L’argomento principale della monografia, che rappresenta la versione a stampa della tesi di dottorato elaborata dalla candidata presso l’Università di Torino, è la ricezione delle opere di alcuni protagonisti dell’avanguardia storica romena in Italia, più precisamente nelle sedi di maggior riguardo del futurismo italiano, nell’arco di tempo compreso tra il 1909 e il 1930. Dopo avere esaminato, all’interno di ricerche precedenti, la ricezione del futurismo nella stampa culturale romena, la candidata recupera in questo lavoro un filone dello stesso argomento, esaurendo l’analisi delle riviste italiane futuriste e non, ricevute nelle redazioni romene e presenta in modo approfondito il versante complementare dei rapporti intercorsi tra le due avanguardie, attraverso lo spoglio completo delle pubblicazioni periodiche moderniste e futuriste italiane che hanno accolto tra il 1916 e il 1920 l’opera poetica di Tristan Tzara e i contributi pittorici e grafici di Marcel Janco, artisti di origine romena, nonché due dei fondatori del dadaismo. Il presente approccio muove dalla convizione che il cosmopolitismo, l’apertura estetica, la ricchezza concettuale e artistica, il carattere poliedrico e multiforme, come anche le numerose collaborazioni internazionali dell’avanguardia romena di Bucarest sarebbero inconcepibili in mancanza della mediazione e degli scambi culturali concreti che Tzara e Janco hanno stabilito tra le redazioni della capitale romena e gli ambienti delle avanguardie europee: futurismo, dadaismo, costruttivismo, ecc. Frutto di tale mediazione sono le tematiche analizzate nei cap. III-VI del medesimo volume. Per quanto riguarda la ricezione del futurismo in Romania, esaminata a cominciare dalla nascita stessa della corrente italiana, vale a dire, in concomitanza con la pubblicazione dei testi in Italia, la ricerca si è basata sullo spoglio di materiale bibliografico di prima mano, documenti poco o nulla conosciuti in Italia, mai studiati in Romania, reperiti alla Biblioteca dell’Accademia Romena, al Museo della Letteratura Romena e all’Istituto per la Ricerca dell’Avanguardia Romena ed Europea di Bucarest. Quanto al reperimento di periodici italiani, è stato fondamentale lo studio dei corpus conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e nelle diverse biblioteche e centri di studi torinesi (Biblioteca Universitaria Nazionale, biblioteche di diversi Dipartimenti dell’Università di Torino, Biblioteca Storica Piemontese). Inoltre, la candidata ha avuto la possibilità di consultare numerosi volumi di poesia parolibera futurista, pressoché introvabili, grazie ai prestiti interbibliotecari attivati tra biblioteche universitarie di Torino e fondi delle biblioteche di Milano (soprattutto la Braidense), Roma, Genova, Mantova, Bologna, Pisa. Infine, si sono rivelati indispensabili alcuni prestiti internazionali alla Biblioteca Nazionale di Francia (Parigi). Dopo avere ricostruito il mosaico completo dei rapporti personali e degli scambi culturali intercorsi tra alcuni gruppi futuristi e il dadaismo, la candidata ha individuato e commentato i contributi effettivi, i testi poetici e teorici di Tristan Tzara e le riproduzioni delle opere pittoriche e grafiche di Marcel Janco, pubblicati tra il 1916 e il 1920 in riviste italiane. Come risultato di questo approccio interdisciplinare - che si è avvalso degli strumenti e le metodologie della storia letteraria e della critica letteraria -, ora possiamo indicare un numero cospicuo di riferimenti, che costituiscono per la prima volta un dossier completo della presenza di opere e autori romeni, affermatisi in seno alle avanguardie europee, pubblicati in Italia. Al fine di recuperare la bidirezionalità dei rapporti, è stato completato un altro dossier, altrettanto ricco, di articoli, opere futuriste, note redazionali, lettere ricevute dall’Italia, manifesti, pubblicati nelle principali riviste dell’avanguardia romena. Gli interlocutori degli scambi culturali italo-romeni sono rappresentanti di spicco delle due avanguardie. Da una parte, Tristan Tzara e Marcel Janco, iniziatori del dadaismo, che hanno mantenuto saldi legami con l’avanguardia romena e hanno lasciato opere e contributi artistici in Romania, sicché, pur vivendo in Svizzera e in Francia per diversi anni (Tzara per sempre), sono considerati a tutti gli effetti creatori dell’avanguardia romena. Marcel Janco è tornato a Bucarest dopo l’avventura artistica dadaista (dove si era illustrato in veste di pittore, creatore di manifesti, di scenari e maschere antropomorfiche per le "soirées" e le mostre Dada), contribuendo in modo decisivo, nel 1924, alla fondazione dell’avanguardia romena, come condirettore della più duratura rivista d’avanguardia "Contimporanul", nonché come architetto formatosi in ambienti Bauhaus e costruttivisti. Tristan Tzara, l’alfiere non solo del movimento dadaista, ma anche del suo principale organo, la rivista "Dada", era, come pure Janco, un artista di portata europea, in contatto con le più importanti personalità dei movimenti dell’avanguardia europea del momento. Dall’altra, i futuristi italiani, e tra loro i protagonisti stessi della corrente, a cominciare dal caposcuola, Filippo Tommaso Marinetti, per continuare con direttori di riviste come Enrico Prampolini, Anton Giulio Bragaglia, Francesco Meriano, Gherardo Marone, Nicola Moscardelli, Giuseppe Raimondi, Maria D’Arezzo, e con artisti di primo piano, come Paolo Buzzi, Giulio Evola, Andrea De Chirico, Alberto Savinio, Fortunato Depero, Luciano Folgore. La cerchia degli interlocutori è molto più ampia su entrambi i versanti. L’angolo di visuale comprende, dunque, l’apertura generosa, sia del futurismo che della letteratura romena d’avanguardia, al dadaismo, grazie soprattutto - lo ribadiamo - all’attività culturale dei due rappresentanti romeni: Tzara e Janco. L’internazionalismo è la chiave di lettura proposta anche per i materiali che documentano il peso della collaborazione, sia di Tzara che del gruppo di dadaisti italiani, con le riviste del cubismo letterario francese, "Sic" e "Nord-Sud", dirette da Pierre Albert-Birot e Paul Reverdy, nonché con Guillaume Apollinaire, Blaise Cendrars, Paul Dermé, ecc. All’interno di questo intreccio di rapporti, è stato evidenziato e documentato in modo esauriente l’importante ruolo di tramite compiuto anzitutto da Tzara fra l’avanguardia europea e i suoi interlocutori italiani. Siffatti legami hanno rivelato importanti affinità tra diversi generi e prodotti artistici. Di conseguenza, la candidata ha proposto un raffronto tra quattro tipi di letteratura tipografica, visiva, lasciati in eredità dalle avanguardie europee: tavole parolibere futuriste, poemi sonori simultanei dadaisti, singolari esperimenti poetici romeni, come la pittopoesia, e, infine, opere dei poeti dell’avanguardia francese (Apollinaire, Cendrars, Reverdy). La dott.ssa E. D. ha considerato utile e produttivo condurre un’analisi comparata degli aspetti comuni e non dei medesimi testi poetici. La rilevanza dell’attuale ricerca è accresciuta dall’ampiezza dell’arco temporale in cui si collocano i rapporti del futurismo con l’avanguardia romena. Un ventennio fondamentale nella letteratura romena (1909-1930), che scandisce, passo dopo passo, l’evoluzione del modernismo nella cultura romena, dagli esordi fino alla completa maturazione. Il futurismo stesso attraversa nello stesso periodo la sua fase eroica, programmatica, e la prima, intensa epoca del cosiddetto “secondo futurismo”. I due momenti fondamentali del movimento, la successione delle generazioni di artisti sono documentati, nella stampa culturale romena, attraverso la registrazione dei nomi italiani che comunicavano allora con gli ambienti di Bucarest: dalla prima generazione, Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Cavacchioli, Paolo Buzzi, Enrico Prampolini, Armando Mazza, e, negli anni ’20 e ’30 Fedele Azari, Benedetta Cappa Marinetti, Franco Casavola, Tullio D’Albisola, Escodamè, Farfa, Angelo Maino, Focioni Miciacio, Bruno G. Sanzin. I documenti raccolti e analizzati nella presente monografia attestano uno scambio quanto mai intenso e produttivo tra le redazioni e le maggiori personalità del futurismo italiano, del dadaismo e dell’avanguardia romena.

Futurismo, Dadaismo e avanguardia romena: contaminazioni fra culture europee (1909-1930)

DAVID, EMILIA
2006-01-01

Abstract

L’argomento principale della monografia, che rappresenta la versione a stampa della tesi di dottorato elaborata dalla candidata presso l’Università di Torino, è la ricezione delle opere di alcuni protagonisti dell’avanguardia storica romena in Italia, più precisamente nelle sedi di maggior riguardo del futurismo italiano, nell’arco di tempo compreso tra il 1909 e il 1930. Dopo avere esaminato, all’interno di ricerche precedenti, la ricezione del futurismo nella stampa culturale romena, la candidata recupera in questo lavoro un filone dello stesso argomento, esaurendo l’analisi delle riviste italiane futuriste e non, ricevute nelle redazioni romene e presenta in modo approfondito il versante complementare dei rapporti intercorsi tra le due avanguardie, attraverso lo spoglio completo delle pubblicazioni periodiche moderniste e futuriste italiane che hanno accolto tra il 1916 e il 1920 l’opera poetica di Tristan Tzara e i contributi pittorici e grafici di Marcel Janco, artisti di origine romena, nonché due dei fondatori del dadaismo. Il presente approccio muove dalla convizione che il cosmopolitismo, l’apertura estetica, la ricchezza concettuale e artistica, il carattere poliedrico e multiforme, come anche le numerose collaborazioni internazionali dell’avanguardia romena di Bucarest sarebbero inconcepibili in mancanza della mediazione e degli scambi culturali concreti che Tzara e Janco hanno stabilito tra le redazioni della capitale romena e gli ambienti delle avanguardie europee: futurismo, dadaismo, costruttivismo, ecc. Frutto di tale mediazione sono le tematiche analizzate nei cap. III-VI del medesimo volume. Per quanto riguarda la ricezione del futurismo in Romania, esaminata a cominciare dalla nascita stessa della corrente italiana, vale a dire, in concomitanza con la pubblicazione dei testi in Italia, la ricerca si è basata sullo spoglio di materiale bibliografico di prima mano, documenti poco o nulla conosciuti in Italia, mai studiati in Romania, reperiti alla Biblioteca dell’Accademia Romena, al Museo della Letteratura Romena e all’Istituto per la Ricerca dell’Avanguardia Romena ed Europea di Bucarest. Quanto al reperimento di periodici italiani, è stato fondamentale lo studio dei corpus conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e nelle diverse biblioteche e centri di studi torinesi (Biblioteca Universitaria Nazionale, biblioteche di diversi Dipartimenti dell’Università di Torino, Biblioteca Storica Piemontese). Inoltre, la candidata ha avuto la possibilità di consultare numerosi volumi di poesia parolibera futurista, pressoché introvabili, grazie ai prestiti interbibliotecari attivati tra biblioteche universitarie di Torino e fondi delle biblioteche di Milano (soprattutto la Braidense), Roma, Genova, Mantova, Bologna, Pisa. Infine, si sono rivelati indispensabili alcuni prestiti internazionali alla Biblioteca Nazionale di Francia (Parigi). Dopo avere ricostruito il mosaico completo dei rapporti personali e degli scambi culturali intercorsi tra alcuni gruppi futuristi e il dadaismo, la candidata ha individuato e commentato i contributi effettivi, i testi poetici e teorici di Tristan Tzara e le riproduzioni delle opere pittoriche e grafiche di Marcel Janco, pubblicati tra il 1916 e il 1920 in riviste italiane. Come risultato di questo approccio interdisciplinare - che si è avvalso degli strumenti e le metodologie della storia letteraria e della critica letteraria -, ora possiamo indicare un numero cospicuo di riferimenti, che costituiscono per la prima volta un dossier completo della presenza di opere e autori romeni, affermatisi in seno alle avanguardie europee, pubblicati in Italia. Al fine di recuperare la bidirezionalità dei rapporti, è stato completato un altro dossier, altrettanto ricco, di articoli, opere futuriste, note redazionali, lettere ricevute dall’Italia, manifesti, pubblicati nelle principali riviste dell’avanguardia romena. Gli interlocutori degli scambi culturali italo-romeni sono rappresentanti di spicco delle due avanguardie. Da una parte, Tristan Tzara e Marcel Janco, iniziatori del dadaismo, che hanno mantenuto saldi legami con l’avanguardia romena e hanno lasciato opere e contributi artistici in Romania, sicché, pur vivendo in Svizzera e in Francia per diversi anni (Tzara per sempre), sono considerati a tutti gli effetti creatori dell’avanguardia romena. Marcel Janco è tornato a Bucarest dopo l’avventura artistica dadaista (dove si era illustrato in veste di pittore, creatore di manifesti, di scenari e maschere antropomorfiche per le "soirées" e le mostre Dada), contribuendo in modo decisivo, nel 1924, alla fondazione dell’avanguardia romena, come condirettore della più duratura rivista d’avanguardia "Contimporanul", nonché come architetto formatosi in ambienti Bauhaus e costruttivisti. Tristan Tzara, l’alfiere non solo del movimento dadaista, ma anche del suo principale organo, la rivista "Dada", era, come pure Janco, un artista di portata europea, in contatto con le più importanti personalità dei movimenti dell’avanguardia europea del momento. Dall’altra, i futuristi italiani, e tra loro i protagonisti stessi della corrente, a cominciare dal caposcuola, Filippo Tommaso Marinetti, per continuare con direttori di riviste come Enrico Prampolini, Anton Giulio Bragaglia, Francesco Meriano, Gherardo Marone, Nicola Moscardelli, Giuseppe Raimondi, Maria D’Arezzo, e con artisti di primo piano, come Paolo Buzzi, Giulio Evola, Andrea De Chirico, Alberto Savinio, Fortunato Depero, Luciano Folgore. La cerchia degli interlocutori è molto più ampia su entrambi i versanti. L’angolo di visuale comprende, dunque, l’apertura generosa, sia del futurismo che della letteratura romena d’avanguardia, al dadaismo, grazie soprattutto - lo ribadiamo - all’attività culturale dei due rappresentanti romeni: Tzara e Janco. L’internazionalismo è la chiave di lettura proposta anche per i materiali che documentano il peso della collaborazione, sia di Tzara che del gruppo di dadaisti italiani, con le riviste del cubismo letterario francese, "Sic" e "Nord-Sud", dirette da Pierre Albert-Birot e Paul Reverdy, nonché con Guillaume Apollinaire, Blaise Cendrars, Paul Dermé, ecc. All’interno di questo intreccio di rapporti, è stato evidenziato e documentato in modo esauriente l’importante ruolo di tramite compiuto anzitutto da Tzara fra l’avanguardia europea e i suoi interlocutori italiani. Siffatti legami hanno rivelato importanti affinità tra diversi generi e prodotti artistici. Di conseguenza, la candidata ha proposto un raffronto tra quattro tipi di letteratura tipografica, visiva, lasciati in eredità dalle avanguardie europee: tavole parolibere futuriste, poemi sonori simultanei dadaisti, singolari esperimenti poetici romeni, come la pittopoesia, e, infine, opere dei poeti dell’avanguardia francese (Apollinaire, Cendrars, Reverdy). La dott.ssa E. D. ha considerato utile e produttivo condurre un’analisi comparata degli aspetti comuni e non dei medesimi testi poetici. La rilevanza dell’attuale ricerca è accresciuta dall’ampiezza dell’arco temporale in cui si collocano i rapporti del futurismo con l’avanguardia romena. Un ventennio fondamentale nella letteratura romena (1909-1930), che scandisce, passo dopo passo, l’evoluzione del modernismo nella cultura romena, dagli esordi fino alla completa maturazione. Il futurismo stesso attraversa nello stesso periodo la sua fase eroica, programmatica, e la prima, intensa epoca del cosiddetto “secondo futurismo”. I due momenti fondamentali del movimento, la successione delle generazioni di artisti sono documentati, nella stampa culturale romena, attraverso la registrazione dei nomi italiani che comunicavano allora con gli ambienti di Bucarest: dalla prima generazione, Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Cavacchioli, Paolo Buzzi, Enrico Prampolini, Armando Mazza, e, negli anni ’20 e ’30 Fedele Azari, Benedetta Cappa Marinetti, Franco Casavola, Tullio D’Albisola, Escodamè, Farfa, Angelo Maino, Focioni Miciacio, Bruno G. Sanzin. I documenti raccolti e analizzati nella presente monografia attestano uno scambio quanto mai intenso e produttivo tra le redazioni e le maggiori personalità del futurismo italiano, del dadaismo e dell’avanguardia romena.
2006
David, Emilia
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