Il tema di questo lavoro è il tempo. La sua dimensione soggettiva, il suo rapporto con i significati dell’esperienza dell’attore. Sono stati inoltre evidenziati i primi passi che conducono verso la costruzione della dimensione oggettiva del tempo. La scelta di privilegiare il punto di vista fenomenologico (in particolare il pensiero di Alfred Schutz e alcuni suoi sviluppi relativi alle tematiche temporali dovuti a Thomas Luckmann) è stata determinata dalla rilevanza delle sue acquisizioni. La fenomenologia ha fornito un’analisi ricca e articolata dei fenomeni temporali, penetrando nella coscienza la cui struttura è insieme la struttura del tempo. Infatti, come è stato sostenuto, il tempo è la sostanza di cui è fatto il soggetto. Il tempo è strettamente correlato alla coscienza, ai due strati di essa nei quali autori come Husserl e Bergson l’hanno articolata: in uno di essi il tempo scorre come un fiume eracliteo; nell’altro, caratterizzato dalla riflessività, il tempo è spazializzato. Ѐ il tempo degli orologi, dell’intersoggettività, dei significati. Accanto alla teoria egologica, che definisce in maniera capillare i nessi tra attribuzione di senso e tempo dell’esperienza, la fenomenologia dell’azione propone un modello di attore che costituisce la base, insieme critica e propositiva, adeguata ad affrontare i problemi fondamentali della metodologia delle scienze sociali. Infine, seguendo la teoria delle province finite di significato di Alfred Schutz, si compie una analisi preliminare del rapporto tra tempo della scienza e tempo del mondo della vita quotidiana inteso come mondo della realtà fondamentale. Dalla grande rivoluzione scientifica, iniziata ai primi del ‘900 nella fisica, è emersa una visione del tempo che si allontana in modo radicale da quella del senso comune. Una tale distanza è inedita. E non sembra che questa frattura abbia finito di produrre tutte le sue conseguenze nel mondo della vita quotidiana.

Tempo, soggetto e società

VENTURINI, RICCARDO
2017-01-01

Abstract

Il tema di questo lavoro è il tempo. La sua dimensione soggettiva, il suo rapporto con i significati dell’esperienza dell’attore. Sono stati inoltre evidenziati i primi passi che conducono verso la costruzione della dimensione oggettiva del tempo. La scelta di privilegiare il punto di vista fenomenologico (in particolare il pensiero di Alfred Schutz e alcuni suoi sviluppi relativi alle tematiche temporali dovuti a Thomas Luckmann) è stata determinata dalla rilevanza delle sue acquisizioni. La fenomenologia ha fornito un’analisi ricca e articolata dei fenomeni temporali, penetrando nella coscienza la cui struttura è insieme la struttura del tempo. Infatti, come è stato sostenuto, il tempo è la sostanza di cui è fatto il soggetto. Il tempo è strettamente correlato alla coscienza, ai due strati di essa nei quali autori come Husserl e Bergson l’hanno articolata: in uno di essi il tempo scorre come un fiume eracliteo; nell’altro, caratterizzato dalla riflessività, il tempo è spazializzato. Ѐ il tempo degli orologi, dell’intersoggettività, dei significati. Accanto alla teoria egologica, che definisce in maniera capillare i nessi tra attribuzione di senso e tempo dell’esperienza, la fenomenologia dell’azione propone un modello di attore che costituisce la base, insieme critica e propositiva, adeguata ad affrontare i problemi fondamentali della metodologia delle scienze sociali. Infine, seguendo la teoria delle province finite di significato di Alfred Schutz, si compie una analisi preliminare del rapporto tra tempo della scienza e tempo del mondo della vita quotidiana inteso come mondo della realtà fondamentale. Dalla grande rivoluzione scientifica, iniziata ai primi del ‘900 nella fisica, è emersa una visione del tempo che si allontana in modo radicale da quella del senso comune. Una tale distanza è inedita. E non sembra che questa frattura abbia finito di produrre tutte le sue conseguenze nel mondo della vita quotidiana.
2017
Venturini, Riccardo
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