The essay investigates the role which the diplomatic networks played in the new dissemination of Machiavelli’s works in Italy during the eighteenth century. The two ‘paths alluded to in the title, respectively depart from Holland, where in 1768 the Portuguese Minister Da Cunha introduced Vittorio Alfieri to Machiavelli’s work. The second path starts in Tuscany, where in the eighteenth century the legacy of the ‘Secretary’ was gradually recovered, redeeming him from the damnatio hanging over his head: ‘redemption’ eventually resulting in the publication of the complete Work sat the initiative of the Grand Duke (1782-1783) and the consecration of a funeral monument in Santa Croce (1787). The argument purported by a consistent number of clues, and few, yet strong, documentary evidence, aims to show how effectively British (or pro-British) diplomats managed to promote, especially after the Treaty of Utrecht, a specific 'English' interpretation of Machiavelli: one that celebrated him as the theoretician of mixed government, adversary of despotism and fond admirer of that Roman republic, of which Britain, in fact the United Kingdom, proclaimed itself the successor in modern Europe.

Il saggio intende esaminare il ruolo che le reti diplomatiche svolsero nella nuova diffusione dell’opera di Machiavelli in area italiana, nel secolo XVIII. Le due piste cui il titolo allude partono rispettivamente dall’Olanda degli anni Sessanta, dove Vittorio Alfieri fu iniziato alla lettura dell’opera machiavelliana dal ministro portoghese Da Cuhna, e dalla Toscana:qui, nel corso del Settecento, il retaggio del Segretario fu progressivamente recuperato e la damnatio che pendeva su di lui riscattata, fino alla pubblicazione delle Opere complete per iniziativa granducale (1782-1783) e alla realizzazione del monumento funebre in Santa Croce (1787). La tesi, sostenuta da numerosi indizi e da rare, ma evidenti prove documentarie, punta a mostrare l’importanza delle iniziative assunte dai diplomatici britannici (o filo-britannici), soprattutto dopo la pace di Utrecht, per promuovere una specifica interpretazione ‘inglese’ dell’opera di Machiavelli: quella che celebrava in lui il teorico del governo misto, avversario del dispotismo e cultore della Roma repubblicana della quale la moderna Inghilterra, anzi il Regno Unito, puntava a proclamarsi erede in Europa.

‘Piste inglesi’ per la lettura settecentesca di Machiavelli

FEDI, FRANCESCA
2017-01-01

Abstract

The essay investigates the role which the diplomatic networks played in the new dissemination of Machiavelli’s works in Italy during the eighteenth century. The two ‘paths alluded to in the title, respectively depart from Holland, where in 1768 the Portuguese Minister Da Cunha introduced Vittorio Alfieri to Machiavelli’s work. The second path starts in Tuscany, where in the eighteenth century the legacy of the ‘Secretary’ was gradually recovered, redeeming him from the damnatio hanging over his head: ‘redemption’ eventually resulting in the publication of the complete Work sat the initiative of the Grand Duke (1782-1783) and the consecration of a funeral monument in Santa Croce (1787). The argument purported by a consistent number of clues, and few, yet strong, documentary evidence, aims to show how effectively British (or pro-British) diplomats managed to promote, especially after the Treaty of Utrecht, a specific 'English' interpretation of Machiavelli: one that celebrated him as the theoretician of mixed government, adversary of despotism and fond admirer of that Roman republic, of which Britain, in fact the United Kingdom, proclaimed itself the successor in modern Europe.
2017
978-88-6372-997-9
Il saggio intende esaminare il ruolo che le reti diplomatiche svolsero nella nuova diffusione dell’opera di Machiavelli in area italiana, nel secolo XVIII. Le due piste cui il titolo allude partono rispettivamente dall’Olanda degli anni Sessanta, dove Vittorio Alfieri fu iniziato alla lettura dell’opera machiavelliana dal ministro portoghese Da Cuhna, e dalla Toscana:qui, nel corso del Settecento, il retaggio del Segretario fu progressivamente recuperato e la damnatio che pendeva su di lui riscattata, fino alla pubblicazione delle Opere complete per iniziativa granducale (1782-1783) e alla realizzazione del monumento funebre in Santa Croce (1787). La tesi, sostenuta da numerosi indizi e da rare, ma evidenti prove documentarie, punta a mostrare l’importanza delle iniziative assunte dai diplomatici britannici (o filo-britannici), soprattutto dopo la pace di Utrecht, per promuovere una specifica interpretazione ‘inglese’ dell’opera di Machiavelli: quella che celebrava in lui il teorico del governo misto, avversario del dispotismo e cultore della Roma repubblicana della quale la moderna Inghilterra, anzi il Regno Unito, puntava a proclamarsi erede in Europa.
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