La perdita dei legami tra le persone, tipica di questo tempo frammentato, genera vuoto e solitudine, solo apparentemente compensati dai “contatti” virtuali. Anzi, la sensazione di condividere in qualche modo le relazioni sui social, di conservare i ricordi e gli affetti nel grande serbatoio della rete, ci rende “terminali recettori di informazioni” e ci “cauterizza il cuore”. La rete non è la causa dell’ “orfanezza” di chi la frequenta, ma rischia di farla diventare sempre meno percepita, quasi sostituendola con un nuovo “oppio dei popoli”.
La malattia della “orfanezza spirituale” e l’anestetico della Rete
Andrea Tomasi
2017-01-01
Abstract
La perdita dei legami tra le persone, tipica di questo tempo frammentato, genera vuoto e solitudine, solo apparentemente compensati dai “contatti” virtuali. Anzi, la sensazione di condividere in qualche modo le relazioni sui social, di conservare i ricordi e gli affetti nel grande serbatoio della rete, ci rende “terminali recettori di informazioni” e ci “cauterizza il cuore”. La rete non è la causa dell’ “orfanezza” di chi la frequenta, ma rischia di farla diventare sempre meno percepita, quasi sostituendola con un nuovo “oppio dei popoli”.File in questo prodotto:
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