Nanoremediation: valutazione della potenziale capacità di nanoparticelle di TiO2 di contrastare gli effetti genotossici di contaminanti ambientali. approccio in vitro su biopsie branchiali di Mytilus galloprovincialis M. Bernardeschi a, P. Guidi a, M. Palumbo a, V. Scarcelli a, G. Frenzilli a a Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa. Via A. Volta, 4 56126 Pisa - margherita.bernardeschi@for.unipi.it Abstract -. Le nanoparticelle (particelle con almeno una dimensione < 100 nm), grazie alle loro peculiari caratteristiche chimico-fisiche, possono essere impiegate con successo nella bonifica di ambienti contaminati. Si è andati a valutare in vitro, su biopsie branchiali di Mytilus galloprovincialis la potenziale capacità di nanoparticelle di biossido di titanio (anatasio 25 nm; Degussa 70% di anatasio, 21nm; anatasio mesoporoso 14 nm) di interagire con il cadmio (CdCl2), contaminante classico dell’ambiente marino, diminuendone l’effetto genotossico. Grazie al Comet assay, nella sua versione alcalina, è stata valutata da una parte la genotossicità del CdCl2, e dall’altra la capacità delle nanoparticelle di titanio di abbattere tale effetto. E’ stata inoltre indagata la frequenza di cellule apoptotiche, tramite l’utilizzo del Diffusion assay. I risultati relativi al Comet assay, sebbene preliminari, hanno mostrato una generale riduzione del livello di danno al DNA indotto dal CdCl2 nelle co-esposizioni, sebbene solo nel caso dell’anatasio di 25 nm tale effetto sia risultato statisticamente significativo. Dall’analisi dei preparati di Diffusion assay non è emersa alcuna percentuale significativa di cellule apoptotiche, né in relazione al trattamento col solo CdCl2, né rispetto a quello in co-esposizione con il titanio. Questo dato va a supportare la fondatezza dei risultati ottenuti con il Comet assay, legati esclusivamente all’effetto dei trattamenti e non ad una elevata mortalità cellulare.

Nanoremediation: valutazione della potenziale capacità di nanoparticelle di TiO2 di contrastare gli effetti genotossici di contaminanti ambientali. approccio in vitro su biopsie branchiali di Mytilus galloprovincialis

M. Bernardeschi
;
P. Guidi
;
V. Scarcelli
;
G. Frenzilli
2016-01-01

Abstract

Nanoremediation: valutazione della potenziale capacità di nanoparticelle di TiO2 di contrastare gli effetti genotossici di contaminanti ambientali. approccio in vitro su biopsie branchiali di Mytilus galloprovincialis M. Bernardeschi a, P. Guidi a, M. Palumbo a, V. Scarcelli a, G. Frenzilli a a Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Pisa. Via A. Volta, 4 56126 Pisa - margherita.bernardeschi@for.unipi.it Abstract -. Le nanoparticelle (particelle con almeno una dimensione < 100 nm), grazie alle loro peculiari caratteristiche chimico-fisiche, possono essere impiegate con successo nella bonifica di ambienti contaminati. Si è andati a valutare in vitro, su biopsie branchiali di Mytilus galloprovincialis la potenziale capacità di nanoparticelle di biossido di titanio (anatasio 25 nm; Degussa 70% di anatasio, 21nm; anatasio mesoporoso 14 nm) di interagire con il cadmio (CdCl2), contaminante classico dell’ambiente marino, diminuendone l’effetto genotossico. Grazie al Comet assay, nella sua versione alcalina, è stata valutata da una parte la genotossicità del CdCl2, e dall’altra la capacità delle nanoparticelle di titanio di abbattere tale effetto. E’ stata inoltre indagata la frequenza di cellule apoptotiche, tramite l’utilizzo del Diffusion assay. I risultati relativi al Comet assay, sebbene preliminari, hanno mostrato una generale riduzione del livello di danno al DNA indotto dal CdCl2 nelle co-esposizioni, sebbene solo nel caso dell’anatasio di 25 nm tale effetto sia risultato statisticamente significativo. Dall’analisi dei preparati di Diffusion assay non è emersa alcuna percentuale significativa di cellule apoptotiche, né in relazione al trattamento col solo CdCl2, né rispetto a quello in co-esposizione con il titanio. Questo dato va a supportare la fondatezza dei risultati ottenuti con il Comet assay, legati esclusivamente all’effetto dei trattamenti e non ad una elevata mortalità cellulare.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/892113
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