Il cremonese Realdo Colombo (1516-1559) è una delle figure a cui è attribuita la scoperta della circolazione polmonare che scardinò alcuni principi secolari dell’anatomia e della fisiologia galenica, fra cui la comunicazione tra parte destra e sinistra del cuore. Iniziò la sua attività a Padova, dove fu allievo del padre dell’anatomia moderna, Andrea Vesalio, distinguendosi subito per la sua attitudine alla ricerca anatomica e meritando il plauso dell’autore della fabrica, nella quale è citato. Tuttavia, l’attribuzione della scoperta è contesa con il contemporaneo Michele Serveto che pure descrisse con dovizia di particolari la circolazione polmonare nella Restitutio Christianismi, un’opera fondamentalmente teologica che costò la morte sul rogo al suo autore. Altre figure interessanti pure contribuirono in quel tempo a definire aspetti importanti della circolazione sanguifera, fra cui Andrea Cesalpino e Juan Valverde de Amusco, quest’ultimo allievo di Colombo durante il suo periodo pisano. Il dibattito occidentale sulla circolazione polmonare, però, perde importanza, considerando che il primato della scoperta sembra spettare al medico arabo Ibn al-Nafis (XIII secolo), la cui opera fu tradotta in latino da Andrea Alpago proprio a metà del Cinquecento, suggerendo una sua possibile influenza nell’ambiente medico rinascimentale. Le dinamiche di quest’appassionante storia scientifica restano pertanto da chiarire.
La circolazione polmonare nel quinto centenario della nascita di Realdo Colombo.
NATALE, GIANFRANCO
2016-01-01
Abstract
Il cremonese Realdo Colombo (1516-1559) è una delle figure a cui è attribuita la scoperta della circolazione polmonare che scardinò alcuni principi secolari dell’anatomia e della fisiologia galenica, fra cui la comunicazione tra parte destra e sinistra del cuore. Iniziò la sua attività a Padova, dove fu allievo del padre dell’anatomia moderna, Andrea Vesalio, distinguendosi subito per la sua attitudine alla ricerca anatomica e meritando il plauso dell’autore della fabrica, nella quale è citato. Tuttavia, l’attribuzione della scoperta è contesa con il contemporaneo Michele Serveto che pure descrisse con dovizia di particolari la circolazione polmonare nella Restitutio Christianismi, un’opera fondamentalmente teologica che costò la morte sul rogo al suo autore. Altre figure interessanti pure contribuirono in quel tempo a definire aspetti importanti della circolazione sanguifera, fra cui Andrea Cesalpino e Juan Valverde de Amusco, quest’ultimo allievo di Colombo durante il suo periodo pisano. Il dibattito occidentale sulla circolazione polmonare, però, perde importanza, considerando che il primato della scoperta sembra spettare al medico arabo Ibn al-Nafis (XIII secolo), la cui opera fu tradotta in latino da Andrea Alpago proprio a metà del Cinquecento, suggerendo una sua possibile influenza nell’ambiente medico rinascimentale. Le dinamiche di quest’appassionante storia scientifica restano pertanto da chiarire.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.