I capitoli che formano questo libro ruotano attorno al tema della rappresentazione a partire da problemi, domande, dubbi, ambivalenze della nostra epoca. Anche se è vero che la depressione imita i segni e i sintomi della malinconia, perché tendiamo a confonderle e a pensare che l’una copia l’altra? In un mondo quale è il nostro attuale, in cui le copie sono prodotte in serie e in grande abbondanza, materialmente e virtualmente, qual è il sogno di una copia se non quello di volere essere un originale? Se non si crede più alla corrispondenza tra rappresentazione e realtà, a cosa bisogna credere? L’odierna tendenza a patologizzare il normale evidenzia la confusione tra modi di essere ‘sani’ e le malattie soprattutto perché non ci si rassegna ad accettare i nostri limiti e la nostra mortalità; la critica all’idea di corrispondenza in Wittgenstein come in Magritte ci parla di somiglianze che nascondono un’estraneità tra il rappresentare e la cosa rappresentata; il sogno di una copia che si vuole sostituire all’originale e mostrarsi migliore di esso affiora in un mondo in cui il virtuale appare più vero del reale; l’idea della duplicità umana attraverso la storia dell’homo duplex da Buffon a Baudelaire ci racconta della lotta odierna tra l’io e il sé; il vedere con le parole ci parla di una facoltà umana che oggi è in crisi a causa dell’invasione delle immagini. Tutti fenomeni che non mettono tanto in dubbio la realtà, quanto i modi di conoscerla e di rappresentarla, di produrla e di costruirla nell’epoca delle tecnologie ad alta definizione che portiamo con noi come finestre su un mondo fatto con la materia dei nostri sogni.
Il sogno di una copia : del doppio, del dubbio, della malinconia
IACONO, ALFONSO
2016-01-01
Abstract
I capitoli che formano questo libro ruotano attorno al tema della rappresentazione a partire da problemi, domande, dubbi, ambivalenze della nostra epoca. Anche se è vero che la depressione imita i segni e i sintomi della malinconia, perché tendiamo a confonderle e a pensare che l’una copia l’altra? In un mondo quale è il nostro attuale, in cui le copie sono prodotte in serie e in grande abbondanza, materialmente e virtualmente, qual è il sogno di una copia se non quello di volere essere un originale? Se non si crede più alla corrispondenza tra rappresentazione e realtà, a cosa bisogna credere? L’odierna tendenza a patologizzare il normale evidenzia la confusione tra modi di essere ‘sani’ e le malattie soprattutto perché non ci si rassegna ad accettare i nostri limiti e la nostra mortalità; la critica all’idea di corrispondenza in Wittgenstein come in Magritte ci parla di somiglianze che nascondono un’estraneità tra il rappresentare e la cosa rappresentata; il sogno di una copia che si vuole sostituire all’originale e mostrarsi migliore di esso affiora in un mondo in cui il virtuale appare più vero del reale; l’idea della duplicità umana attraverso la storia dell’homo duplex da Buffon a Baudelaire ci racconta della lotta odierna tra l’io e il sé; il vedere con le parole ci parla di una facoltà umana che oggi è in crisi a causa dell’invasione delle immagini. Tutti fenomeni che non mettono tanto in dubbio la realtà, quanto i modi di conoscerla e di rappresentarla, di produrla e di costruirla nell’epoca delle tecnologie ad alta definizione che portiamo con noi come finestre su un mondo fatto con la materia dei nostri sogni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.