Le tragedie di Seneca noncostituiscono solo gli unici esemplari integralmente superstiti di tutto il teatro tragico latino - il che vale a definirne l'importanza storica - , ma sono anche la forma in cui si è espresso il talento poetico di uno dei più grandi pensatori antichi, maestro della saggezza stoica e della virtus. Il poeta Seneca non cancella l'universo del Seneca filosofo. Le tragedie scaturiscono dalla stessa problematica etica che nutre le opere in prosa, di cui rappresentano il rovesciamento speculare: non evocano l'Olimpo del sapiente, ma l'inferno del dannato, cinto di indicibile orrore. La follia di Ercole ne è chiara esemplificazione: si possono cogliere tutte le diverse accentuazioni rispetto all'Eracle di Euripide, che copre lo stesso segmento mitologico del furore distruttivo dell'eroe che, in preda a un attacco di follia voluto da Giunone, si trasforma in omicida della moglie e dei figli. Rispetto al modello euripideo, Seneca ha operato modifiche strutturali della massima importanza, rispondenti a un diverso canone interpretativo della realtà: l'impotenza umana di fronte all'irruzione subitanea dell'ostilità divina, che si sottrae a qualunque criterio di ragionevolezza, non basta più a giustificare la perdita della ragione. Seneca va oltre, e scopre nelle pieghe stesse della complessa personalità di Ercole il nucleo sorgivo della follia, sviluppo conseguente della sua figura eroica.
Hercules furens
ROSSI LINGUANTI, ELENA
1999-01-01
Abstract
Le tragedie di Seneca noncostituiscono solo gli unici esemplari integralmente superstiti di tutto il teatro tragico latino - il che vale a definirne l'importanza storica - , ma sono anche la forma in cui si è espresso il talento poetico di uno dei più grandi pensatori antichi, maestro della saggezza stoica e della virtus. Il poeta Seneca non cancella l'universo del Seneca filosofo. Le tragedie scaturiscono dalla stessa problematica etica che nutre le opere in prosa, di cui rappresentano il rovesciamento speculare: non evocano l'Olimpo del sapiente, ma l'inferno del dannato, cinto di indicibile orrore. La follia di Ercole ne è chiara esemplificazione: si possono cogliere tutte le diverse accentuazioni rispetto all'Eracle di Euripide, che copre lo stesso segmento mitologico del furore distruttivo dell'eroe che, in preda a un attacco di follia voluto da Giunone, si trasforma in omicida della moglie e dei figli. Rispetto al modello euripideo, Seneca ha operato modifiche strutturali della massima importanza, rispondenti a un diverso canone interpretativo della realtà: l'impotenza umana di fronte all'irruzione subitanea dell'ostilità divina, che si sottrae a qualunque criterio di ragionevolezza, non basta più a giustificare la perdita della ragione. Seneca va oltre, e scopre nelle pieghe stesse della complessa personalità di Ercole il nucleo sorgivo della follia, sviluppo conseguente della sua figura eroica.File | Dimensione | Formato | |
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