Se è vero, come ha scritto Shakespeare, che siamo fatti della stessa materia dei sogni, è la materia dei sogni a dover essere indagata. Se, come sosteneva Cézanne, «il colore è il luogo dove si incontrano il nostro cervello e l’universo», va indagato il modo in cui il nostro cervello percepisce lo stimolo dei sensi e lo rielabora in forme, miti e metafore. Ma più in generale vanno indagate la creazione e l’evoluzione delle arti e della letteratura, ovvero la loro particolare forma di biologia. Solo un’ottica che superi la divisione tra natura e cultura può dare conto dei processi che hanno condotto l’essere umano a costruzioni simboliche sempre più complesse, per rispondere a esigenze di sopravvivenza, di ritualità magica e religiosa, o per imporre un ordine al cosmo, ritagliando nuclei di senso da un continuum indistinto. Guidato da questi stimoli e dalle più recenti scoperte della biologia, delle neuroscienze e dell’antropologia, sondate in una prospettiva saggistico-filosofica, Alberto Casadei individua nello stile il punto in cui avviene la mediazione decisiva fra natura e cultura: è grazie all’elaborazione stilistica che le propensioni biologiche elementari, attive per esempio nella ritmicità o nella capacità di mimesi o nei processi analogico-metaforici, vengono finalizzate per dare vita ai mondi possibili della letteratura e dell’arte. Biologia della letteratura unisce questa prospettiva inedita a una rigorosa analisi critica, mostrando una storia letteraria ancora più ricca, in cui lo stile diviene un elemento attrattore, capace di condensare processi emotivi e cognitivi: un filo che lega la sorprendente stratificazione mitologica dell’epica di Gilgameš all’oscurità del Simbolismo, l’estasi del sublime alla rottura dei linguaggi retorici operata nel primo Novecento. Un lungo percorso che, dopo un’attenta riconsiderazione del concetto di classico, arriva fino al presente, con le elaborazioni stilistiche di secondo grado imposte dal Web e ancora più dal Cloud, che peraltro non cancellano ma rinnovano le forme acquisite. Cosicché oggi chi indaga sulla creatività con gli strumenti della stilistica si può paragonare a un Ulisse che, sprofondato con la sua nave, continua il proprio viaggio di conoscenza negli abissi ovvero, fuor di metafora, in un nuovo ambiente in cui sono possibili accostamenti imprevisti e combinazioni inedite tra le arti.
Biologia della letteratura. Corpo, stile, storia
Casadei Alberto
2018-01-01
Abstract
Se è vero, come ha scritto Shakespeare, che siamo fatti della stessa materia dei sogni, è la materia dei sogni a dover essere indagata. Se, come sosteneva Cézanne, «il colore è il luogo dove si incontrano il nostro cervello e l’universo», va indagato il modo in cui il nostro cervello percepisce lo stimolo dei sensi e lo rielabora in forme, miti e metafore. Ma più in generale vanno indagate la creazione e l’evoluzione delle arti e della letteratura, ovvero la loro particolare forma di biologia. Solo un’ottica che superi la divisione tra natura e cultura può dare conto dei processi che hanno condotto l’essere umano a costruzioni simboliche sempre più complesse, per rispondere a esigenze di sopravvivenza, di ritualità magica e religiosa, o per imporre un ordine al cosmo, ritagliando nuclei di senso da un continuum indistinto. Guidato da questi stimoli e dalle più recenti scoperte della biologia, delle neuroscienze e dell’antropologia, sondate in una prospettiva saggistico-filosofica, Alberto Casadei individua nello stile il punto in cui avviene la mediazione decisiva fra natura e cultura: è grazie all’elaborazione stilistica che le propensioni biologiche elementari, attive per esempio nella ritmicità o nella capacità di mimesi o nei processi analogico-metaforici, vengono finalizzate per dare vita ai mondi possibili della letteratura e dell’arte. Biologia della letteratura unisce questa prospettiva inedita a una rigorosa analisi critica, mostrando una storia letteraria ancora più ricca, in cui lo stile diviene un elemento attrattore, capace di condensare processi emotivi e cognitivi: un filo che lega la sorprendente stratificazione mitologica dell’epica di Gilgameš all’oscurità del Simbolismo, l’estasi del sublime alla rottura dei linguaggi retorici operata nel primo Novecento. Un lungo percorso che, dopo un’attenta riconsiderazione del concetto di classico, arriva fino al presente, con le elaborazioni stilistiche di secondo grado imposte dal Web e ancora più dal Cloud, che peraltro non cancellano ma rinnovano le forme acquisite. Cosicché oggi chi indaga sulla creatività con gli strumenti della stilistica si può paragonare a un Ulisse che, sprofondato con la sua nave, continua il proprio viaggio di conoscenza negli abissi ovvero, fuor di metafora, in un nuovo ambiente in cui sono possibili accostamenti imprevisti e combinazioni inedite tra le arti.File | Dimensione | Formato | |
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