Il volume presenta i risultati di una ricerca sugli economisti e la scienza economica nel Parlamento italiano durante l'età liberale, cui hanno partecipato oltre cinquanta studiosi di varie università. In esso sono analizzati i principali dibattiti parlamentari sulle questioni di politica economica e sociale, con l'obiettivo di ricostruire il ruolo svolto dagli economisti nell'attività legislativa e di governo, i modi in cui la teoria economica si è tradotta in iniziative politiche e, viceversa, l'influenza della politica sull'elaborazione teorica. Vengono offerti spaccati delle discussioni e delle inchieste parlamentari sul ruolo del Governo in settori strategici come le ferrovie, l'istruzione, i servizi municipali, sulle questioni monetarie e doganali, sui problemi della finanza pubblica e dell'amministrazione dello Stato, sulla situazione dell'agricoltura, sulla questione meridionale. Sebbene in questi dibattiti prevalga come è naturale una logica politica, il punto di vista della scienza economica è sempre fortemente presente. A farsene portavoce sono non solamente gli economisti accademici presenti in Parlamento (Boccardo, De Viti de Marco, Ferrara, Nitti, Pantaleoni, Scialoja), ma anche politici dalla profonda cultura economica (Jacini, Luzzatti, Magliani, Minghetti, Sella, Sonnino) e i più colti rappresentanti degli interessi di categoria (Eugenio Cantoni, Giuseppe Colombo, Alessandro Rossi). Nel complesso, la discussione parlamentare rivela quanto il cuore pulsante della scienza economica italiana dell'età liberale coincidesse con una riflessione attorno ai problemi cruciali della politica postunitaria: la costruzione dello Stato, la creazione della nazione, il confronto con le grandi "questioni" della società italiana. Questo volume si completa con quello dedicato a Gli economisti in Parlamento 1861-1922 che ricostruisce il profilo accademico, scientifico e politico di una trentina di economisti parlamentari. Entrambi i volumi propongono una chiave di lettura unitaria del pensiero economico italiano dell'età liberale. Essi si collocano in una linea di stretta continuità metodologica, tematica e progettuale con precedenti ricerche di "storia istituzionale" dell'economia politica italiana curate dallo stesso gruppo di ricerca: Le cattedre di economia politica in Italia (1988); Le riviste di economia in Italia (1996); Associazionismo economico e diffusione dell'economia politica nell'Italia dell'Ottocento (2000).
La scienza economica in Parlamento 1861-1922. Una storia dell’economia politica dell’Italia liberale. I
AUGELLO, MASSIMO;GUIDI, MARCO ENRICO LUIGI
2002-01-01
Abstract
Il volume presenta i risultati di una ricerca sugli economisti e la scienza economica nel Parlamento italiano durante l'età liberale, cui hanno partecipato oltre cinquanta studiosi di varie università. In esso sono analizzati i principali dibattiti parlamentari sulle questioni di politica economica e sociale, con l'obiettivo di ricostruire il ruolo svolto dagli economisti nell'attività legislativa e di governo, i modi in cui la teoria economica si è tradotta in iniziative politiche e, viceversa, l'influenza della politica sull'elaborazione teorica. Vengono offerti spaccati delle discussioni e delle inchieste parlamentari sul ruolo del Governo in settori strategici come le ferrovie, l'istruzione, i servizi municipali, sulle questioni monetarie e doganali, sui problemi della finanza pubblica e dell'amministrazione dello Stato, sulla situazione dell'agricoltura, sulla questione meridionale. Sebbene in questi dibattiti prevalga come è naturale una logica politica, il punto di vista della scienza economica è sempre fortemente presente. A farsene portavoce sono non solamente gli economisti accademici presenti in Parlamento (Boccardo, De Viti de Marco, Ferrara, Nitti, Pantaleoni, Scialoja), ma anche politici dalla profonda cultura economica (Jacini, Luzzatti, Magliani, Minghetti, Sella, Sonnino) e i più colti rappresentanti degli interessi di categoria (Eugenio Cantoni, Giuseppe Colombo, Alessandro Rossi). Nel complesso, la discussione parlamentare rivela quanto il cuore pulsante della scienza economica italiana dell'età liberale coincidesse con una riflessione attorno ai problemi cruciali della politica postunitaria: la costruzione dello Stato, la creazione della nazione, il confronto con le grandi "questioni" della società italiana. Questo volume si completa con quello dedicato a Gli economisti in Parlamento 1861-1922 che ricostruisce il profilo accademico, scientifico e politico di una trentina di economisti parlamentari. Entrambi i volumi propongono una chiave di lettura unitaria del pensiero economico italiano dell'età liberale. Essi si collocano in una linea di stretta continuità metodologica, tematica e progettuale con precedenti ricerche di "storia istituzionale" dell'economia politica italiana curate dallo stesso gruppo di ricerca: Le cattedre di economia politica in Italia (1988); Le riviste di economia in Italia (1996); Associazionismo economico e diffusione dell'economia politica nell'Italia dell'Ottocento (2000).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.