Questo lavoro si basa su materiali di prima mano: soggetti e trattamenti originali, sceneggiature inedite, pratiche di censura da cui traspaiono battaglie culturali e particolari curiosi (il compenso di Sordi o il previsto ruolo di Modugno ne La grande guerra…). In copertina non c’è un attore o un regista con la macchina da presa, ma un regista e anzi due, Monicelli e Comencini, con gli sceneggiatori Age e Scarpelli. Le sedute di sceneggiatura, la penna e la macchina da scrivere vengono prima della macchina da presa. Ma le battute più memorabili di Sordi e Gassman, di Salerno e Capannelle, di Tognazzi e dei suoi amici di zingarate si definiscono sul set o anche dopo, in fase di doppiaggio. Molti, compreso Vittorio Gassman, hanno detto che una delle principali chiavi del successo de La grande guerra, L’armata Brancaleone e Amici miei è «di natura linguistica». Con gli strumenti della linguistica si vuol qui rendere conto delle operazioni testuali compiute da Monicelli, Age e Scarpelli, Vincenzoni, De Bernardi Benvenuti e Pinelli. Per questi autori è fondamentale reperire dati culturali e linguistici reali, per riproporli in termini filmicamente efficaci o rielaborarli con la deformazione e l’invenzione. Alcuni spettatori riconosceranno certi stili e riferimenti testuali, altri coglieranno solo gli aspetti più scontati e superficiali. L’importante è che arrivino, attraverso l’intreccio di comicità e dramma caro a Monicelli, il «tipico» socio-culturale e il «non so che» linguistico (il «genio delle lingue») che gli autori vogliono comunicare. La scrittura di questi film e la costruzione linguistica dei loro personaggi aiutano così, in maniera originale, a riflettere sulla storia dell’italiano, delle sue varietà e dei suoi dialetti.

Monicelli e il genio delle lingue. Varietà dell'Italiano, dialetti e invenzione linguistica

FRANCESCHINI, FABRIZIO
2014-01-01

Abstract

Questo lavoro si basa su materiali di prima mano: soggetti e trattamenti originali, sceneggiature inedite, pratiche di censura da cui traspaiono battaglie culturali e particolari curiosi (il compenso di Sordi o il previsto ruolo di Modugno ne La grande guerra…). In copertina non c’è un attore o un regista con la macchina da presa, ma un regista e anzi due, Monicelli e Comencini, con gli sceneggiatori Age e Scarpelli. Le sedute di sceneggiatura, la penna e la macchina da scrivere vengono prima della macchina da presa. Ma le battute più memorabili di Sordi e Gassman, di Salerno e Capannelle, di Tognazzi e dei suoi amici di zingarate si definiscono sul set o anche dopo, in fase di doppiaggio. Molti, compreso Vittorio Gassman, hanno detto che una delle principali chiavi del successo de La grande guerra, L’armata Brancaleone e Amici miei è «di natura linguistica». Con gli strumenti della linguistica si vuol qui rendere conto delle operazioni testuali compiute da Monicelli, Age e Scarpelli, Vincenzoni, De Bernardi Benvenuti e Pinelli. Per questi autori è fondamentale reperire dati culturali e linguistici reali, per riproporli in termini filmicamente efficaci o rielaborarli con la deformazione e l’invenzione. Alcuni spettatori riconosceranno certi stili e riferimenti testuali, altri coglieranno solo gli aspetti più scontati e superficiali. L’importante è che arrivino, attraverso l’intreccio di comicità e dramma caro a Monicelli, il «tipico» socio-culturale e il «non so che» linguistico (il «genio delle lingue») che gli autori vogliono comunicare. La scrittura di questi film e la costruzione linguistica dei loro personaggi aiutano così, in maniera originale, a riflettere sulla storia dell’italiano, delle sue varietà e dei suoi dialetti.
2014
Franceschini, Fabrizio
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