In questo lavoro è stata analizzata l’idoneità dei modelli correntemente in uso a predire l’effetto della turbolenza sull’ossidazione del particolato carbonioso in un motore Diesel ad iniezione diretta di cilindrata medio-piccola per due differenti forme della camera di combustione caratterizzate da differenti rapporti di squish, sagoma e profondità. Due modelli di ossidazione del particolato, e cioè il modello empirico e puramente cinetico di Nagle Strikland-Constable ed il modello di Magnussen, quest’ultimo basato sulla velocità di dissipazione dei vortici turbolenti, sono stati confrontati per simulare il comportamento del motore, avvalendosi del codice multidimensionale KIVA. Sebbene le due camere siano caratterizzate da un diverso grado di turbolenza, i due approcci utilizzati hanno fornito risultati simili per tutte le condizioni operative indagate, con trend grosso modo in accordo con le emissioni misurate ma valori eccessivamente sensibili a variazioni dei parametri operativi, in particolare rapporto di swirl e carico, rispetto ad una condizione assunta come riferimento. Per l’andamento del particolato al variare della pressione d’iniezione, entrambi i modelli hanno fornito risultati verosimili, ma non verificabili, data la mancanza di dati sperimentali.

Analisi del ruolo della turbolenza nella modellistica del particolato Diesel

GENTILI, ROBERTO
2000-01-01

Abstract

In questo lavoro è stata analizzata l’idoneità dei modelli correntemente in uso a predire l’effetto della turbolenza sull’ossidazione del particolato carbonioso in un motore Diesel ad iniezione diretta di cilindrata medio-piccola per due differenti forme della camera di combustione caratterizzate da differenti rapporti di squish, sagoma e profondità. Due modelli di ossidazione del particolato, e cioè il modello empirico e puramente cinetico di Nagle Strikland-Constable ed il modello di Magnussen, quest’ultimo basato sulla velocità di dissipazione dei vortici turbolenti, sono stati confrontati per simulare il comportamento del motore, avvalendosi del codice multidimensionale KIVA. Sebbene le due camere siano caratterizzate da un diverso grado di turbolenza, i due approcci utilizzati hanno fornito risultati simili per tutte le condizioni operative indagate, con trend grosso modo in accordo con le emissioni misurate ma valori eccessivamente sensibili a variazioni dei parametri operativi, in particolare rapporto di swirl e carico, rispetto ad una condizione assunta come riferimento. Per l’andamento del particolato al variare della pressione d’iniezione, entrambi i modelli hanno fornito risultati verosimili, ma non verificabili, data la mancanza di dati sperimentali.
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