La collezione dei libri inglesi rappresenta, nella ricca biblioteca privata del diplomatico asburgico e ministro plenipotenziario a Milano Carlo Gottardo Firmian (Trento 1717 - Milano 1782), un autentico fiore all’occhiello e anche, come si è potuto appurare di recente, il primo nucleo oggetto di catalogazione. Questa caratteristica permette di riconoscere al volume che registra i Libri Anglico Sermone Conscripti (curato dal barone Anton Cronthal, «Regio Bibliotecario» a Brera, ancora con la supervisione dello stesso Firmian) un vautentico alore di specimen rispetto agli altri corpora della raccolta libraria. La logica delle varie sezioni in cui esso si articola (1. Divinity, 2. Philosophy, 3. Law, 4. History, 5. Polity, 6. Arts, 7. Miscellanies, 8. Appendix) trova infatti un riscontro interessante e non fortuito nel disegno complessivo del Catalogo. Attraverso lo studio del catalogo dei libri inglesi si è quindi provato a mettere in luce i principali interessi culturali coltivati da Firmian, che aveva messo a frutto e sempre arricchito negli anni la sua formazione cosmopolita, composita e poliglotta. Risulta infatti evidente come il suo durevole interesse nei confronti dell’Inghilterra contemporanea abbia avuto solide matrici culturali e ideologiche, rafforzate via via da una serie cruciale d’incontri e (appunto) di letture. La tolleranza religiosa, il diritto naturale, l’empirismo scientifico-filosofico, il classicismo antiquario, il dibattito sulle forme di governo, lo scontro tra modelli economici contrapposti (monetarismo e fisiocrazia, in primo luogo): questi grandi temi del dibattito europeo settecentesco trovavano nel mondo anglosassone – e nelle sedi diplomatiche dove gli Inglesi esercitavano la loro maggiore influenza – uno spazio privilegiato, mezzi di circolazione efficaci ed un pubblico più ampio che altrove. Venuto a contatto con questa vivacità culturale anglosassone nella prima fase della sua carriera, soprattutto durante i soggiorni a Vienna e (con funzioni diplomatiche) a Roma e Napoli, il conte Firmian continuò anche negli anni milanesi ad aggiornarsi sulle novità editoriali d’Inghilterra, nonché sugli sviluppi del dibattito scientifico e letterario, appoggiandosi a reti amicali e ad un libraio-stampatore londinese da identificare verosimilmente con Robert Dodsley. Se negli infiniti libri raccolti avidamente, ma anche messi sempre a disposizione di amici e ospiti di passaggio, i contemporanei seppero cogliere la piena umanità del conte Firmian («uomo di grazia, bello e maestoso aspetto, e di mente e cuore egualmente grandi, e amabili»), nella raccolta inglese, la «gemma più cara» del suo tesoro, è giusto scorgere il nucleo dell’immagine di sé cui egli cercò (con successo) di dare forma sensibile.
"Come la gemma più cara": la sezione dei libri inglesi
FEDI, FRANCESCA
2015-01-01
Abstract
La collezione dei libri inglesi rappresenta, nella ricca biblioteca privata del diplomatico asburgico e ministro plenipotenziario a Milano Carlo Gottardo Firmian (Trento 1717 - Milano 1782), un autentico fiore all’occhiello e anche, come si è potuto appurare di recente, il primo nucleo oggetto di catalogazione. Questa caratteristica permette di riconoscere al volume che registra i Libri Anglico Sermone Conscripti (curato dal barone Anton Cronthal, «Regio Bibliotecario» a Brera, ancora con la supervisione dello stesso Firmian) un vautentico alore di specimen rispetto agli altri corpora della raccolta libraria. La logica delle varie sezioni in cui esso si articola (1. Divinity, 2. Philosophy, 3. Law, 4. History, 5. Polity, 6. Arts, 7. Miscellanies, 8. Appendix) trova infatti un riscontro interessante e non fortuito nel disegno complessivo del Catalogo. Attraverso lo studio del catalogo dei libri inglesi si è quindi provato a mettere in luce i principali interessi culturali coltivati da Firmian, che aveva messo a frutto e sempre arricchito negli anni la sua formazione cosmopolita, composita e poliglotta. Risulta infatti evidente come il suo durevole interesse nei confronti dell’Inghilterra contemporanea abbia avuto solide matrici culturali e ideologiche, rafforzate via via da una serie cruciale d’incontri e (appunto) di letture. La tolleranza religiosa, il diritto naturale, l’empirismo scientifico-filosofico, il classicismo antiquario, il dibattito sulle forme di governo, lo scontro tra modelli economici contrapposti (monetarismo e fisiocrazia, in primo luogo): questi grandi temi del dibattito europeo settecentesco trovavano nel mondo anglosassone – e nelle sedi diplomatiche dove gli Inglesi esercitavano la loro maggiore influenza – uno spazio privilegiato, mezzi di circolazione efficaci ed un pubblico più ampio che altrove. Venuto a contatto con questa vivacità culturale anglosassone nella prima fase della sua carriera, soprattutto durante i soggiorni a Vienna e (con funzioni diplomatiche) a Roma e Napoli, il conte Firmian continuò anche negli anni milanesi ad aggiornarsi sulle novità editoriali d’Inghilterra, nonché sugli sviluppi del dibattito scientifico e letterario, appoggiandosi a reti amicali e ad un libraio-stampatore londinese da identificare verosimilmente con Robert Dodsley. Se negli infiniti libri raccolti avidamente, ma anche messi sempre a disposizione di amici e ospiti di passaggio, i contemporanei seppero cogliere la piena umanità del conte Firmian («uomo di grazia, bello e maestoso aspetto, e di mente e cuore egualmente grandi, e amabili»), nella raccolta inglese, la «gemma più cara» del suo tesoro, è giusto scorgere il nucleo dell’immagine di sé cui egli cercò (con successo) di dare forma sensibile.File | Dimensione | Formato | |
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