Tra il 1933 e il 1940 l’arte e l’architettura moderne sono impiegate dal governo fascista come ambasciatrici culturali negli Stati Uniti d'America per confezionare miti in grado di sedurre le masse e accattivarsi le simpatie dell’opinione pubblica. Questa prassi generò imponenti padiglioni italiani all’esposizione internazionale di Chicago del 1933-34, di San Francisco del 1939 e di New York del 1939-40 e anche le mostre di artisti contemporanei – Casorati, Sironi, Levi, Carrà e de Chirico, tra gli altri – accanto ai celebrati old masters, le cui opere effettuarono traversate transatlantiche grazie anche all’intraprendenza di personaggi come Dario Sabatello, Mimì Pecci Blunt e Giulio Carlo Argan. Nel corso degli anni presi in esame, dai successi iniziali si assiste al progressivo deteriorarsi delle relazioni politiche tra Italia e Stati Uniti fino al loro definitivo e tragico tramonto, segnato dall’ingresso in guerra. È la fine di tutte le illusioni di grandezza e delle ambizioni di coloro che hanno creduto in un italianismo declinabile nelle forme dell’estetica moderna e in una rinnovata potenza comunicativa dell’arte nazionale.
One day we must meet. Le sfide dell'arte e dell'architettura italiane in America (1933-1941)
CORTESINI, SERGIO
Primo
2018-01-01
Abstract
Tra il 1933 e il 1940 l’arte e l’architettura moderne sono impiegate dal governo fascista come ambasciatrici culturali negli Stati Uniti d'America per confezionare miti in grado di sedurre le masse e accattivarsi le simpatie dell’opinione pubblica. Questa prassi generò imponenti padiglioni italiani all’esposizione internazionale di Chicago del 1933-34, di San Francisco del 1939 e di New York del 1939-40 e anche le mostre di artisti contemporanei – Casorati, Sironi, Levi, Carrà e de Chirico, tra gli altri – accanto ai celebrati old masters, le cui opere effettuarono traversate transatlantiche grazie anche all’intraprendenza di personaggi come Dario Sabatello, Mimì Pecci Blunt e Giulio Carlo Argan. Nel corso degli anni presi in esame, dai successi iniziali si assiste al progressivo deteriorarsi delle relazioni politiche tra Italia e Stati Uniti fino al loro definitivo e tragico tramonto, segnato dall’ingresso in guerra. È la fine di tutte le illusioni di grandezza e delle ambizioni di coloro che hanno creduto in un italianismo declinabile nelle forme dell’estetica moderna e in una rinnovata potenza comunicativa dell’arte nazionale.File | Dimensione | Formato | |
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