Gli intensi scambi tra linguistica e letteratura databili agli anni Settanta-Novanta del secolo scorso hanno dato luogo a importanti risultati. Il testo letterario è stato concepito come un “sistema di segni” e la “funzione poetica” ad esso legata, da vaga nozione estetica di proble­matica configurazione, ha potuto essere identificata in un sistema di relazioni linguistiche peculiari. Avvalendosi degli apporti della semiologia, della narratologia e di vari tipi di in­nesti fra psicanalisi, retorica e linguistica, la critica letteraria ha cambiato il proprio statuto e le proprie pratiche, e la letteratura è stata ridefinita all’interno del contesto delle scienze umane. D’altra parte, anche a causa dell’espunzione della dimensione semantica, il modello semiologico-linguistico elaborato in quegli anni si è ben presto irrigidito in una prassi descri­zionistica incapace di cogliere i valori essenziali del testo. Il presente volume raccoglie alcuni contributi di linguisti e letterati che hanno inteso traccia­re un bilancio sui rapporti tra linguistica e critica letteraria in epoca strutturalista e presenta­re nel contempo prospettive future per una poetica e una critica letteraria su base linguisti­ca. Nel panorama attuale il superamento critico dello strutturalismo e del generativismo si accompagna a proposte di modelli linguistici che sembrano capaci di interpretare i plurimi sensi figurati della lingua letteraria e poetica e, nel contempo, di motivarli. Con l’intento di favorire un rinnovato dialogo tra linguistica e letteratura, i saggi qui riuniti vorrebbero rappresentare un primo passo in direzione di una critica letteraria attenta alle strutture ed ai vincoli linguistici del testo e, in parallelo, di una linguistica che si avvalga dell’espressione letteraria.

Modelli linguistici e metodi dell'interpretazione letteraria

G. Iotti;G. Marotta
2018-01-01

Abstract

Gli intensi scambi tra linguistica e letteratura databili agli anni Settanta-Novanta del secolo scorso hanno dato luogo a importanti risultati. Il testo letterario è stato concepito come un “sistema di segni” e la “funzione poetica” ad esso legata, da vaga nozione estetica di proble­matica configurazione, ha potuto essere identificata in un sistema di relazioni linguistiche peculiari. Avvalendosi degli apporti della semiologia, della narratologia e di vari tipi di in­nesti fra psicanalisi, retorica e linguistica, la critica letteraria ha cambiato il proprio statuto e le proprie pratiche, e la letteratura è stata ridefinita all’interno del contesto delle scienze umane. D’altra parte, anche a causa dell’espunzione della dimensione semantica, il modello semiologico-linguistico elaborato in quegli anni si è ben presto irrigidito in una prassi descri­zionistica incapace di cogliere i valori essenziali del testo. Il presente volume raccoglie alcuni contributi di linguisti e letterati che hanno inteso traccia­re un bilancio sui rapporti tra linguistica e critica letteraria in epoca strutturalista e presenta­re nel contempo prospettive future per una poetica e una critica letteraria su base linguisti­ca. Nel panorama attuale il superamento critico dello strutturalismo e del generativismo si accompagna a proposte di modelli linguistici che sembrano capaci di interpretare i plurimi sensi figurati della lingua letteraria e poetica e, nel contempo, di motivarli. Con l’intento di favorire un rinnovato dialogo tra linguistica e letteratura, i saggi qui riuniti vorrebbero rappresentare un primo passo in direzione di una critica letteraria attenta alle strutture ed ai vincoli linguistici del testo e, in parallelo, di una linguistica che si avvalga dell’espressione letteraria.
2018
978-88-3339-135-9
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