Le riviste specialistiche di economia politica, com'è noto, nascono solo alla fine dell'Ottocento. Ben prima di questa data, tuttavia, e cioè a partire almeno dalla metà del XVIII secolo, ai dibattiti sulla scienza economica danno largo spazio importanti periodici di carattere miscellaneo, indirizzati alle élites colte e ai ceti medi istruiti: le riviste scientifico-letterarie e i fogli di opinione del Settecento (tra i quali il celebre Caffè); i magazzini specialistici dedicati all'agricoltura, all'industria e al commercio; i repertori di giurisprudenza e di statistica; le riviste antologiche e enciclopediche del primo Ottocento (come il Conciliatore, l'Antologia, la Rivista contemporanea), nelle quali, pur tra le molte difficoltà dovute alla censura, si forma e si esercita l'intellettualità liberale protagonista del Risorgimento. A partire poi dalla metà del secolo, nascono riviste culturali e scientifiche di carattere nazionale: la Civiltà Cattolica, la Nuova Antologia, gli organi delle due associazioni economiche (L'Economista, liberista, e la prima serie del Giornale degli economisti, di opposta tendenza "vincolista"), la Rassegna di scienze sociali e politiche che poi si trasformerà nella Riforma sociale, la cattolica Rivista internazionale di scienze sociali. A questo complesso panorama un gruppo di storici del pensiero economico - che animano le attività del Seminario permanente sulla storia del pensiero economico italiano del '700 e '800, e in gran parte già coinvolti nel volume Le cattedre di economia politica in Italia (Angeli, 1988) - ha dedicato una ricerca pluriennale. Ne emerge un panorama ricco di dibattiti, aperto alle grandi questioni della scienza economica europea, i cui apporti vengono tuttavia quasi sempre piegati a esigenze di natura contingente, in un intreccio stretto tra economia e politica. Sullo sfondo di questo intreccio, così come nel persistente legame tra il discorso economico e una morale sociale di origine aristocratico-proprietaria, si delinea quello che si può chiamare uno "stile nazionale" dell'economia politica italiana.

Le riviste di economia in Italia (1700-1900). Dai giornali scientifico-letterari ai periodici specialistici

AUGELLO, MASSIMO;GUIDI, MARCO ENRICO LUIGI
1996-01-01

Abstract

Le riviste specialistiche di economia politica, com'è noto, nascono solo alla fine dell'Ottocento. Ben prima di questa data, tuttavia, e cioè a partire almeno dalla metà del XVIII secolo, ai dibattiti sulla scienza economica danno largo spazio importanti periodici di carattere miscellaneo, indirizzati alle élites colte e ai ceti medi istruiti: le riviste scientifico-letterarie e i fogli di opinione del Settecento (tra i quali il celebre Caffè); i magazzini specialistici dedicati all'agricoltura, all'industria e al commercio; i repertori di giurisprudenza e di statistica; le riviste antologiche e enciclopediche del primo Ottocento (come il Conciliatore, l'Antologia, la Rivista contemporanea), nelle quali, pur tra le molte difficoltà dovute alla censura, si forma e si esercita l'intellettualità liberale protagonista del Risorgimento. A partire poi dalla metà del secolo, nascono riviste culturali e scientifiche di carattere nazionale: la Civiltà Cattolica, la Nuova Antologia, gli organi delle due associazioni economiche (L'Economista, liberista, e la prima serie del Giornale degli economisti, di opposta tendenza "vincolista"), la Rassegna di scienze sociali e politiche che poi si trasformerà nella Riforma sociale, la cattolica Rivista internazionale di scienze sociali. A questo complesso panorama un gruppo di storici del pensiero economico - che animano le attività del Seminario permanente sulla storia del pensiero economico italiano del '700 e '800, e in gran parte già coinvolti nel volume Le cattedre di economia politica in Italia (Angeli, 1988) - ha dedicato una ricerca pluriennale. Ne emerge un panorama ricco di dibattiti, aperto alle grandi questioni della scienza economica europea, i cui apporti vengono tuttavia quasi sempre piegati a esigenze di natura contingente, in un intreccio stretto tra economia e politica. Sullo sfondo di questo intreccio, così come nel persistente legame tra il discorso economico e una morale sociale di origine aristocratico-proprietaria, si delinea quello che si può chiamare uno "stile nazionale" dell'economia politica italiana.
1996
8820495791
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