Una delle forme peculiari attraverso cui sia il dadaismo, sia il futurismo hanno espresso i loro legami con la politica è la letteratura grafico-tipografica prodotta dai due movimenti, reperibile in una serie di pubblicazioni periodiche, ma anche in opere di singoli autori, edite in volume. Per quanto riguarda il futurismo, esiste un corpus molto consistente di “tavole parolibere”, confluite in talune riviste come le fiorentine “Lacerba” e “L’Italia futurista” e su “Vela latina” di Napoli. Complessivamente, il futurismo, salvo la minoranza degli oppositori, ha difeso – come è ben noto – scelte politiche diverse da quelle professate dalle coeve correnti letterarie europee: mentre il dadaismo si è fatto portabandiera del pacifismo e il surrealismo ha optato per coniugare il pensiero di Freud col marxismo, il movimento marinettiano ha rivendicato le sue fonti ideologiche nell’irrazionalismo, sia nella fase iniziale di esaltazione del superuomo nietzschiano, sia in quella sentimentale-mistica degli ultimi anni. Movendo dal commento dei principali scritti teorici dell’ideologia politica futurista, nel saggio si propone, da una parte, l’analisi tematica, stilistica e grafica, di alcune tavole parolibere che abbiamo considerato tra le più rappresentative all’interno della letteratura dedicata all’apologia della guerra, e d’altra parte, con un approccio comparativo, si presenta sul versante Dada, un filone letterario per certi versi affine, ma rivolto decisamente contro l’intervento bellico. Il raffronto include in modo simmetrico una ricognizione sintetica dei principi ideologici su cui si è fondato il non-interventismo dadaista. Infine, concludono il presente contributo alcune considerazioni riguardanti alcune opere pittoriche di George Grosz, l’artista che ha raffigurato con maggiore forza espressiva la protesta del dadaismo contro la guerra.

Le opzioni politiche del futurismo e del dadaismo attraverso le loro produzioni grafiche e tipografiche

DAVID, EMILIA
2011-01-01

Abstract

Una delle forme peculiari attraverso cui sia il dadaismo, sia il futurismo hanno espresso i loro legami con la politica è la letteratura grafico-tipografica prodotta dai due movimenti, reperibile in una serie di pubblicazioni periodiche, ma anche in opere di singoli autori, edite in volume. Per quanto riguarda il futurismo, esiste un corpus molto consistente di “tavole parolibere”, confluite in talune riviste come le fiorentine “Lacerba” e “L’Italia futurista” e su “Vela latina” di Napoli. Complessivamente, il futurismo, salvo la minoranza degli oppositori, ha difeso – come è ben noto – scelte politiche diverse da quelle professate dalle coeve correnti letterarie europee: mentre il dadaismo si è fatto portabandiera del pacifismo e il surrealismo ha optato per coniugare il pensiero di Freud col marxismo, il movimento marinettiano ha rivendicato le sue fonti ideologiche nell’irrazionalismo, sia nella fase iniziale di esaltazione del superuomo nietzschiano, sia in quella sentimentale-mistica degli ultimi anni. Movendo dal commento dei principali scritti teorici dell’ideologia politica futurista, nel saggio si propone, da una parte, l’analisi tematica, stilistica e grafica, di alcune tavole parolibere che abbiamo considerato tra le più rappresentative all’interno della letteratura dedicata all’apologia della guerra, e d’altra parte, con un approccio comparativo, si presenta sul versante Dada, un filone letterario per certi versi affine, ma rivolto decisamente contro l’intervento bellico. Il raffronto include in modo simmetrico una ricognizione sintetica dei principi ideologici su cui si è fondato il non-interventismo dadaista. Infine, concludono il presente contributo alcune considerazioni riguardanti alcune opere pittoriche di George Grosz, l’artista che ha raffigurato con maggiore forza espressiva la protesta del dadaismo contro la guerra.
2011
978-90-5201-666-5
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