Il contributo guarda al contesto economico e sociale di produzione e vendita della carta, e in particolare alla carta che veniva prodotta o riciclata per un uso diverso da quello di materiale scrittorio. Si tratta di un nuovo e assai promettente ambito di ricerca, che è in grado di gettare una luce interessante sul sistema economico basso medievale. Lo spazio d’indagine è quello nel centro-nord Italia alla fine del Medioevo. In quest’ambito la possibilità di utilizzare la carta in maniera alternativa al tradizionale supporto scrittorio aveva bisogno della compresenza di vari fattori, che evidentemente solo l’Italia tardomedievale conobbe: • la saturazione del mercato produttivo, tale da abbassare il prezzo del prodotto; • una forte domanda di carta per usi librari e scrittori, cresciuta nello stesso lasso temporale; • un’intensa ed efficiente rete di scambi; • la concentrazione della popolazione in vaste aree urbane; • il diffondersi di pratiche cerimoniali pubbliche, laiche e religiose, signorili e popolari, che potevano trovare interesse nell’uso di determinati oggetti. Grazie a queste condizioni non solo i diversi mestieri legati alla carta assunsero una grande diffusione, ma le forme di impiego di tale mezzo trovarono in Italia una declinazione nelle maggiori peculiarità espressive del Rinascimento, sia nei suoi riti pubblici di piazza e di corte, sia nella sfera privata degli arredi della borghesia urbana, senza tralasciare le taverne del popolo. Ciò che resta degli oggetti d’uso offre una prospettiva ancora inconsueta sul tardo medioevo italiano e, permette di rivalutare la carta come mezzo espressivo nel quadro delle materie plastiche.

Carta senza parole: l'uso della carta nel Medioevo oltre la scrittura

SALVATORI, ENRICA;
2014-01-01

Abstract

Il contributo guarda al contesto economico e sociale di produzione e vendita della carta, e in particolare alla carta che veniva prodotta o riciclata per un uso diverso da quello di materiale scrittorio. Si tratta di un nuovo e assai promettente ambito di ricerca, che è in grado di gettare una luce interessante sul sistema economico basso medievale. Lo spazio d’indagine è quello nel centro-nord Italia alla fine del Medioevo. In quest’ambito la possibilità di utilizzare la carta in maniera alternativa al tradizionale supporto scrittorio aveva bisogno della compresenza di vari fattori, che evidentemente solo l’Italia tardomedievale conobbe: • la saturazione del mercato produttivo, tale da abbassare il prezzo del prodotto; • una forte domanda di carta per usi librari e scrittori, cresciuta nello stesso lasso temporale; • un’intensa ed efficiente rete di scambi; • la concentrazione della popolazione in vaste aree urbane; • il diffondersi di pratiche cerimoniali pubbliche, laiche e religiose, signorili e popolari, che potevano trovare interesse nell’uso di determinati oggetti. Grazie a queste condizioni non solo i diversi mestieri legati alla carta assunsero una grande diffusione, ma le forme di impiego di tale mezzo trovarono in Italia una declinazione nelle maggiori peculiarità espressive del Rinascimento, sia nei suoi riti pubblici di piazza e di corte, sia nella sfera privata degli arredi della borghesia urbana, senza tralasciare le taverne del popolo. Ciò che resta degli oggetti d’uso offre una prospettiva ancora inconsueta sul tardo medioevo italiano e, permette di rivalutare la carta come mezzo espressivo nel quadro delle materie plastiche.
2014
978-88-88283-47-0
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