Il crollo del sistema politico che aveva sorretto l'Italia dal 1946, verificatosi alle elezioni del 27 e 28 marzo 1994, ha di colpo evidenziato la fragilità di un sistema che pareva immodificabile. Quella che è stata comunemente indicata come la crisi della “prima” repubblica è ancora al centro del dibattito politico e dell'attenzione dell'opinione pubblica italiana. Le analisi politiche e le interpretazioni prevalenti nei mass media hanno rintracciato schematicamente nel passato l’origine di fenomeni degenerativi più recenti, in un giudizio liquidatorio dell’esperienza repubblicana che ha ignorato ogni logica della distinzione e portato a gravi forme di strumentalizzazione del discorso storiografico, appiattendo il presente su un passato fittizio e non indagato. Inoltre vi è stata la tendenza ad indicare una causa prevalente (la cosiddetta partitocrazia) come responsabile della crisi odierna, perdendo di vista la complessità degli intrecci fra i fattori storici: è stata così accreditata una visione semplicistica e moralistica delle responsabilità dell'attuale situazione (il politico corrotto o, meglio, “la politica” corrotta), che ha distolto l'attenzione dalle cause strutturali dei problemi. I libro nasce dalla consapevolezza che questa è stata sì crisi istituzionale e politica, ma anche di un certo modello di welfare e di sviluppo economico, che a sua volta rimandava ad elementi di lungo periodo della nostra storia: la debolezza delle classi dirigenti, la tentazione antipolitica ricorrente, le modalità di raccolta del consenso da parte del sistema politico. Siamo quindi agli esiti ultimi di un processo di modernizzazione che ha investito una società ancora attraversata da profonde fratture e carente di un’identità nazionale forte: le ragioni ultime della crisi vengono individuate collegando il peso insolito della politica in Italia ai caratteri segmentati della società, che hanno definito i limiti dell’azione dei partiti nella raccolta ed elaborazione della domanda politica. Si è infatti dimostrata erronea la convinzione, nella quale tutti abbiamo a lungo vissuto, che identità deboli potessero sostenere forti partiti politici.

SENZA STATO. LE RADICI STORICHE DELLA CRISI ITALIANA

PEZZINO, PAOLO
2002-01-01

Abstract

Il crollo del sistema politico che aveva sorretto l'Italia dal 1946, verificatosi alle elezioni del 27 e 28 marzo 1994, ha di colpo evidenziato la fragilità di un sistema che pareva immodificabile. Quella che è stata comunemente indicata come la crisi della “prima” repubblica è ancora al centro del dibattito politico e dell'attenzione dell'opinione pubblica italiana. Le analisi politiche e le interpretazioni prevalenti nei mass media hanno rintracciato schematicamente nel passato l’origine di fenomeni degenerativi più recenti, in un giudizio liquidatorio dell’esperienza repubblicana che ha ignorato ogni logica della distinzione e portato a gravi forme di strumentalizzazione del discorso storiografico, appiattendo il presente su un passato fittizio e non indagato. Inoltre vi è stata la tendenza ad indicare una causa prevalente (la cosiddetta partitocrazia) come responsabile della crisi odierna, perdendo di vista la complessità degli intrecci fra i fattori storici: è stata così accreditata una visione semplicistica e moralistica delle responsabilità dell'attuale situazione (il politico corrotto o, meglio, “la politica” corrotta), che ha distolto l'attenzione dalle cause strutturali dei problemi. I libro nasce dalla consapevolezza che questa è stata sì crisi istituzionale e politica, ma anche di un certo modello di welfare e di sviluppo economico, che a sua volta rimandava ad elementi di lungo periodo della nostra storia: la debolezza delle classi dirigenti, la tentazione antipolitica ricorrente, le modalità di raccolta del consenso da parte del sistema politico. Siamo quindi agli esiti ultimi di un processo di modernizzazione che ha investito una società ancora attraversata da profonde fratture e carente di un’identità nazionale forte: le ragioni ultime della crisi vengono individuate collegando il peso insolito della politica in Italia ai caratteri segmentati della società, che hanno definito i limiti dell’azione dei partiti nella raccolta ed elaborazione della domanda politica. Si è infatti dimostrata erronea la convinzione, nella quale tutti abbiamo a lungo vissuto, che identità deboli potessero sostenere forti partiti politici.
2002
Pezzino, Paolo
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