Come sostiene Luhmann descrivere la società è possibile solo nella società: l’osservatore, è parte del tutto (la società) in cui la realtà osservata si attualizza e che egli stesso contribuisce in più modi a costruire; inoltre il modo dell’osservazione riflette e comunica statura e senso all’oggetto osservato. Da ciò deriva la visione costruttivista adottata: la realtà è intesa come costruzione sociale e i fenomeni sono considerati “apparenze” (Bateson). Fondamentale è dunque la considerazione della dimensione soggettiva e la distinzione fra tre modi di intendere un evento/fenomeno: concettuale, sentito e reale (paragrafo 1). Il testo si volge al tema dell’esclusione sociale muovendo dall’ipotesi che essa sia osservabile nelle forme della “relazione debole” tra pratiche interazionali e organizzazione sociale (Goffman, 1983) e, in particolare, nei processi di cambiamento che ne riducono le capacità protettive dai “rischi” di impoverimento e dal manifestarsi di forme differenti ed intrecciate di disagio (economico, sociale, psicologico). Il focus è nella ricerca di quei fattori che, condizionando le forme di tale relazione, connettono in modo specifico le traiettorie individuali con i processi istituzionali. Oggetto dell’osservazione sono il contesto e il corso di vita delle persone nonché le loro definizioni della situazione. Il primo, in particolare, è inteso come precipitato dei fattori strutturali e culturali che costituisce una «guida per discriminare tra i modi» (Bateson, 1972). La classificazione dei fattori si basa sulle le categorie polanyiane di reciprocità, redistribuzione e scambio, integrate con le variabili di tempo e spazio. Gli scambi economici ad esse afferenti sono intesi come informazioni che hanno origine e sono radicate nelle relazioni sociali (paragrafo 2). Dal punto di vista teorico, l’osservazione considera gli oggetti in qualità di forme, processi e rappresentazioni. Forma è la forma delle interazioni. Ed è anche la forma dell’organizzazione sociale che, attraverso le informazioni sui suoi elementi strutturali e culturali si manifesta nella vita reale attraverso i vincoli. Quindi forma è la forma delle distinzioni che, da tali vincoli, vengono “costruiti” nell’osservazione (Bateson, 1972). Il processo è il modo in cui, nel tempo, muta la “relazione debole” tra interazione e organizzazione sociale. Il processo è inteso anche come processo istituzionale (Polanyi, 1977): esso integra norme e vincoli originati dal complesso differenziato dei fattori (sociali, economici, culturali, ecc.) e orienta la disposizione dei vincoli interazionali nella società. La rappresentazione è ciò che possiamo concretamente osservare, la superficie dei fenomeni, lo specchio in cui si riflettono l’identità, la cultura e l’organizzazione. Il percorso empirico (paragrafo 3) è parte della ricerca URBEX a Milano, e di cui proponiamo una nostra elaborazione riferita ai disoccupati di lungo periodo (paragrafo 4). I risultati restituiscono alcuni spunti interpretativi sulle determinazioni locali dell’esclusione. Nelle considerazioni conclusive infine, vengono accennati alcuni spunti atti a promuovere pratiche di welfare che, integrando le misure strutturali a sostegno del reddito e a contenimento del disagio, possano favorire un’azione di sviluppo locale, nel senso di un potenziamento dei fattori protettivi che hanno influenza sui contesti di vita (paragrafo 5). Ringraziando i colleghi del gruppo di ricerca di Milano, avvertiamo che nostra è la responsabilità di quanto segue.

Rappresentazioni del locale. Esclusione e welfare tra dualismo e continuità

VILLA, MATTEO
2003-01-01

Abstract

Come sostiene Luhmann descrivere la società è possibile solo nella società: l’osservatore, è parte del tutto (la società) in cui la realtà osservata si attualizza e che egli stesso contribuisce in più modi a costruire; inoltre il modo dell’osservazione riflette e comunica statura e senso all’oggetto osservato. Da ciò deriva la visione costruttivista adottata: la realtà è intesa come costruzione sociale e i fenomeni sono considerati “apparenze” (Bateson). Fondamentale è dunque la considerazione della dimensione soggettiva e la distinzione fra tre modi di intendere un evento/fenomeno: concettuale, sentito e reale (paragrafo 1). Il testo si volge al tema dell’esclusione sociale muovendo dall’ipotesi che essa sia osservabile nelle forme della “relazione debole” tra pratiche interazionali e organizzazione sociale (Goffman, 1983) e, in particolare, nei processi di cambiamento che ne riducono le capacità protettive dai “rischi” di impoverimento e dal manifestarsi di forme differenti ed intrecciate di disagio (economico, sociale, psicologico). Il focus è nella ricerca di quei fattori che, condizionando le forme di tale relazione, connettono in modo specifico le traiettorie individuali con i processi istituzionali. Oggetto dell’osservazione sono il contesto e il corso di vita delle persone nonché le loro definizioni della situazione. Il primo, in particolare, è inteso come precipitato dei fattori strutturali e culturali che costituisce una «guida per discriminare tra i modi» (Bateson, 1972). La classificazione dei fattori si basa sulle le categorie polanyiane di reciprocità, redistribuzione e scambio, integrate con le variabili di tempo e spazio. Gli scambi economici ad esse afferenti sono intesi come informazioni che hanno origine e sono radicate nelle relazioni sociali (paragrafo 2). Dal punto di vista teorico, l’osservazione considera gli oggetti in qualità di forme, processi e rappresentazioni. Forma è la forma delle interazioni. Ed è anche la forma dell’organizzazione sociale che, attraverso le informazioni sui suoi elementi strutturali e culturali si manifesta nella vita reale attraverso i vincoli. Quindi forma è la forma delle distinzioni che, da tali vincoli, vengono “costruiti” nell’osservazione (Bateson, 1972). Il processo è il modo in cui, nel tempo, muta la “relazione debole” tra interazione e organizzazione sociale. Il processo è inteso anche come processo istituzionale (Polanyi, 1977): esso integra norme e vincoli originati dal complesso differenziato dei fattori (sociali, economici, culturali, ecc.) e orienta la disposizione dei vincoli interazionali nella società. La rappresentazione è ciò che possiamo concretamente osservare, la superficie dei fenomeni, lo specchio in cui si riflettono l’identità, la cultura e l’organizzazione. Il percorso empirico (paragrafo 3) è parte della ricerca URBEX a Milano, e di cui proponiamo una nostra elaborazione riferita ai disoccupati di lungo periodo (paragrafo 4). I risultati restituiscono alcuni spunti interpretativi sulle determinazioni locali dell’esclusione. Nelle considerazioni conclusive infine, vengono accennati alcuni spunti atti a promuovere pratiche di welfare che, integrando le misure strutturali a sostegno del reddito e a contenimento del disagio, possano favorire un’azione di sviluppo locale, nel senso di un potenziamento dei fattori protettivi che hanno influenza sui contesti di vita (paragrafo 5). Ringraziando i colleghi del gruppo di ricerca di Milano, avvertiamo che nostra è la responsabilità di quanto segue.
2003
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/80864
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact