Nel marzo 2008 venne rinvenuto, in un bosco in prossimità di Livorno, il corpo di una giovane prostituta nigeriana, vittima di omicidio perpetrato con arma da punta e taglio. L’esame autoptico evidenziò 32 ferite da arma bianca; la caratteristica peculiare di alcune di esse era rappresentata dal fatto di essere disposte a coppie, in alcuni casi con morfologia equiparabile a quella di due triangoli isosceli affrontati per le basi. Tale morfologia si ripeteva anche per le corrispondenti lacerazioni degli indumenti e, in alcuni casi, per le lesioni viscerali. Le attività di indagine consentirono di appurare che il delitto era stato commesso mediante un coltello di foggia particolare, del tipo “fantasy double blade knife” caratterizzato da due lame di tipo monotagliente, a lunghezza diversa, a partenza da un corpo unico e da una terza lama, ben acuminata ma non tagliente, originante da un’appendice inferiore del manico. L’acquisizione del coltello ha consentito un raffronto con le particolari lesioni cutanee e con le lacerazioni degli indumenti, dimostrando la loro piena compatibilità con le caratteristiche strutturali dell’arma. La conferma definitiva dell’utilizzo di tale coltello nell’atto omicidiario è giunta dai risultati dalle indagini genetiche che hanno evidenziato la presenza, sulle lame, di tracce latenti di natura ematica con profilo genetico identico a quello della vittima. L’estrema facilità di approvvigionamento di coltelli di varia e complessa struttura, laddove utilizzati per aggressioni, potrebbe determinare un incremento nella casistica medico-legale di lesività complessa da arma bianca. ITALIANO
Particolari lesioni da arma bianca prodotte mediante "fantasy double-blade knife"
PAPI, LUIGI;
In corso di stampa
Abstract
Nel marzo 2008 venne rinvenuto, in un bosco in prossimità di Livorno, il corpo di una giovane prostituta nigeriana, vittima di omicidio perpetrato con arma da punta e taglio. L’esame autoptico evidenziò 32 ferite da arma bianca; la caratteristica peculiare di alcune di esse era rappresentata dal fatto di essere disposte a coppie, in alcuni casi con morfologia equiparabile a quella di due triangoli isosceli affrontati per le basi. Tale morfologia si ripeteva anche per le corrispondenti lacerazioni degli indumenti e, in alcuni casi, per le lesioni viscerali. Le attività di indagine consentirono di appurare che il delitto era stato commesso mediante un coltello di foggia particolare, del tipo “fantasy double blade knife” caratterizzato da due lame di tipo monotagliente, a lunghezza diversa, a partenza da un corpo unico e da una terza lama, ben acuminata ma non tagliente, originante da un’appendice inferiore del manico. L’acquisizione del coltello ha consentito un raffronto con le particolari lesioni cutanee e con le lacerazioni degli indumenti, dimostrando la loro piena compatibilità con le caratteristiche strutturali dell’arma. La conferma definitiva dell’utilizzo di tale coltello nell’atto omicidiario è giunta dai risultati dalle indagini genetiche che hanno evidenziato la presenza, sulle lame, di tracce latenti di natura ematica con profilo genetico identico a quello della vittima. L’estrema facilità di approvvigionamento di coltelli di varia e complessa struttura, laddove utilizzati per aggressioni, potrebbe determinare un incremento nella casistica medico-legale di lesività complessa da arma bianca. ITALIANOI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.