L’antica Arabia meridionale, sviluppatasi tra il VIII sec a.C. e il VI sec. d.C., ha restituito un grande numero di reperti afferenti all'ambito funerario, tra cui emergono le stele per la varietà di soggetti e motivi decorativi rappresentati. Partendo dalla ricca collezione del British Museum di Londra, il volume classifica e ordina un materiale archeologico proveniente in larga misura dal mercato delle antichità e pertanto privo di dati archeologici certi. L’analisi delle stele permette di ricostruire un quadro ricco di specificità regionali, non scevre da influenze reciproche, i cui movimenti sono tuttavia difficilmente ricostruibili nella loro interezza. Dalle espressioni arcaiche più stilizzate, tipiche dell’area Minea, fino alle manifestazioni figurative complesse della regione Sabea, il volume mette in luce in primo luogo l’originalità e la peculiarità dell’arte dell’Arabia meridionale, senza tralasciare gli influssi derivanti dal contatto con altre culture, in particolare con il mondo Ellenistico-Romano. Tali influssi, e la loro rielaborazione in ambito sudarabico, sono affrontati, con particolare attenzione, nella ricca Appendice di Fabio E. Betti, dove vengono studiate tematiche specifiche in relazione ai mutamenti nella ‘moda’ nei primi secoli della nostra era, evidenti sia in ambito architettonico che nella vita quotidiana delle classi agiate, che si manifestano nell’abbigliamento e negli ornamenti personali, specialmente femminili.
South Arabian funerary stelae from the British Museum collection (Arabia Antica, 11), «L’Erma» di Bretschneider, Roma. With contributions by Fabio Eugenio Betti.
2016-01-01
Abstract
L’antica Arabia meridionale, sviluppatasi tra il VIII sec a.C. e il VI sec. d.C., ha restituito un grande numero di reperti afferenti all'ambito funerario, tra cui emergono le stele per la varietà di soggetti e motivi decorativi rappresentati. Partendo dalla ricca collezione del British Museum di Londra, il volume classifica e ordina un materiale archeologico proveniente in larga misura dal mercato delle antichità e pertanto privo di dati archeologici certi. L’analisi delle stele permette di ricostruire un quadro ricco di specificità regionali, non scevre da influenze reciproche, i cui movimenti sono tuttavia difficilmente ricostruibili nella loro interezza. Dalle espressioni arcaiche più stilizzate, tipiche dell’area Minea, fino alle manifestazioni figurative complesse della regione Sabea, il volume mette in luce in primo luogo l’originalità e la peculiarità dell’arte dell’Arabia meridionale, senza tralasciare gli influssi derivanti dal contatto con altre culture, in particolare con il mondo Ellenistico-Romano. Tali influssi, e la loro rielaborazione in ambito sudarabico, sono affrontati, con particolare attenzione, nella ricca Appendice di Fabio E. Betti, dove vengono studiate tematiche specifiche in relazione ai mutamenti nella ‘moda’ nei primi secoli della nostra era, evidenti sia in ambito architettonico che nella vita quotidiana delle classi agiate, che si manifestano nell’abbigliamento e negli ornamenti personali, specialmente femminili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.