Questo numero doppio di «Lares» è dedicato a Cultura egemonica e culture subalterne (CECS) di Alberto M. Cirese. Pubblicato per la prima volta nel 1971 e poi, nella seconda e più nota edizione, nel 1973, il libro ha svolto un ruolo cruciale nella storia degli studi DEA italiani. Su di esso si sono infatti formate intere generazioni di studenti e studiosi; ma, soprattutto, CECS ha rappresentato il paradigma della nuova visione degli studi sulla cultura popolare affermata nell’Italia del dopoguerra a partire dall’influenza di Gramsci e De Martino e consolidata – appunto, con Cirese - nella denominazione di “demologia”. I saggi raccolti nel volume fanno i conti con l’eredità di CECS in due prospettive diverse (per quanto strettamente intrecciate). Quelli raccolti nella prima parte si muovono prevalentemente nell’ottica della storia degli studi, ricostruendo la genesi di CECS in relazione sia alla carriera scientifica di Cirese che ai più vasti dibattiti disciplinari del tempo. I saggi della seconda parte discutono invece il problema dello statuto attuale della demologia – disciplina da tempo in crisi d’identità di fronte alla scomparsa (almeno apparente) del suo classico oggetto di studio, vale a dire i generi classici della tradizione folklorica; e si chiedono in quali direzioni può plausibilmente dirigersi la ricerca sulla cultura subalterna in un mondo globale percorso dai flussi delle migrazioni, del mercato e della comunicazione di massa.
La demologia come 'scienza normale'? Ripensare cultura egemonica e culture subalterne
DEI, FABIO;
2015-01-01
Abstract
Questo numero doppio di «Lares» è dedicato a Cultura egemonica e culture subalterne (CECS) di Alberto M. Cirese. Pubblicato per la prima volta nel 1971 e poi, nella seconda e più nota edizione, nel 1973, il libro ha svolto un ruolo cruciale nella storia degli studi DEA italiani. Su di esso si sono infatti formate intere generazioni di studenti e studiosi; ma, soprattutto, CECS ha rappresentato il paradigma della nuova visione degli studi sulla cultura popolare affermata nell’Italia del dopoguerra a partire dall’influenza di Gramsci e De Martino e consolidata – appunto, con Cirese - nella denominazione di “demologia”. I saggi raccolti nel volume fanno i conti con l’eredità di CECS in due prospettive diverse (per quanto strettamente intrecciate). Quelli raccolti nella prima parte si muovono prevalentemente nell’ottica della storia degli studi, ricostruendo la genesi di CECS in relazione sia alla carriera scientifica di Cirese che ai più vasti dibattiti disciplinari del tempo. I saggi della seconda parte discutono invece il problema dello statuto attuale della demologia – disciplina da tempo in crisi d’identità di fronte alla scomparsa (almeno apparente) del suo classico oggetto di studio, vale a dire i generi classici della tradizione folklorica; e si chiedono in quali direzioni può plausibilmente dirigersi la ricerca sulla cultura subalterna in un mondo globale percorso dai flussi delle migrazioni, del mercato e della comunicazione di massa.File | Dimensione | Formato | |
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