Obiettivi: Il ricorso alla laparoscopia nel trattamento dell’occlusione intestinale su base aderenziale (ASBO) è oggi offerto come prima scelta in pazienti selezionati. L’alto tasso di conversione in open, riportato in letteratura, e il rischio di una lesione iatrogena intraoperatoria continuano a rappresentare elementi di criticità nei confronti di tale procedura. Lo scopo di questo studio è quello di valutare le conseguenze della conversione in open nei pazienti con ASBO trattati inizialmente per via laparoscopica. Materiali e metodi: Dalla revisione di un database di 114 pazienti con diagnosi di ASBO che hanno richiesto un trattamento chirurgico nel periodo gennaio 2015-febbraio 2018, sono stati estratti i dati di una serie consecutiva di 72 pazienti sottoposti a laparoscopia. Sono stati analizzati i dati relativi a caratteristiche demografiche (sesso, età, BMI), anamnestiche (numero di laparotomie pregresse), radiologici TC (calibro massimo medio del tenue) intraoperatori (durata dell’intervento, motivo della conversione) e post-operatorie (complicanze minori e maggiori sec. Clavien-Dindo). Sono stati messi a confronto i dati ed i risultati del gruppo di pazienti in cui il trattamento è stato completato per via laparoscopica (Lap) con quelli dei pazienti che hanno necessitato di conversione laparotomica (Conv). Risultati: L’approccio laparoscopico è stato adottato in 72 pazienti consecutivi (63%). La procedura laparoscopica non è stata condotta a termine in 24 pazienti con un tasso di conversione del 33%. Nessuna conversione si è verificata a seguito di una lesione iatrogena. I motivi della conversione sono risultati: impossibilità ad identificare/risolvere la causa di occlusione (n.13 pazienti, 54%); necessità di eseguire una resezione del tenue (n.10 pazienti, 42%); impossibilità a continuare l’intervento in laparoscopia per motivi anestesiologici (n. 1 paziente, 4%). I due gruppi analizzati risultavano omogenei per sesso, età, BMI, numero di laparotomie pregresse, calibro massimo del tenue. Il gruppo di pazienti Conv ha avuto una degenza postoperatoria significativamente più lunga rispetto al gruppo Lap (7,7 vs. 5 giorni; p=0,0003), oltre ad una maggiore durata dell’intervento (178 vs. 85 min; p<0,0001). Un paziente nel gruppo Lap (2%, lesione misconosciuta) e 2 nel gruppo Conv (8%, lesione misconosciuta e deiscenza piano fasciale) hanno necessitato di reintervento. In entrambi i gruppi è stato registrato un decesso per cause non chirurgiche (2% vs. 4%). I 2 gruppi non hanno mostrato differenze statisticamente significative in termini di morbidità globale, complicanze minori, complicanze maggiori e mortalità. Conclusioni: La laparoscopia offre al paziente con ASBO i vantaggi di un decorso più breve. L’alto tasso di conversione non deve rappresentare un elemento a favore della scelta di un trattamento laparotomico, in quanto la conversione di per sé non comporta un più alto tasso di morbidità e mortalità.

LA CONVERSIONE IN OPEN DI INTERVENTI LAPAROSCOPICI PER OCCLUSIONE MECCANICA INTESTINALE SU BASE ADERENZIALE NON COMPORTA AUMENTO DI MORBIDITÀ E MORTALITÀ

L. Cobuccio;D. Tartaglia;A. Bertolucci;R. Fantacci;I. Cengeli;M. Chiarugi
2018-01-01

Abstract

Obiettivi: Il ricorso alla laparoscopia nel trattamento dell’occlusione intestinale su base aderenziale (ASBO) è oggi offerto come prima scelta in pazienti selezionati. L’alto tasso di conversione in open, riportato in letteratura, e il rischio di una lesione iatrogena intraoperatoria continuano a rappresentare elementi di criticità nei confronti di tale procedura. Lo scopo di questo studio è quello di valutare le conseguenze della conversione in open nei pazienti con ASBO trattati inizialmente per via laparoscopica. Materiali e metodi: Dalla revisione di un database di 114 pazienti con diagnosi di ASBO che hanno richiesto un trattamento chirurgico nel periodo gennaio 2015-febbraio 2018, sono stati estratti i dati di una serie consecutiva di 72 pazienti sottoposti a laparoscopia. Sono stati analizzati i dati relativi a caratteristiche demografiche (sesso, età, BMI), anamnestiche (numero di laparotomie pregresse), radiologici TC (calibro massimo medio del tenue) intraoperatori (durata dell’intervento, motivo della conversione) e post-operatorie (complicanze minori e maggiori sec. Clavien-Dindo). Sono stati messi a confronto i dati ed i risultati del gruppo di pazienti in cui il trattamento è stato completato per via laparoscopica (Lap) con quelli dei pazienti che hanno necessitato di conversione laparotomica (Conv). Risultati: L’approccio laparoscopico è stato adottato in 72 pazienti consecutivi (63%). La procedura laparoscopica non è stata condotta a termine in 24 pazienti con un tasso di conversione del 33%. Nessuna conversione si è verificata a seguito di una lesione iatrogena. I motivi della conversione sono risultati: impossibilità ad identificare/risolvere la causa di occlusione (n.13 pazienti, 54%); necessità di eseguire una resezione del tenue (n.10 pazienti, 42%); impossibilità a continuare l’intervento in laparoscopia per motivi anestesiologici (n. 1 paziente, 4%). I due gruppi analizzati risultavano omogenei per sesso, età, BMI, numero di laparotomie pregresse, calibro massimo del tenue. Il gruppo di pazienti Conv ha avuto una degenza postoperatoria significativamente più lunga rispetto al gruppo Lap (7,7 vs. 5 giorni; p=0,0003), oltre ad una maggiore durata dell’intervento (178 vs. 85 min; p<0,0001). Un paziente nel gruppo Lap (2%, lesione misconosciuta) e 2 nel gruppo Conv (8%, lesione misconosciuta e deiscenza piano fasciale) hanno necessitato di reintervento. In entrambi i gruppi è stato registrato un decesso per cause non chirurgiche (2% vs. 4%). I 2 gruppi non hanno mostrato differenze statisticamente significative in termini di morbidità globale, complicanze minori, complicanze maggiori e mortalità. Conclusioni: La laparoscopia offre al paziente con ASBO i vantaggi di un decorso più breve. L’alto tasso di conversione non deve rappresentare un elemento a favore della scelta di un trattamento laparotomico, in quanto la conversione di per sé non comporta un più alto tasso di morbidità e mortalità.
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