La monografia evidenzia e discute i tratti fondamentali del romanzo lampedusiano, oggetto di aspre polemiche al suo apparire: il trattamento della scansione temporale nei capitoli (o parti) che lo compongono, fortemente diseguali; il rapporto autore-protagonista, con l’indebita identificazione da parte dei detrattori (cui si lega la questione dell’etichetta di genere: romanzo psicologico-autobiografico o romanzo storico?); la questione dell’ideologia, e quindi del significato attribuito alla Storia in generale e al Risorgimento italiano in particolare; il peso dell’ironia (dominante e onnipresente); lo stile (considerato da alcuni più “poetico” che prosastico) e la lingua; il problema filologico-testuale (il dattiloscritto, l’edizione Bassani e il manoscritto). Le conclusioni individuano nel Gattopardo un testo niente affatto “tradizionale” o “vecchio” nel suo impianto (da questo punto di vista modello originario era l’Ulisse di Joyce), nel quale il rapporto fra autore e protagonista è legato al punto di vista assunto dal primo, che mantiene una consapevole distanza pur sovrapponendo idee proprie al personaggio; manifestando un’ideologia tutt’altro che reazionaria, piuttosto fortemente scettica e disillusa (che non poteva non scontrarsi con letture viziate dal fideismo nell’inevitabile progresso storico), nella linea dei grandi désabusés italiani (come Guicciardini e Leopardi).
Come leggere "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
MASI, GIORGIO
1996-01-01
Abstract
La monografia evidenzia e discute i tratti fondamentali del romanzo lampedusiano, oggetto di aspre polemiche al suo apparire: il trattamento della scansione temporale nei capitoli (o parti) che lo compongono, fortemente diseguali; il rapporto autore-protagonista, con l’indebita identificazione da parte dei detrattori (cui si lega la questione dell’etichetta di genere: romanzo psicologico-autobiografico o romanzo storico?); la questione dell’ideologia, e quindi del significato attribuito alla Storia in generale e al Risorgimento italiano in particolare; il peso dell’ironia (dominante e onnipresente); lo stile (considerato da alcuni più “poetico” che prosastico) e la lingua; il problema filologico-testuale (il dattiloscritto, l’edizione Bassani e il manoscritto). Le conclusioni individuano nel Gattopardo un testo niente affatto “tradizionale” o “vecchio” nel suo impianto (da questo punto di vista modello originario era l’Ulisse di Joyce), nel quale il rapporto fra autore e protagonista è legato al punto di vista assunto dal primo, che mantiene una consapevole distanza pur sovrapponendo idee proprie al personaggio; manifestando un’ideologia tutt’altro che reazionaria, piuttosto fortemente scettica e disillusa (che non poteva non scontrarsi con letture viziate dal fideismo nell’inevitabile progresso storico), nella linea dei grandi désabusés italiani (come Guicciardini e Leopardi).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.