecchimotico-escoriato e contornata da plurime lacerazioni radiali; la ferita d’uscita, situata al di sotto dell’appendice xifoidea, presentava forma irregolare e contorni svasati. L’attribuzione rispettiva di foro d’entrata e d’uscita alle due lesioni è stata resa possibile, oltre che dalle loro caratteristiche morfologiche, anche dall’aspetto delle lacerazioni prodotte sul giubbotto ed ha trovato ulteriore conferma dalle immagini radiologiche. Il proiettile, del tipo Winchester Silver-Tip cal. 30.06, ha inoltre determinato lo spappolamento del fegato (nel cui parenchima sono stati rinvenuti alcuni minuti frammenti metallici) ed una piccola lacerazione dell’aorta addominale. Il caso in oggetto, la cui dinamica presenta peraltro una agevole ricostruzione, è indicativo dell’utilità di uno studio combinato del cadavere che preveda l’associazione di indagine necroscopica e indagini radiologiche di nuova generazione, le quali forniscono un utile contributo nel documentare l’azione lesiva dei proiettili.
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