Il Futurismo italiano, movimento d’avanguardia sorto ai primi del Novecento grazie all’impulso di Filippo Tommaso Marinetti — autore del manifesto fondativo, pubblicato su Le Figaro nel 1909 — ha avuto in architettura diverse formulazioni teoriche1 ma L’Architettura Futurista. Manifesto, firmato di Antonio Sant’Elia e datato 11 luglio 1914, ripubblicato sulla rivista Lacerba il 1° agosto dello stesso anno, fu il documento ufficiale del movimento, nonché il primo proclama architettonico autodefinitosi manifesto2. Com’è noto, esso fu anticipato dal Messaggio di Sant’Elia del 20 maggio 1914, scritto che fu sottoposto ai tagli e alle interpolazioni di Marinetti prima di diventare il Manifesto. Il rapporto tra Sant’Elia e Marinetti è stato attentamente indagato da diversi storici, che hanno messo in evidenza quanto sia stato rilevante l’intervento del secondo nella stesura del documento, tanto che a lui sono stati attribuiti alcuni brani sostanziali3. Probabilmente è anche per questo motivo che, se si legge attentamente il Manifesto e si scorrono i disegni di Antonio Sant’Elia per La Città Nuova, disegni che ne accompagnavano la pubblicazione, si riscontra un’intrinseca contraddizione, nonché una certa incoerenza tra i due. Ma a ben vedere, proprio tale sottile incoerenza ha permesso al messaggio santeliano di essere ancora oggi attuale.

Back to the future. Attualità del manifesto dell’architettura futurista di Antonio Sant’Elia, in Ezio Godoli (ed.) Antonio Sant’Elia e l’architettura del suo tempo. Atti del convegno internazionale, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze: DIDApress, 2018

Lina Malfona
2018-01-01

Abstract

Il Futurismo italiano, movimento d’avanguardia sorto ai primi del Novecento grazie all’impulso di Filippo Tommaso Marinetti — autore del manifesto fondativo, pubblicato su Le Figaro nel 1909 — ha avuto in architettura diverse formulazioni teoriche1 ma L’Architettura Futurista. Manifesto, firmato di Antonio Sant’Elia e datato 11 luglio 1914, ripubblicato sulla rivista Lacerba il 1° agosto dello stesso anno, fu il documento ufficiale del movimento, nonché il primo proclama architettonico autodefinitosi manifesto2. Com’è noto, esso fu anticipato dal Messaggio di Sant’Elia del 20 maggio 1914, scritto che fu sottoposto ai tagli e alle interpolazioni di Marinetti prima di diventare il Manifesto. Il rapporto tra Sant’Elia e Marinetti è stato attentamente indagato da diversi storici, che hanno messo in evidenza quanto sia stato rilevante l’intervento del secondo nella stesura del documento, tanto che a lui sono stati attribuiti alcuni brani sostanziali3. Probabilmente è anche per questo motivo che, se si legge attentamente il Manifesto e si scorrono i disegni di Antonio Sant’Elia per La Città Nuova, disegni che ne accompagnavano la pubblicazione, si riscontra un’intrinseca contraddizione, nonché una certa incoerenza tra i due. Ma a ben vedere, proprio tale sottile incoerenza ha permesso al messaggio santeliano di essere ancora oggi attuale.
2018
9788833380384
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/950507
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