Nel I libro del De rerum natura Lucrezio dedica quasi trecento versi alla polemica contro le dottrine presocratiche della materia. I tre filosofi nominati (Eraclito, Empedocle e Anassagora) rappresentano tre tappe di un percorso di progressivo avvicinamento alla verità dell’atomismo: dal monismo di Eraclito si passa al pluralismo di Empedocle e all’infinito pluralismo di Anassagora, che precorre in parte l’atomismo. La trattazione delle dottrine avversarie in ordine cronologico e in base al numero dei principi postulati avvicina il passo lucreziano alla letteratura dossografica: è possibile infatti che Lucrezio abbia tratto la sua polemica dai libri XIV e XV del Perì Physeos di Epicuro, i cui frammenti attesterebbero l’adozione di un modello interpretativo della filosofia presocratica risalente alla scuola aristotelica. La discussione delle dottrine rivali, in sintonia con lo stile acremente polemico di tutto l’Epicureismo, è condotta con aggressività talvolta faziosa, spesso tesa a immiserire, se non addirittura a stravolgere, le tesi dell’avversario per renderle più facilmente confutabili. Attraverso il confronto serrato con i predecessori, Lucrezio definisce anche i caratteri della propria opera e riflette su problemi come la povertà del lessico filosofico latino e l’analogia tra parole e cose. La polemica contro i Presocratici investe anche questioni di stile e di poetica. In particolare la critica rivolta alla proverbiale oscurità di Eraclito sottintende una riflessione sulle corrette modalità di divulgazione di una dottrina filosofica ed è connessa all’impegno profuso da Epicuro e da Lucrezio stesso nel ‘rischiarare’ il buio dell’ignoranza e far luce sulla complessità delle leggi di natura. Diverso l’atteggiamento nei riguardi di Empedocle, ampiamente elogiato da Lucrezio in quanto maestro di stile sublime e modello nel genere del poema filosofico-didascalico. Ma quel che soprattutto avvicina Lucrezio a Empedocle è la dimensione etica che per entrambi i poeti-filosofi assume l’indagine sulla natura. In Empedocle infatti la trattazione del ciclo fisico contenuta nel Perì Physeos era completata dal racconto demonologico dei Katharmoì, probabile rispecchiamento della vicenda cosmica sul piano esistenziale dell’individuo. Commentando puntualmente il testo di Lucrezio, il volume affronta le principali questioni che esso pone, sia sul piano concettuale e filosofico, sia, soprattutto, su quello filologico e stilistico-letterario.

Lucrezio e i Presocratici. Un commento a De rerum natura 1, 635-920

PIAZZI, LISA
2005-01-01

Abstract

Nel I libro del De rerum natura Lucrezio dedica quasi trecento versi alla polemica contro le dottrine presocratiche della materia. I tre filosofi nominati (Eraclito, Empedocle e Anassagora) rappresentano tre tappe di un percorso di progressivo avvicinamento alla verità dell’atomismo: dal monismo di Eraclito si passa al pluralismo di Empedocle e all’infinito pluralismo di Anassagora, che precorre in parte l’atomismo. La trattazione delle dottrine avversarie in ordine cronologico e in base al numero dei principi postulati avvicina il passo lucreziano alla letteratura dossografica: è possibile infatti che Lucrezio abbia tratto la sua polemica dai libri XIV e XV del Perì Physeos di Epicuro, i cui frammenti attesterebbero l’adozione di un modello interpretativo della filosofia presocratica risalente alla scuola aristotelica. La discussione delle dottrine rivali, in sintonia con lo stile acremente polemico di tutto l’Epicureismo, è condotta con aggressività talvolta faziosa, spesso tesa a immiserire, se non addirittura a stravolgere, le tesi dell’avversario per renderle più facilmente confutabili. Attraverso il confronto serrato con i predecessori, Lucrezio definisce anche i caratteri della propria opera e riflette su problemi come la povertà del lessico filosofico latino e l’analogia tra parole e cose. La polemica contro i Presocratici investe anche questioni di stile e di poetica. In particolare la critica rivolta alla proverbiale oscurità di Eraclito sottintende una riflessione sulle corrette modalità di divulgazione di una dottrina filosofica ed è connessa all’impegno profuso da Epicuro e da Lucrezio stesso nel ‘rischiarare’ il buio dell’ignoranza e far luce sulla complessità delle leggi di natura. Diverso l’atteggiamento nei riguardi di Empedocle, ampiamente elogiato da Lucrezio in quanto maestro di stile sublime e modello nel genere del poema filosofico-didascalico. Ma quel che soprattutto avvicina Lucrezio a Empedocle è la dimensione etica che per entrambi i poeti-filosofi assume l’indagine sulla natura. In Empedocle infatti la trattazione del ciclo fisico contenuta nel Perì Physeos era completata dal racconto demonologico dei Katharmoì, probabile rispecchiamento della vicenda cosmica sul piano esistenziale dell’individuo. Commentando puntualmente il testo di Lucrezio, il volume affronta le principali questioni che esso pone, sia sul piano concettuale e filosofico, sia, soprattutto, su quello filologico e stilistico-letterario.
2005
8876421513
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