Il testo muove dall’ipotesi generale che l’esclusione sociale è osservabile nelle forme della “relazione debole” tra interazione e organizzazione sociale (Goffman) e, in particolare, nei processi di cambiamento che ne riducono le capacità protettive dai “rischi” di impoverimento e dal manifestarsi di forme differenti ed intrecciate di disagio (economico, sociale, psicologico). Il focus è perciò nella ricerca di quei fattori che, condizionando le forme di tale relazione, connettono in modo specifico le traiettorie individuali delle persone con i processi istituzionali. Oggetto dell’osservazione sono il contesto e il corso di vita delle persone quanto le loro definizioni della situazione. Il primo è inteso come precipitato dei fattori strutturali e culturali che costituisce una «guida per discriminare tra i modi» (Bateson), ovvero la principale fonte di influenzamento dei comportamenti. La classificazione dei fattori si basa sulle le categorie polanyiane di reciprocità, redistribuzione e scambio, integrate con le variabili di tempo e di spazio. Gli scambi economici ad esse afferenti sono perciò intesi come informazioni che hanno origine e sono radicate nelle relazioni sociali. Dal punto di vista teorico, l’osservazione considera gli oggetti in qualità di forme, processi e rappresentazioni. Forma è la forma delle interazioni. Ed è anche la forma dell’organizzazione sociale che, attraverso le informazioni sui suoi elementi strutturali e culturali si manifesta nella vita reale attraverso i vincoli. Quindi forma è la forma delle distinzioni che, da tali vincoli, “costruiamo” nell’osservazione (Bateson, Luhmann). Il processo è il modo in cui, nel tempo, muta la “relazione debole” tra interazione e organizzazione sociale. Il processo è inteso anche come processo istituzionale (Polanyi) che integra norme e vincoli che originano dal complesso dei fattori (sociali, economici, culturali, ecc.) e orientano i vincoli interazionali dei soggetti nella società. La rappresentazione è ciò che concretamente possiamo osservare, la superficie dei fenomeni, lo specchio in cui si riflettono l’identità, la cultura e l’organizzazione. I risultati restituiscono una serie di spunti interpretativi sulle determinazioni locali dell’esclusione nel contesto milanese. Vengono inoltre proposti alcuni spunti metodologici atti a promuovere pratiche di welfare che, integrando le misure strutturali a sostegno del reddito e a contenimento del disagio, possano favorire un’azione di sviluppo locale, nel senso di un potenziamento dei fattori protettivi che hanno influenza sui contesti di vita.

Rappresentazioni del locale. Comunità, esclusione, welfare

VILLA, MATTEO
2003-01-01

Abstract

Il testo muove dall’ipotesi generale che l’esclusione sociale è osservabile nelle forme della “relazione debole” tra interazione e organizzazione sociale (Goffman) e, in particolare, nei processi di cambiamento che ne riducono le capacità protettive dai “rischi” di impoverimento e dal manifestarsi di forme differenti ed intrecciate di disagio (economico, sociale, psicologico). Il focus è perciò nella ricerca di quei fattori che, condizionando le forme di tale relazione, connettono in modo specifico le traiettorie individuali delle persone con i processi istituzionali. Oggetto dell’osservazione sono il contesto e il corso di vita delle persone quanto le loro definizioni della situazione. Il primo è inteso come precipitato dei fattori strutturali e culturali che costituisce una «guida per discriminare tra i modi» (Bateson), ovvero la principale fonte di influenzamento dei comportamenti. La classificazione dei fattori si basa sulle le categorie polanyiane di reciprocità, redistribuzione e scambio, integrate con le variabili di tempo e di spazio. Gli scambi economici ad esse afferenti sono perciò intesi come informazioni che hanno origine e sono radicate nelle relazioni sociali. Dal punto di vista teorico, l’osservazione considera gli oggetti in qualità di forme, processi e rappresentazioni. Forma è la forma delle interazioni. Ed è anche la forma dell’organizzazione sociale che, attraverso le informazioni sui suoi elementi strutturali e culturali si manifesta nella vita reale attraverso i vincoli. Quindi forma è la forma delle distinzioni che, da tali vincoli, “costruiamo” nell’osservazione (Bateson, Luhmann). Il processo è il modo in cui, nel tempo, muta la “relazione debole” tra interazione e organizzazione sociale. Il processo è inteso anche come processo istituzionale (Polanyi) che integra norme e vincoli che originano dal complesso dei fattori (sociali, economici, culturali, ecc.) e orientano i vincoli interazionali dei soggetti nella società. La rappresentazione è ciò che concretamente possiamo osservare, la superficie dei fenomeni, lo specchio in cui si riflettono l’identità, la cultura e l’organizzazione. I risultati restituiscono una serie di spunti interpretativi sulle determinazioni locali dell’esclusione nel contesto milanese. Vengono inoltre proposti alcuni spunti metodologici atti a promuovere pratiche di welfare che, integrando le misure strutturali a sostegno del reddito e a contenimento del disagio, possano favorire un’azione di sviluppo locale, nel senso di un potenziamento dei fattori protettivi che hanno influenza sui contesti di vita.
2003
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