Il lavoro presenta, nella sua genesi e nei suoi risultati, il più importante lavoro dialettologico e anzi, in assoluto, il più significativo contributo pubblicato da Francesco Domenico Falcucci, ossia i Saggi illustrati di dialetti côrsi, compresi nel volume di Giovanni Papanti I Parlari italiani in Certaldo (Livorno, Vigo, 1875) e comparsi anche come opera a parte (Saggi illustrati di dialetti côrsi. Novella IX della giornata I del Decameron di messer Giovanni Boccacci, Livorno, Vannini, 1875). Dopo aver messo a fuoco i presupposti metodologici, le finalità scientifico-culturali e gli stessi procedimenti editoriali dell’opera del Papanti, il saggio indaga e rivela, in base al carteggio Falcucci conservato presso la Biblioteca Labronica “F. D. Guerrazzi” di Livorno, i rapporti di Papanti col Falcucci e le relazioni di quest’ultimo con gli informatori che gli fornirono i testi in còrso o comunque contribuirono alla raccolta. In questo quadro, emergono in particolare le figure di due cugini del Falcucci, l’avvocato Émile Agénor Flach nato a Rogliano e residente a Bastia, che procurò le versioni bastiese ed alesanina, e Anton Giulio Pietri di Centuri, che fornì al Falcucci “alcuni schiarimenti” per la versione roglianese curata dallo stesso Francesco Domenico. La parte conclusiva del saggio esamina il lavoro di elaborazione redazionale e di arricchimento linguistico compiuto dal Falcucci nel passaggio dalla versione stampata in volume a quella dell’estratto, lavoro continuato anche in seguito come mostrano aggiunte, note e correzioni autografe sulla copia dell’opera posseduta dall’autore. Le riproduzioni di alcune pagine con aggiunte e correzioni, poste a corredo dell’articolo, consentono al lettore di cogliere meglio questo processo redazionale che testimonia la tempra di vero linguista e la probità scientifica dell’autore.
Falcucci, i “gentili isolani” e le versioni corse nella raccolta del Papanti
Fabrizio FranceschiniPrimo
2018-01-01
Abstract
Il lavoro presenta, nella sua genesi e nei suoi risultati, il più importante lavoro dialettologico e anzi, in assoluto, il più significativo contributo pubblicato da Francesco Domenico Falcucci, ossia i Saggi illustrati di dialetti côrsi, compresi nel volume di Giovanni Papanti I Parlari italiani in Certaldo (Livorno, Vigo, 1875) e comparsi anche come opera a parte (Saggi illustrati di dialetti côrsi. Novella IX della giornata I del Decameron di messer Giovanni Boccacci, Livorno, Vannini, 1875). Dopo aver messo a fuoco i presupposti metodologici, le finalità scientifico-culturali e gli stessi procedimenti editoriali dell’opera del Papanti, il saggio indaga e rivela, in base al carteggio Falcucci conservato presso la Biblioteca Labronica “F. D. Guerrazzi” di Livorno, i rapporti di Papanti col Falcucci e le relazioni di quest’ultimo con gli informatori che gli fornirono i testi in còrso o comunque contribuirono alla raccolta. In questo quadro, emergono in particolare le figure di due cugini del Falcucci, l’avvocato Émile Agénor Flach nato a Rogliano e residente a Bastia, che procurò le versioni bastiese ed alesanina, e Anton Giulio Pietri di Centuri, che fornì al Falcucci “alcuni schiarimenti” per la versione roglianese curata dallo stesso Francesco Domenico. La parte conclusiva del saggio esamina il lavoro di elaborazione redazionale e di arricchimento linguistico compiuto dal Falcucci nel passaggio dalla versione stampata in volume a quella dell’estratto, lavoro continuato anche in seguito come mostrano aggiunte, note e correzioni autografe sulla copia dell’opera posseduta dall’autore. Le riproduzioni di alcune pagine con aggiunte e correzioni, poste a corredo dell’articolo, consentono al lettore di cogliere meglio questo processo redazionale che testimonia la tempra di vero linguista e la probità scientifica dell’autore.File | Dimensione | Formato | |
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