Tra la scoperta di un fossile in campagna e la sua disponibilità per la comunità scientifica o per la fruizione del pubblico con l’esposizione all’interno di un museo, è necessario un passaggio fondamentale, che è quello di preparazione e restauro in laboratorio. Questa comunicazione presenta gli interventi che hanno permesso il restauro di un reperto contenente resti appartenenti a uno o più esemplari di tartaruga rinvenuti nei pressi di Baccinello, in provincia di Grosseto. Il fossile è stato recuperato dal bacino neoautoctono di Baccinello-Cinigiano, in sedimenti che hanno restituito la associazione faunistica detta V0 (Engesser 1983) e affioranti lungo il Fosso della Fittaia. Questa parte della successione è riferita al Miocene superiore, (MN 11, Turoliano; Engesser 1983, 1989). Insieme ai resti di vertebrati erano presenti anche gusci di molluschi d’acqua dolce che, insieme ai dati sedimentologici (Benvenuti et al. 2001) forniscono indicazione sul contesto di deposizione del sedimento inglobante in ambiente lacustre. Il reperto analizzato è incluso in un sedimento composto da argille in una matrice marnosa, più tenace alla rottura rispetto alle prime. L’analisi mineralogica del sedimento ha evidenziato la presenza di Quarzo (SiO2), Calcite (CaCO3) ed Oligonite [Fe(Mn,Zn)(CO3)2]; con la stessa analisi diffrattometrica effettuata in un campione del fossile, sono stati individuati Quarzo (SiO2), Goetite (Fe2O3·H2O), Calcite (CaCO3), Oligonite [Fe(Mn,Zn)(CO3)2] e Fluorapatite [Ca5(PO4)3F]. Questi risultati indicano che esiste una certa uniformità tra la roccia inglobante e i resti fossili. A prima vista, i frammenti di ossa e delle placche del piastrone erano disposti su piani diversi, e solo in alcuni punti era possibile vedere una precisa connessione anatomica tra i vari elementi. Inizialmente, il reperto si presentava scomposto in più parti e come prima fase queste sono state ricollocate nella posizione originale. Dopodiché, siamo passati a liberare i resti fossili dalla roccia inglobante grazie all’uso di un vibroincisore. Tale strumento, utilizzando una sorgente di aria compressa che genera delle vibrazioni, consente di eliminare il sedimento intorno alle ossa senza danneggiarle. Infine, sono stati eseguiti alcuni stucchi nelle fratture preesistenti all’interno del reperto per ottenere una migliore lettura e uniformità della superficie utilizzando un consolidante reversibile (Mowilith) impastato con la roccia di appartenenza al sedimento, così da ottenere un effetto cromatico simile all’originale. Come ultimo passo del procedimento, è stato effettuato un consolidamento di tutti i resti e una pulitura delle superfici per valorizzare il risultato finale del restauro. In questo lavoro di restauro sono state tenute presenti due principali finalità: - quella scientifica, per raggiungere la migliore condizione possibile del reperto in modo da consentire lo studio paleontologico; - quella estetica, volta al migliore apprezzamento e facile lettura da parte del pubblico.

RESTAURO DI UN REPERTO CON RESTI DI TARTARUGA DEL MIOCENE SUPERIORE DEL BACINO DI BACCINELLO-CINIGIANO (GROSSETO)

Cirilli Omar;Bartolini Lucenti Saverio
2014-01-01

Abstract

Tra la scoperta di un fossile in campagna e la sua disponibilità per la comunità scientifica o per la fruizione del pubblico con l’esposizione all’interno di un museo, è necessario un passaggio fondamentale, che è quello di preparazione e restauro in laboratorio. Questa comunicazione presenta gli interventi che hanno permesso il restauro di un reperto contenente resti appartenenti a uno o più esemplari di tartaruga rinvenuti nei pressi di Baccinello, in provincia di Grosseto. Il fossile è stato recuperato dal bacino neoautoctono di Baccinello-Cinigiano, in sedimenti che hanno restituito la associazione faunistica detta V0 (Engesser 1983) e affioranti lungo il Fosso della Fittaia. Questa parte della successione è riferita al Miocene superiore, (MN 11, Turoliano; Engesser 1983, 1989). Insieme ai resti di vertebrati erano presenti anche gusci di molluschi d’acqua dolce che, insieme ai dati sedimentologici (Benvenuti et al. 2001) forniscono indicazione sul contesto di deposizione del sedimento inglobante in ambiente lacustre. Il reperto analizzato è incluso in un sedimento composto da argille in una matrice marnosa, più tenace alla rottura rispetto alle prime. L’analisi mineralogica del sedimento ha evidenziato la presenza di Quarzo (SiO2), Calcite (CaCO3) ed Oligonite [Fe(Mn,Zn)(CO3)2]; con la stessa analisi diffrattometrica effettuata in un campione del fossile, sono stati individuati Quarzo (SiO2), Goetite (Fe2O3·H2O), Calcite (CaCO3), Oligonite [Fe(Mn,Zn)(CO3)2] e Fluorapatite [Ca5(PO4)3F]. Questi risultati indicano che esiste una certa uniformità tra la roccia inglobante e i resti fossili. A prima vista, i frammenti di ossa e delle placche del piastrone erano disposti su piani diversi, e solo in alcuni punti era possibile vedere una precisa connessione anatomica tra i vari elementi. Inizialmente, il reperto si presentava scomposto in più parti e come prima fase queste sono state ricollocate nella posizione originale. Dopodiché, siamo passati a liberare i resti fossili dalla roccia inglobante grazie all’uso di un vibroincisore. Tale strumento, utilizzando una sorgente di aria compressa che genera delle vibrazioni, consente di eliminare il sedimento intorno alle ossa senza danneggiarle. Infine, sono stati eseguiti alcuni stucchi nelle fratture preesistenti all’interno del reperto per ottenere una migliore lettura e uniformità della superficie utilizzando un consolidante reversibile (Mowilith) impastato con la roccia di appartenenza al sedimento, così da ottenere un effetto cromatico simile all’originale. Come ultimo passo del procedimento, è stato effettuato un consolidamento di tutti i resti e una pulitura delle superfici per valorizzare il risultato finale del restauro. In questo lavoro di restauro sono state tenute presenti due principali finalità: - quella scientifica, per raggiungere la migliore condizione possibile del reperto in modo da consentire lo studio paleontologico; - quella estetica, volta al migliore apprezzamento e facile lettura da parte del pubblico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1000964
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